09/06/2015

Inpgi, Camporese ha illustrato alla Fnsi una manovra “ambiziosa
e responsabile”. Prosegue il confronto con le parti sociali

Il presidente Inpgi Andrea CamporeseUna manovra ambiziosa, della quale il Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi si assume la piena responsabilità, che si propone di rimettere in equilibrio i conti dell’Istituto nell’arco di un decennio con interventi su tutte le voci del bilancio – aliquote, contributi, indice di rivalutazione, uscite, reversibilità, ammortizzatori sociali, solidarietà, trattamenti pensionistici – in modo che l’ampio ventaglio riduca l’impatto sui singoli capitoli e sulle classi di colleghi che saranno colpiti. Un disegno che verrà messo a punto prima della pausa estiva e dopo che sarà terminato il confronto con le parti sociali, che è “garanzia di un processo serio e responsabile”. La consultazione delle parti è iniziata con una riunione del CdA dell’Istituto e della Giunta della Fnsi allargata ai responsabili dei suoi organismi di base – Ungp e Usigrai – e alla Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa


Nel pomeriggio il presidente dell’Inpgi Camporese ha incontrato i vertici della Fieg, che pure sono toccati dalla manovra.
I risultati dell’incontro di ieri saranno condensati in un documento analitico che il presidente dell’Inpgi invierà alle parti consultate, e che sarà la base di ulteriori confronti in tempi da stabilire ma rapidi. Intanto è definito l’arco temporale nel quale si svilupperanno gli interventi: entro la fine di luglio le deliberazioni del Consiglio di Amministrazione che saranno sottoposte all’approvazione dei ministeri vigilanti; due-tre anni, a partire dal gennaio 2016, per l’entrata a regime della manovra; dieci anni per assorbire le passività del bilancio (oggi quantificabili in 81 milioni di euro), contando sull’ipotesi che il deficit verrà abbattuto per il 60-70% dagli interventi mentre il resto “si spera che venga dal mercato”, cioè dalla ripresa dell’occupazione. Per il momento, ha detto Camporese, “la situazione resta preoccupante, il che ci impegna ad intervenire, visto che abbiamo per legge l’obbligo di mantenere una sostenibilità prospettica a 30 anni con proiezione fino a 50.Se non lo facessimo noi, interverrebbero i ministeri con misure che vanno dall’avviso, alla messa forzosa dei conti in equilibrio, al commissariamento, mentre la legge non prevede il passaggio all’Inps”.
Nelle prossime settimane la relazione della Corte dei Conti sul bilancio e a settembre il bilancio attuariale con le previsioni a più lungo periodo diranno di più sullo stato di salute dell’Istituto.
Nel dettaglio il presidente dell’Inpgi ha confermato che resterà intatta la possibilità dei colleghi di andare in pensione a qualsiasi età con 40 anni di contributi, e non si farà ricorso all’aumento dell’età pensionabile in relazione all’aspettativa di vita. La manovra sulle entrate contributive prevede un aumento dello 0,53% a carico degli editori e dello 0,50% a carico dei giornalisti, con un maggiore introito previsto di poco più di 11 milioni a regime. L’abbassamento dell’indice di rivalutazione degli accantonamenti, dall’attuale 2,66 al 2,40 o al 2,30%, comporterà una riduzione delle future pensioni; mentre altri risparmi sono previsti da interventi sulla reversibilità e sulla disoccupazione. Per le pensioni in essere, ha detto Camporese, il confronto in CdA è ancora in corso, e c’è chi ritiene che un taglio degli assegni di 10-20 Euro mensili per pensioni nette di 3-4000 Euro “non sia un sacrificio insopportabile, tenendo conto che il contributo servirebbe a sostenere l’ente che eroga la pensione”. Nel corso del dibattito sono emersi pareri contrastanti sia sull’entità della sforbiciata (che alcuni vorrebbero più incisiva), sia sulla sua legittimità, alla luce della giurisprudenza che però, secondo Camporese, va interpretata nel senso di un via libera a interventi coerenti col sistema, graduali e temporanei.