17/04/2015
Inchiesta Sopaf: Odg non ammesso come parte civile
Iacopino-Pirovano: "Scelta va rispettata ma segnale resta"
La replica di alcuni consiglieri giornalisti: "Nota stonata e demagogica
di Presidente e Segretario dell’Ordine sull'Inpgi"
Nel processo per la vicenda Inpgi-Sopaf, il Tribunale di Milano non ha riconosciuto la legittimazione a intervenire nel processo dell'Ordine dei Giornalisti, che aveva depositato richiesta di costituzione di
parte civile contro l'imputato Giorgio Magnoni
"La decisione del Tribunale di non riconoscere, nonostante il parere favorevole della Procura, la legittimazione dell'Ordine, che pur sembra contrastare altre pronunce, va rispettata - dichiarano il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, e il segretario, Paolo Pirovano -. Non e' possibile sottacere che lo stesso collegio la assume richiamando il fatto che 'l'asserito danno' patrimoniale e di immagine lo ha subito l'Inpgi che non si e', pero', costituita parte civile. Ma il segnale politico e morale, rappresentato dalla scelta dell'Odg, resta. Forte. E segna una differenza
della quale siamo orgogliosi. L'azione dell'Odg a difesa dei legittimi interessi dei colleghi non si conclude oggi".
"Essere qui era un dovere che l'Odg ha avvertito - sostengono ancora -. Un dovere nei confronti di tutti i colleghi e in particolare di quelle migliaia che vivono con difficolta' questa professione e faticano ad accettare che una societa' possa comprare, come afferma il magistrato, con soldi dell'Inpgi delle
quote e le rivenda all'Inpgi stesso guadagnandoci 7.600.000,00 euro su un investimento di 30 milioni. Scelte diverse sarebbero state incomprensibili e appaiono risibili le argomentazioni di chi sostiene che l'Inpgi non ha subito danni per il solo fatto che ha guadagnato sull'investimento. Gli utili sarebbero stati
certamente maggiori se fosse stato impedito che la Sopaf guadagnasse con un clic circa il 25 per cento della somma consegnatale senza la quale, afferma la Procura, la Sopaf stessa non avrebbe avuto i mezzi per acquistare e rivendere quelle quote".
"Sulla vicenda c'e' un dovere di trasparenza assoluta, perche' si tratta di soldi dei colleghi - proseguono i rappresentanti dell'Ordine -. Tutto deve essere reso pubblico perche' i giornalisti italiani hanno il diritto di sapere. L'Odg continuera' in tutte le sedi e nei confronti di chiunque su questa strada, con la legittimazione che gli deriva dall'essere il rappresentante di tutti i giornalisti italiani. Resta, inevasa, una richiesta di rendere pubblici i documenti che ruotano, direttamente o indirettamente, attorno a tutta questa inquietante vicenda, a cominciare da tutti gli atti istruttori, alcuni dei quali risultano a oggi sconosciuti anche a membri del Consiglio di amministrazione dell'Istituto e a revisori dei conti".
Il Tribunale ha respinto l'istanza presentata dall'Ordine in quanto, per il collegio, non ha ricevuto un danno diretto dalla condotta contestata all'imprenditore finito alla sbarra con il figlio Luca che risponde solo di bancarotta.
Secondo l'accusa le parti offese, e quindi legittimate a presentare richiesta sono la Cassa dei ragionieri, dei medici (Enpam) e l'Inpgi, l'istituto di previdenza dei giornalisti. Le prime due nel pomeriggio si sono, infatti, viste accogliere l'istanza di essere parte civile. Istanza che invece l'Inpgi non ha presentato.
Oltre all'Ordine dei giornalisti, sono state escluse come parti civili l'Ordine provinciale di Milano dei medici e degli odontoiatri, tre giornalisti di una corrente sindacale e i commissari giudiziali di Sopaf. Ammessi invece i liquidatori di Sopaf in concordato preventivo (per tutti i reati contestati) e una settantina di ex azionisti della holding finanziaria (per il solo reato di bancarotta).
Oggi inoltre avrebbe dovuto essere il giorno dedicato alle richieste di patteggiamento presentate da Giorgio e Luca Magnoni, ma la discussione e' slittata e il processo aggiornato al prossimo 19 maggio per una eccezione sollevata in aula da uno dei difensori, l'avvocato Giulia Bongiorno e sulla quale i
giudici si sono riservati. (ANSA).
Il Presidente e il segretario del Consiglio Nazionale dei Giornalisti, Enzo Iacopino e Paolo Pirovano, hanno commentato con una nota stonata e demagogica la decisione del Tribunale di Milano di respingere la costituzione di parte civile dello stesso Ordine professionale nel procedimento contro i fratelli Magnoni per la vicenda Sopaf.
Il commento del duo Iacopino-Pirovano, è assurdo, come lo è il tentativo, peraltro naufragato, di coinvolgere una istituzione di diritto pubblico come il Consiglio Nazionale dell’Ordine in una vicenda giudiziaria che riguarda un altro Ente della categoria, l’Inpgi, che assicura, in base alla legge di privatizzazione, vantaggiose prestazioni previdenziali e di assistenza sociale a decine di migliaia di giornalisti.
L’Inpgi svolge con correttezza e trasparenza il suo dovere istituzionale e cura l’interesse generale della categoria nonostante i ripetuti attacchi alla sua autonomia.
L’Ordine ha cercato di sostituirsi all’Istituto di Previdenza in un procedimento giudiziario delicato e controverso: una iniziativa inaccettabile e pericolosa, assunta dal Presidente dell’Ordine con lo scopo evidente di delegittimare l’intero gruppo dirigente dell’Inpgi. E questo, alla vigilia di importanti elezioni per il rinnovo degli organismi dell’Istituto di previdenza e dello stesso Consiglio Nazionale dell’Ordine.
Ogni atto, sia nella vicenda Sopaf sia in centinaia di altre transazioni, è stato deciso dal gruppo dirigente dell’Inpgi seguendo le procedure previste dallo statuto e dai regolamenti dell’Istituto, compresi i dovuti passaggi presso gli organismi previsti, tra cui il collegio sindacale, ed è stato adeguatamente istruito dagli uffici amministrativi.
Definire “risibili” le cautele assolutamente legittime e necessarie manifestate dai nostri legali rispetto all’ipotesi che vi sia stata una truffa e un effettivo danno all’Inpgi e rispetto alla costituzione di parte civile, è l’atto arrogante di chi, consapevolmente, lede l’autonomia professionale e previdenziale dei giornalisti italiani.
I consiglieri di amministrazione giornalisti
Roberto Carella, Silvia Garambois, Raffaele Lorusso, Marina Macelloni, Massimo Marciano, Giuseppe Marzano, Edmondo Rho, Claudio Scarinzi, Paolo Serventi Longhi
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Enzo Iacopino e Paolo Pirovano