13/05/2015

Casagit: preoccupazione dell’assemblea del Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati. La replica del vicepresidente Casagit Carlo Gariboldi

Il welfare dei giornalisti poggia su due pilastri: Inpgi e Casagit. L’assemblea del Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati dell’8 maggio ha fatto propri due documenti che riguardano questi Enti: sull’Inpgi che ha concentrato, comprensibilmente, la maggior parte degli interventi; e su Casagit


La situazione della previdenza integrativa dei giornalisti è un tema che ci interessa particolarmente come pensionati. Il bilancio è in deficit. Su come risanarlo si intravvedono motivi di preoccupazione. Un segnale in tal senso è venuto dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’ospedale più qualificato in Italia per la cura del cancro, di livello analogo agli omologhi ospedali di eccellenza europei e perciò punto “obbligato” di riferimento di chi è affetto da  tali gravi patologie:  la quota della degenza giornaliera a carico dell’iscritto Casagit è passata, di colpo, da meno di 90 euro a 250, più 60 euro per “diritti di segreteria”. Totale 310 euro (un aumento fino al 340%) l’importo più alto previsto da tutte le convenzioni dell’INT.
Se tale decisione si accompagna ad alcune considerazioni di Casagit - che per brevità non riportiamo ma che sono comunque a disposizione - sull’INT e sull’invito a rivolgersi ad altre strutture più economiche anche se, logicamente, meno qualificate, sorge il timore che  l’aumento della quota di degenza rappresenti una sorta di deterrente. E che tale modalità possa essere utilizzata anche in altri casi di ospedali pubblici e privati, al vertice della capacità di cura ma troppo cari.  Certo, i Giornalisti Pensionati si rendono conto della necessità di mantenere sano il bilancio Casagit: si provveda,  senza penalizzare ingiustificatamente gli assistiti. Auspicano inoltre una maggiore collaborazione con Casagit che dovrebbe essere più aperta a suggerimenti e proposte degli associati invitandoli a periodici incontri programmati. E che, in omaggio all’informalità e alla cordialità dei rapporti tra Ente e assistiti, agli odg dei Giornalisti Pensionati Lombardi oppure a semplici email di segnalazione e di protesta venga data cortese ed esauriente risposta.

Di seguito riportiamo  IL DOCUMENTO INTEGRALE APPROVATO IN ASSEMBLEA:

"All’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano la quota della degenza giornaliera dovuta dall’iscritto Casagit è passata dal primo agosto 2014 da meno di 90 euro a 250, più 60 euro per “diritti di segreteria”: totale 310 euro, un aumento fino al 340% di colpo, l’importo più alto previsto da tutte le convenzioni dell’INT. A titolo di esempio, i dirigenti industria (Previtalia) pagano la degenza 48,60 euro al giorno e nulla per ogni tipo di prestazione. Casagit ha spiegato che l’aumento è dovuto al nuovo importo della stanza solventi passato da 250 a 500 euro giornalieri; tale aumento è stato interamente scaricato sull’assistito, mentre prima del rinnovo era di 90 euro.
Il Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati, nell’assemblea annuale dell’8 maggio 2015, ritiene quanto avvenuto un segnale preoccupante per i giornalisti e i loro familiari colpiti da gravi e costose patologie che si rivolgono all’Istituto più qualificato in Italia per la cura del cancro, di livello analogo agli omologhi ospedali di eccellenza europei (non quindi la solita clinica privata dotata di reparto di oncologia), e perciò punto “obbligato” di riferimento dei  pazienti oncologici.  Né a tranquillizzarli servono alcune giustificazioni di Casagit che imputano all’INT di essere la struttura più cara in Italia: il che, sempre secondo Casagit, “non indica qualità ma solamente la spasmodica necessità di reperire denaro”. Da tale affermazione sorge il timore, che i Giornalisti Pensionati si augurano infondato, che  l’aumento della quota di degenza rappresenti una sorta di deterrente per convogliare i soci pazienti verso strutture più economiche ma probabilmente meno efficienti. E che tale strumento possa essere utilizzato anche in altri casi di ospedali e istituti clinici pubblici e privati. Certo, i Giornalisti Pensionati si rendono conto della necessità di “quadrare i conti”: si provveda prima eliminando abusi e storture. Auspicano inoltre una maggiore collaborazione con Casagit che dovrebbe essere più aperta a suggerimenti e proposte degli associati organizzati attraverso periodici incontri programmati.   I Giornalisti Pensionati chiedono a Casagit  che venga posto rimedio all’anomalo “caso INT” e che consideri la possibilità di un contributo ai soci che hanno sostenuto, per la degenza, oneri eccessivi. Si augurano infine, in omaggio all’informalità e alla cordialità dei rapporti con i vertici, che agli odg, mozioni o semplici email di segnalazione e di protesta venga data risposta.

