21/03/2015

L’Ungp riparte per un quadriennio in crescita
La relazione del presidente Bossa al Cn del 20 marzo:
"Opportunità da cogliere per crescere insieme"

Il Presidente dell'Ungp Guido BossaIl Consiglio Nazionale dell’Ungp si riunisce oggi per la prima volta dopo il congresso di Chianciano. Confermo l’impegno assunto al congresso di adoperarmi per una conduzione collegiale dell’Unione e per stimolare tutti i gruppi regionali ad intraprendere le iniziative più efficaci per rinvigorire la nostra azione in periferia. Il quadriennio che ci sta davanti offre, accanto a innegabili criticità, alcune opportunità da non perdere: prima fra tutte la possibilità che è alla nostra portata, di attirare le colleghe e i colleghi che lasceranno l’attività professionale per andare anticipatamente in pensione, e che dobbiamo convincere a restare nel sindacato iscrivendosi alle associazioni regionali e quindi alla nostra Unione


La conclusione del nostro congresso merita ancora qualche riflessione. L’epilogo è recente. Nessuno, neppure chi vi parla,  può dire di aver visto pienamente realizzate le proprie aspettative. Io avrei auspicato una conclusione più condivisa, e mi sono impegnato in questo senso; tuttavia riconosco che la dialettica congressuale ha le sue regole, le sue eccezioni e riserva sempre qualche sorpresa.
Il congresso è e resta sovrano per definizione, ma il congresso si è anche concluso, e quindi ora mi sento di invitare di nuovo tutti a considerare chiusa questa fase, e  darci da fare unitariamente in modo che al termine di questa consigliatura possiamo tutti insieme presentare alla prossima assise nazionale una Ungp ulteriormente rinnovata al vertice e ampliata alla base degli iscritti.
Per quanto riguarda il mio compito, confermo l’impegno a convocare gli organi collegiali – Consiglio nazionale e Comitato esecutivo – alle scadenze previste dallo statuto ed anche più frequentemente, ogni volta che sarà necessario, e ad attenermi alle decisioni che verranno di volta in volta assunte. Il che, tuttavia, non dovrà contrastare con l’esercizio delle competenze e delle prerogative attribuite dallo statuto al presidente dell’Unione.

I nuovi assetti federali

Da quando, a fine febbraio, si sono conclusi prima il nostro congresso e poi quello  federale, la Fnsi ha completato i suoi assetti ed è guidata ora da una maggioranza chiara e ben delimitata, il che è positivo. Maggioranze politiche eterogenee non sono mai auspicabili.
La designazione del collega Santo Della Volpe, Presidente della Fnsi, quale rappresentante di diritto nell’Ungp, ci gratifica e ci onora, perché conferma, al più alto livello, lo stretto collegamento della nostra Unione con il sindacato, che è la nostra casa comune. Lo salutiamo con stima e gli confermiamo la nostra  disponibilità ad un lavoro comune.

Un quadro economico in progresso

Il quadro economico e sindacale che abbiamo  di fronte a noi presenta dati positivi e negativi, comunque da  interpretare.
Preferisco partire da quelli positivi. C’è una ripresa economica, per ora timida, ma che  si potrebbe consolidare nel corso dell’anno. Appena due giorni fa l’Ocse ha certificato un “passo ottimale” dell’Italia sulle riforme economiche, e ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita del Pil per quest’anno e per il 2016. Previsioni ottimistiche condivise dal ministro Padoan e dal governatore della Banca d’Italia Visco, solitamente prudenti.
Come sappiamo, quando il ciclo economico si contrae uno dei primi settori ad entrare in crisi è quello editoriale; che è anche l’ultimo a beneficiare della ripresa, quando si verifica. Sarà così anche questa volta, ma siamo consapevoli che se di vera ripresa si tratta, ben presto comincerà a contagiare anche i giornali. E infatti qualcosa già si vede, se è vero che sono circa duecento le nuove assunzioni registrate negli ultimi mesi del 2014, anche grazie agli sgravi contributivi concessi  dall’Inpgi agli editori.
Segnalo anche una ripresa di iniziative del governo nel settore editoriale (Rai, Raiway) e una situazione in movimento nel settore industriale (Rcs, Mondadori), sulle quali non mi esprimo nel merito, anche perché siamo in una fase di definizione dei progetti. Insomma, è presto per valutare, ma seguiamo gli eventi con attenzione e intanto registriamo il movimento in atto.

