14/03/2015
Caso Sopaf: il Tribunale di Milano rinvia al 14 aprile
L'Inpgi non si costituisce parte civile
Slitta la decisione della prima sezione penale del tribunale di Milano sulla richiesta di patteggiamento di Giorgio e Luca Magnoni, nel processo sul dissesto di Sopaf. I giudici hanno rinviato la decisione alla luce delle richieste di costituzione come parte civile presentate da Cassa dei ragionieri, Enpam, una settantina di azionisti Sopaf, l'ordine dei medici di Milano, i liquidatori e i commissari di Sopaf. La prossima udienza è prevista per il 14 aprile: il tribunale dovrà decidere sia sulle richieste di costituzione di parte civile che sulla proposta di patteggiamento dei due imputati
L'Inpgi, l'Istituto di Previdenza dei Giornalisti, non si e' costituito parte civile nel processo milanese a carico di Giorgio Magnoni e del figlio Luca nonostante una delle accuse per gli imputati, che erano a capo della finanziaria Sopaf, sia quella di avere truffato l'istituto per 7,6 milioni. Tra gli indagati in un filone d'inchiesta parallelo, compare anche il presidente dell'Inpgi, Andrea Camporese.
Si sono invece costituiti parti civili l'Enpam, ente di previdenza dei medici, la cassa previdenziale dei ragionieri, settantadue azionisti e l'Ordine provinciale milanese dei medici.
Giorgio e Luca Magnoni hanno trovato un accordo con la procura di Milano per patteggiare rispettivamente una pena di 4 anni e 6 mesi e una di 3 anni e 6 mesi. Giorgio Magnoni e' coinvolto
nell'inchiesta in quanto e' stato vicepresidente del cda di Sopaf dal 2005 al 2012 e consigliere delegato dal 2007 al 2010, mentre il figlio Luca e' stato nel consiglio di amministrazione della societa' dal 2005 al 2012. I due erano stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare nel maggio scorso, insieme ad altre cinque persone, per i reati - ipotizzati a vario titolo - di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa, appropriazione indebita e frode fiscale, in relazione al dissesto del gruppo Sopaf.
Luca Magnoni a differenza del padre risponde in particolare di episodi di bancarotta. Le presunte truffe ipotizzate nell'inchiesta sarebbero state perpetrate ai danni di tre enti previdenziali: Cassa dei ragionieri, Enpam (medici) e Inpgi (giornalisti). Nel dettaglio, la truffa ai danni dell'istituto dei ragionieri ammonterebbe a 52 milioni di euro, quella alla cassa dei medici a 15 milioni e, infine, quella per i giornalisti a 7,6 milioni di euro. Tutti e tre gli enti sono indicati come parti offese dalla procura di
Milano, tuttavia, l'Inpgi non ha chiesto di costituirsi parte civile nel procedimento, giustificando la scelta con il fatto che c'e' in ballo un tentativo di patteggiamento e che se questo verra' ratificato dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano, alle parti civili eventualmente ammesse spetterebbe solamente il risarcimento delle spese legali e non dell'eventuale danno provocato dalle condotte degli imputati. Sulla vicenda Sopaf, va ricordato, c'e' ancora una inchiesta aperta del pm Gaetano Ruta, che
vede indagati, tra gli altri, anche Aldo e Ruggero Magnoni (fratelli di Giorgio), oltre al presidente dell'Inpgi Andrea Camporese, accusato di truffa e che ha sempre respinto le accuse, e l'ex presidente della Cassa dei Ragionieri, Paolo Saltarelli, il quale e' anche stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare per l'accusa di corruzione.
Nella prossima udienza, fissata per il 14 aprile, il tribunale dovra' decidere sia sulle richieste di costituzione di parte civile che sulla proposta di patteggiamento dei due imputati.
L'Inpgi è stato rappresentato nell'udienza, come parte offesa nel processo, dall'avvocato Maurizio Bellacosa, dello studio legale Severino. Inoltre, per esaminare il profilo civilistico della vicenda Sopaf, l'Inpgi ha conferito mandato all'avvocato Andrea Marani, dello studio Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli.
I legali incaricati valuteranno altre eventuali iniziative da intraprendere da parte dell'Istituto.
L'Enpam, ente di previdenza dei medici, la cassa previdenziale dei ragionieri, settantadue azionisti e l'Ordine provinciale milanese dei medici, a differenza dell'Inpgi, hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo milanese a carico di Giorgio Magnoni e del figlio Luca, nell'ambito del procedimento con al centro la holding finanziaria Sopaf. Hanno chiesto di costituirsi parti civili anche i liquidatori e i commissari giudiziari della Sopaf.
I due imputati, dopo aver trovato l'accordo, attraverso i loro difensori, con il pm di Milano Gaetano Ruta, hanno presentato ai giudici della prima sezione penale una proposta di patteggiamento rispettivamente a 4 anni e mezzo (per Giorgio Magnoni) e a 3 anni e mezzo (per Luca Magnoni). Il collegio, però, non ha deciso sull'istanza, ma ha chiesto chiarimenti al pm in relazione «alle azioni risarcitorie, se ci sono state, da parte degli imputati».
Tutti gli enti che hanno chiesto di essere parte civile hanno spiegato di non aver ottenuto alcun
risarcimento, mentre il pm ha chiarito che la proposta di patteggiamento è comunque «meritevole di accoglimento» perché i Magnoni hanno messo a disposizione i loro beni nell'ambito della procedura concorsuale della società e «non mi risulta abbiano disponibilità finanziarie aggiuntive». Il Tribunale, intanto, ha deciso di rinviare il processo al 14 aprile per decidere sulle parti civili, tenendo in 'stand by' le istanze di patteggiamento.