06/06/2015

De Vito: "Avviso ai riformatori, non maltrattate i pensionati"

Antonio De VitoIl segretario della Fnsi, Lorusso, assicura che non c'è nessuna emergenza pensioni, ribadisce che l'unica emergenza e' l'occupazione. Ma in attesa di porre mano a nuove regole circa il mercato del lavoro, troppe uscite e ingressi limitati, e bisognerebbe tra l'altro convincere gli editori un po' miopi e di braccino corto, qual e' l'idea di riforma che va prendendo piede? Quella di attaccare le pensioni di oggi e di domani. La fumosa riforma dell'Inpgi, annunciata dal presidente Camporese, tiene nascosti i dettagli, non ci permette di capire il disegno


Che cosa significa in concreto riforma "responsabile"? Che cosa significa riforma "di sistema" legata ai valori di equità, solidarietà, sostenibilità condivisa, per usare le parole del presidente Inpgi? Il documento allegato alla sua relazione di bilancio a consuntivo 2014 - tutte le cifre le conosciamo e sono la traduzione in numeri della fase difficile che vive l'Istituto, e per fortuna che c'è il patrimonio che da' reddito - richiama l'attenzione della categoria "verso una revisione della composizione delle attuali forme di tutela del welfare". E come? "Intervenendo su quei profili che presentano margini di razionalizzazione e ottimizzazione dell'impiego delle risorse, senza tuttavia determinare impatti non sostenibili per la categoria".
Sarebbe il caso di specificare meglio. Il livello di avanzamento della discussione interna al Cda, prevede molte cose, apparentemente improntate a saggezza. Vedremo se al termine dell'iter, risulteranno tali. Ma bisognerebbe discuterne prima, adesso, in contraddittorio con i pensionati, che dal sindacato e dall'Inpgi si aspettano attenzione e non sorprese di tagli impropri, sussurrati all'infuori delle linee guida.
C'è da ribadire che i pensionati di oggi hanno gia' dato, nell'arco della loro vita, senza dimenticare il livello di tassazione e le mancate perequazioni di legge (!), queste ultime un aiutino non da poco per le casse dell'Inpgi, non solo quest'anno.
L'Inpgi ha bisogno di contributi, quelli dei giornalisti che precariamente fanno i giornali e nutrono l'informazione, eppero' sono sconosciuti all'Istituto.  Contributi che mancano, cari editori. E ci sarebbe da discutere molto sull'uso improprio dei pensionati in redazione!
Certo segretario Lorusso, l'emergenza e' l'occupazione. È questa la missione del nostro sindacato. Sono convinto che sei sincero quando affermi che non vuoi fare , come segretario, il curatore fallimentare della categoria. Te l'ho sentito dire a Torino, credo che tu l'abbia ripetuto in giro per l'Italia.
Ma, te l'ho ripetuto anch'io all'assemblea torinese,  non continuiamo a maltrattare i pensionati, non diamo retta ai riformatori come Boeri, difendiamoli anche come Fnsi questi pensionati !  I quali non sono ricchi (salvo una piccola minoranza, ma anche loro hanno pagato e contribuito per decenni) e spremibili a vita. In attesa di un Godot che tagli qualche livello di tassazione a tutti i pensionati , giornalisti compresi, applicando un po' d'Europa anche all'Italia (lo so, lo so che sono utopie!). Ma su questo la Consulta non ha nulla da eccepire.
Per intanto, lasciatemelo dire, non sono né il governo, ne' i sindacati, ne' i padroni in genere, ne' gli editori che pensano ai giovani. Per adesso e per chissà quanto tempo, in questa società italiana molto diseguale,  ci pensano i padri e i nonni, i pensionati, quasi da soli. Quelli che possono, s'intende, e non sono pochi. Cerchiamo di tutelarli, con equità. Se distruggiamo anche loro come difesa dei più deboli, procureremo soltanto un danno alla collettività.
Per quanto riguarda l'Inpgi, basta prepensionamenti, e, non sembri una bestemmia, aumentiamo gradualmente di poco l'età pensionabile. Non è una proposta, e' una provocazione. Parliamone.
Alla lunga, per fare cassa nell'interesse di tutti, giovani e vecchi.
Proponiamo, davvero, tutti insieme, un nuovo welfare, innovativo circa l'occupazione. E per il tema pensioni. Senza strappi demagogici e rimedi fasulli, buoni a tappare i buchi nell'immediato ma improduttivi a lungo termine. Se e' vero che la professione e' profondamente cambiata, bisogna accettare la sfida del cambiamento e della  qualità nel sistema dell'informazione. Un welfare moderno fa parte di questa sfida, per tutelare insieme i giovani e gli "irriducibili" anziani, che non si sono mai tirati indietro. Non vogliono farlo nemmeno in questa particolare congiuntura. Ma bisogna dire, per concludere, che i pensionati non sopportano molto bene le bastonature. Per costituzione, per età e per puntiglio. Avviso ai naviganti riformatori.

Antonio De Vito
Presidente UNGP Piemonte