13/04/2015

Antonio De Vito (presidente Ungp Piemonte): "I pensionati hanno già dato
Perché la Fnsi non ci difende?"

Tra i temi discussi al recente congresso dell’Unione, il principale sicuramente è quello della difesa delle pensioni dal progressivo depauperamento (si dice così) dovuto al costo vita, alla situazione di grave crisi economica, alla mancanza di correttivi per migliorare la situazione di vita dei pensionati e delle loro famiglie. In primis la mancata perequazione automatica di legge, annullata negli ultimi anni o ridotta ad elemosina per i trattamenti più bassi, per fortuna aiutati dal nostro fondino contrattuale (ma anche gli altri “trattamenti” piangono, pur se sono considerati ricchi e privilegiati, ps: non basta aver pagato tutta la vita?)


E poi la escalation di tasse nazionali, regionali, comunali e di borgata, che riducono i trattamenti medi in modo notevole, senza che nessuno faccia nulla. Il governo,  che ai pensionati non pensa mai, e i sindacati maggiori che ai pensionati sanno fare soltanto prediche, neppure promesse, perché bisogna pensare ai giovani, ai precari, a chi il lavoro non ce l’ha.
Ed è giusto, ma non è con la demagogia e qualche manifestazione di piazza che si migliora la situazione. Assunzioni, assunzioni e ancora assunzioni, cari editori. E adesso avete anche gli sgravi, un regalo, approfittatene. E basta stati fasulli di crisi, le redazioni le avete già svuotate, di persone e di qualità. Non potete sopravvivere , così, pagando la fatica dei giovani colleghi una miseria . Non può durare.
Intanto noi giornalisti pensionati, un po’ vecchi e parecchio stanchi di parole inutili,  di fascia medio bassa (sì, medio-bassa, siamo la maggioranza ) abbiamo già dato, pagando tutti i contributi e tasse su tasse a partire dagli anni 70 ad oggi, da giornalisti attivi e da ex attivi.
Pensioni col retributivo? Sì, quelle erano le leggi, e le abbiamo sempre rispettate, e per forza. Non abbiamo evaso neppure una lira o un centesimo di euro, possiamo ben dirlo e farlo notare al governo, e al composito mondo di chi comanda e parla a sproposito, a Tito Boeri che sogna (ma se lo sogna!) di rivalersi sui vecchi per dare speranze ai giovani, quando nella repubblica della mazzetta e delle diseguaglianze, ci sarebbe molto da fare per mettere ordine.
A cominciare dalla politica imbelle e ciarlatanesca, dalla burocrazia governante e mangiante, dall’industria che ha sempre goduto di sovvenzioni e aiutini e adesso è in crisi, ma non per colpa nostra.
Siamo un paese vecchio, che non ha saputo fare le riforme necessarie, da un ventennio produttore di debito a un altro ventennio produttore di distruzione morale e non solo.
Siamo un paese poco europeo, approssimativo, preda delle caste e dei maneggioni ?  Se è così, ed è così se pensiamo ai vertici , e non solo, e a chi si sveglia soltanto in vista delle campagne elettorali, blandendo gli elettori di ogni colore, beh, allora altro che un vento di cambiamento ci vorrebbe! Per tante cose, ma è inutile rifare qui tutto l’elenco, dalla corruzione, all’evasione fiscale, problema dei problemi, alle professioni, alle mafie e mafiette, ai partiti , alla rinomata “classe dirigente”, ai profittatori e a chi non vuole cambiare proprio un bel nulla, hai visto mai che il paese  possa prima o poi cambiare per davvero, dal basso alla sommità?
Per tornare al tema delle pensioni, che fare? E chi deve fare? E che cosa deve fare il sindacato (il nostro)? Non ho sentito dal congresso della Fnsi ad oggi nessuna parola in favore dei pensionati da parte della nuova dirigenza. Nè sulla dimenticata perequazione, nè sul tema della detassazione delle pensioni. Utopia ? Ma in Europa , in tanti angoli dell’Europa sempre citata per altri motivi, questa tassazione particolare delle pensioni esiste, pare che esista.
Provi l’ufficio studi (o degli studiosi) della Fnsi a farsi mandare dai colleghi europei le pezze d’appoggio, i documenti probanti che potrebbero servire a impostare un discorso con il governo, per ridurre,  anche di un nulla per cominciare, qualche aliquota di tasse, per equità e giustizia. Per stabilire un principio, caro Renzi, caro Poletti, cari tutti , cara Fnsi.
Esistono ottomila pensionati iscritti al sindacato unitario (metà degli attivi) che  valgono come i precari che hanno ragione. Hanno ragione, ma non solo loro. O no? E che vogliamo fare, raccontarci sempre le solite favolette? Tenere nel chiuso dei pensatoi per pochi eletti le soluzioni, come la ventilata riforma dell’Inpgi, ahi, ahi, ahi, meno rappresentanti, soprattutto pensionati (sempre loro nel mirino, è la spending review, bellezza, ma farla davvero, finalmente?),  altra ennesima stretta sulle pensioni, salvo l’aumento dei mandati (?),  ovviamente per statuto. Suvvia. E parliamo, discutiamo, anche di certi stipendi, come no?
Chiarezza, insomma. E qualche barlume di prospettiva, made in Fnsi, con Ungp partecipe e propositiva e con voce in capitolo. Altrimenti che esistiamo a fare? Caro segretario generale Lorusso, comincia a pensarci. Anche tu, vecchio amico Santo presidente. Noi pensionati aspettiamo qualche buona novella. Ma forse ci illudiamo. Amen?

Antonio De Vito
Presidente dell’Ungp Piemonte