L’INTERVENTO DI CARLO GARIBOLDI, vicepresidente Casagit

E' chiaro che gli amministratori di Casagit rimborserebbero volentieri qualsiasi prestazione, senza limite di spesa. Ma visto che le risorse non sono infinite, dobbiamo fare i conti - e crediamo di farli bene - mantenendo le prestazioni, cercando di gravare il meno possibile sui soci. Vorrei rispondere - come ho già fatto all'assemblea di Milano - ai pensionati lombardi con un po' di numeri. Casagit ha chiuso il bilancio 2014 con un rosso di 700mila euro, totalmente coperto da un fondo di riserva che supera i 35 milioni di euro.I conti della Casagit non vanno così male, ma certamente preoccupano il Consiglio di amministrazione la difficile situazione del mondo del lavoro (da una parte) e l'arretramento del servizio sanitario nazionale (dall'altro).
Negli anni dal 2009 al 2013, anni di crisi del mondo editoriale, abbiamo incrementato le nostre riserve di 28 milioni di euro che servono oggi a dare sostenibilità al sistema del welfare dei giornalisti.
I pensionati di Milano lamentano che un giorno di ricovero all'Istituto nazionale tumori in forma privata costa ai soci 300 euro al giorno (dall'agosto 2014). Questo per due semplici ragioni: 1) l'Int ha aumentato di molto le tariffe (già tra le più alte d'Italia); 2) la retta di degenza che prima era di 360 euro, è stata portata a 600 euro al giorno (stiamo parlando della sola retta alberghiera).
Il cda di Casagit ha stabilito che può rimborsare al massimo 250 euro + iva a notte (solo per la parte alberghiera del ricovero) e la restante parte resta a carico del socio. Ricordo che una chemioterapia fatta privatamente ha un costo che va dai 3mila ei 10mila euro per singola prestazione (costi totalmente sostenuti dalla cassa). L'Istituto nazionale dei tumori è un'eccellenza assoluta e la convenzione va mantenuta, ma ci sono limiti di sostenibilità.
Il pensionato che all'assemblea di Milano ha sollevato il caso, sostiene che i dirigenti d'azienda pagano meno. Falso. Il Fasi, la cassa sanitaria dei dirigenti d'industria, ha addirittura cancellato la convenzione con l'Istituto dei tumori. L'altro grande e importante fondo sanitario, il Fasdac, quello dei dirigenti del commercio, ha pesantemente aumentato il contributo proprio dei pensionati per far quadrare i conti. Le assicurazioni, poi, a 70 anni disdicono le polizze sanitarie.
Casagit in questi anni ha mantenuto le prestazioni con limitatissimi sacrifici per i soci. I contributi non sono stati ritoccati in sei anni, anzi, sono diminuiti in alcuni casi per familiari e coniugi.
Le convenzioni con le strutture italiane di maggior qualità restano e resteranno, mentre sono state cancellate quelle altisonanti e ingiustamente care. Ma, bisogna ricordare, che siamo una cassa integrativa del servizio sanitario nazionale. E in quella direzione dobbiamo andare, garantendo quelle prestazioni - odontoiatria, riabilitazioni, diagnostica in tempi rapidi - che il servizio nazionale non garantisce, se non in modo molto modesto.
Quanto ai progetti futuri - espansivi e non tagli - ne parleremo all'assemblea dei delegati di fine maggio.