Si muove il governo

La notizia più significativa, in proposito, da valutare positivamente, è l’annuncio da parte del governo dell’imminente convocazione di tutta la filiera del settore editoriale: giornalisti, editori, poligrafici, distributori, edicolanti, attorno ad un tavolo nazionale che assuma l’obiettivo di affrontare i problemi del settore in una logica di sistema, non parcellizzata che, come ha detto il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso, approdi ad una riforma radicale in grado di risolvere problemi ormai divenuti strutturali.
In due interviste incrociate sul “Corriere della Sera” delle scorse settimane, Lorusso e il nuovo presidente della Fieg Maurizio Costa, di cui avevamo ascoltato un coraggioso intervento al congresso di Chianciano, si sono scambiati segnali di fumo interessanti, concordando entrambi sulla necessità di coinvolgere tutti i protagonisti, tutte le categorie del settore interessate per realizzare un progetto di sistema che consenta di cogliere l’occasione favorevole per agganciare la ripresa ed uscire dalla crisi. Segnalo che è stato proprio Costa a evidenziare il dato della ripresa della assunzioni, favorita anche dal nuovo contratto, dagli sgravi contributivi e dai contributi previsti dal decreto Lotti. Costa ha ammesso che senza i giornalisti e il loro lavoro non si fanno, e quindi non si vendono, i giornali. Naturalmente noi non siamo ingenui e in particolare non crediamo alle favole. Se sono rose fioriranno, e lo si vedrà ben presto, perché il nuovo contratto è tutto da realizzare e fra pochi mesi si riapre la stagione negoziale. Nell’attesa, sembra di capire che la Fieg dia più spazio di manovra al suo nuovo presidente, come se fossero cessati gli effetti negativi dell’anomalia di un giornalista, per quanto bravo,  alla guida degli editori.

Il ruolo del giornalismo professionale

Di fronte alla crescita di domanda informativa e anche dell’offerta (web, informazione digitale), c’è una contrazione del giornalismo professionale, con evidenti riflessi negativi sulla qualità dell’informazione e anche sulla solidità e rappresentatività degli enti di categoria: sindacato e istituto previdenziale in primo luogo. Anche per uscire dalla duplice crisi del sindacato e della previdenza è urgente allargare il perimetro del giornalismo professionale – uffici stampa pubblici e privati –  chiedendo l’applicazione delle leggi in vigore e incrementando ove possibile  l’ attività ispettiva dell’inpgi. 

Il bilancio dell’Inpgi

Ho già detto dei primi effetti positivi del contratto; ma aggiungo ora che perché questi effetti si rendano visibili nel bilancio dell’Inpgi occorre che i 200 nuovi assunti divengano almeno mille nel triennio. Un traguardo ambizioso.
Per il momento, a quanto a me risulta, la situazione è la seguente. A fronte di un bilancio 2014 che presenta riserve intatte e un attivo di 10 milioni di euro, conseguito grazie al rendimento del patrimonio e alle plusvalenze realizzate mediante il conferimento degli immobili al fondo immobiliare totalmente detenuto dall’Inpgi, registriamo con allarme che il rapporto tra entrate contributive e uscite per prestazioni presenta uno sbilancio di 90 milioni, che deve essere considerevolmente e rapidamente ridotto per salvaguardare l’autonomia dell’Istituto. Ciò vuol dire che di qui alla fine dell’anno l’Inpgi dovrà approvare una pesante manovra correttiva che inciderà anche sulle prestazioni (forse non solo sugli ammortizzatori e la solidarietà),   e che darà indicazioni di direzione anche per il prossimo triennio.
Le scadenze sono molto ravvicinate: a giugno la correzione del bilancio, a settembre il bilancio attuariale per i prossimi 30 anni, all’inizio del 2016 il rinnovo degli organi statutari. La tempistica che ho evidenziato mostra che una parte della manovra, e della conseguente impopolarità per chi dovrà proporla alla categoria ed attuarla, ricadrà sulle spalle degli attuali amministratori; ma il resto, il grosso direi, andrà a carico degli amministratori dell’Inpgi del triennio 2016-2018. Ci pensi bene chi intende candidarsi alle cariche elettive.

