13/04/2015

E' morto Renato Venditti, decano della Stampa Parlamentare

Non molti  sono a conoscenza del fatto che se esiste o se si cita un "Manuale Cencelli" esso non fu opera di Massimiliano Cencelli, il funzionario della Spes DC che nei lontani anni '70 inventò il sistema di quote sulla cui base le correnti democristiane si spartivano i posti di potere e di governo. Un sistema che  fu in vigore per tutti gli anni della Prima Repubblica e che coinvolgeva anche i partiti alleati e la stessa opposizione. A mettere nero su bianco, su richiesta degli Editori Riuniti, la legge non scritta alla quale tutti si attenevano pedissequamente, fu Renato Venditti, uno dei più informati giornalisti parlamentari. Ne sono testimone: quando nei lontanissimi anni '60 mi affacciai a Montecitorio, giovane redattore dell'ANSA, Renato mi fu presentato dai colleghi: uno di essi mi disse "sai, è comunista, ma è bravo".Si ragionava così in certi ambienti. Oggi Renato Venditti, allora redattore e notista politico dell'Unità, ci ha lasciato


Era nato a Roma, in Trastevere, il 18 settembre del 1927. Avrebbe potuto fare il bancario o, perché no, l'attore cinematografico (aveva frequentato il centro sperimentale di cinematografia). Ma c'era un amore più forte, quello per giornalismo, che non lo ha mai abbandonato fino agli ultimi giorni. Amore accompagnato da un forte impegno politico che lo portò a lavorare prima per l'Unità, fino alla fine degli anni '60, poi per "Paese Sera", dove rimase fino all'' 83.Negli ultimi anni collaborava con l'AGL, l'agenzia dei quotidiani locali del Gruppo Espresso. Per gran parte della sua carriera, negli anni della Prima Repubblica, seguì senza condizionamenti o settarismi le vicende della Democrazia Cristiana, guadagnandosi la stima di molti dei suoi maggiori esponenti, da Moro a De Mita a Andreotti. Seguì le evoluzioni del partito socialista italiano, dall'epoca di Nenni, De Martino, Mancini fino all'era craxiana, e al crollo della Prima Repubblica, con Mani Pulite. Uomo di vasta cultura, che non amava esibire, era rimasto legato alle sue origini  trasteverine e al romanesco. Citava a memoria le poesie del Belli, scegliendo brani appropriati ad ogni occasione politica. Nel 2008 dette alle stampe "La Cricca - Vita di famiglia nella dittatura", edito da Nutrimenti, in cui percorre il cammino dell'Italia dal fascismo al dopoguerra, narrato nella cornice della sua vicenda personale e in particolare della vita quotidiana di Trastevere. Il libro fu presentato a Montecitorio da Gianfranco Fini e Walter Veltroni, che di Renato si onoravano di essere amici. Come me ne sento onorato anch'io. Ciao Renato, ci mancherai.

Neri Paoloni