I nostri impegni

Per quanto riguarda noi pensionati, prevedo di convocare i nostri organi, Comitato esecutivo e Consiglio nazionale, entro il mese di giugno per valutare la situazione  che ci verrà presentata, e la manovra correttiva che allora dovrebbe essere delineata nei suoi contenuti.
A questo tema è collegato quello della riforma dello statuto Inpgi, che è allo studio della competente commissione. La questione ci riguarda, perché è in ballo anche la rappresentanza dei pensionati negli organi statutari, Consiglio generale e Consiglio di amministrazione.
Le ipotesi di riforma dello statuto, attualmente all’esame, prevedono  l’elezione dei fiduciari nelle regioni, la riduzione del numero dei componenti del Consiglio generale, il mantenimento di una riserva per i pensionati nel Cg.
Allo stato non mi risulta che sia agli atti la proposta di allungamento dei mandati.
Sarebbe opportuno invitare il vice presidente della commissione Statuto Maurizio Andriolo, collega pensionato, che già in passato ha datio la sua disponibiktà ad informarci della situazione.

Fare chiarezza

Occorre fare chiarezza sulla situazione e le prospettive. Abbiamo bisogno di elementi per valutare, ed è ciò che ho chiesto al presidente Camporese in un incontro che ho avuto con lui  il 26 febbraio, quando l’ho invitato ad intervenire, ad una riunione del nostro Cn. Cosa che avverrà quando egli lo riterrà opportuno.
Siamo consapevoli del nostro ruolo nella istituzione ma anche come utenti e sindacalisti.
Ho chiesto di non essere messo davanti al fatto compiuto, nella consapevolezza che di qui a giugno-settembre dovranno essere prese decisioni importanti sia per tagli immediati che per indicazione di prospettiva.
Noi vogliamo partecipare alle decisioni nelle forme opportune,  possibili e consentite

Il caso Sopaf

Abbiamo seguito con attenzione  e anche con allarme l’intera vicenda, fin dal suo inizio. Il nostro sito ha sempre pubblicato in maniera esauriente le notizie che man mano pervenivano dall’autorità giudiziaria, dall’Istituto e da altre fonti.Ci ateniamo in primo luogo  agli atti del Cda Inpgi e alla dichiarazione del 13 gennaio dei giornalisti eletti nel cda.
A prescindere dalle rispettive opinioni, che possono essere legittimamente diverse, non credo sia opportuno né producente affiancare un estemporaneo processo pubblico intentato dalla categoria o da parti di essa, e ancor meno da singoli colleghi per quanto autorevoli, al procedimento giudiziario in corso.  A parte il fatto che non si capisce chi legittimamente potrebbe arrogarsi il diritto di rappresentanza delle parti processuali, anche se vedo molti pubblici ministeri in giro, con e senza toga, richiamo l’attenzione sul fatto che l’accavallarsi di sospetti e invettive potrebbe ritorcersi contro tutti noi.
Personalmente, non ho motivo per non credere alle affermazioni di Camporese, al quale riconosco il merito di aver guidato con mano ferma e anche con una utile visione prospettica l’Inpgi nel momento più difficile della sua storia. Mi auguro che il presidente esca pulito da questa vicenda  e che abbia dei bravi avvocati; per il resto, oltre alla mia personale solidarietà,  non ho consigli particolari di dargli e aspetto gli eventi. Se qualcuno dei componenti del Cn ha proposte da fare, sono pronto ad ascoltare e valutare insieme a voi.

Guido Bossa