09/02/2015

I funerali di Massimo Rendina partigiano e giornalista
Sempre vicino alla Fnsi che lo ricorda commossa

Massimo RendinaSe ne è andato a 95 anni il 'comandante Max", Massimo Rendina, l'ultimo partigiano, protagonista della Resistenza, ma anche storico e giornalista, direttore del primo telegiornale Rai, e vice-presidente dell'Anpi Nazionale, oltre che presidente onorario dell'Anpi di Roma.


Appresa la notizia della morte, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato alla moglie di Rendina un messaggio, nel quale ha espresso il suo profondo cordoglio "per la scomparsa di un testimone leale e appassionato di molti decenni della nostra storia". "L'immagine più nitida che mi resta di lui - ha detto il Capo dello Stato - è quella, più recente, di instancabile dirigente dell'Anpi, al vertice della quale ha saputo difendere la memoria autentica dei valori della Resistenza e tramandarla ai giovani con passione ed entusiasmo".
Grande cordoglio, "mio e della Camera dei Deputati per la scomparsa di Massimo Rendina", è stato espresso dalla presidente della Camera Laura Boldrini, che ha parlato di "figura straordinaria di combattente contro il nazifascismo e poi di animatore della democrazia".
Il sindaco di Roma Ignazio Marino si è detto "profondamente commosso" per la sua scomparsa, definendolo "straordinario custode della memoria" e ha ricordato che "per decenni Rendina ha portato avanti in maniera instancabile la testimonianza e il ricordo della resistenza partigiana con la sua attività all'interno dell'Anpi, con l'impegno professionale e con le lezioni nelle scuole". Roma, medaglia d'oro per la resistenza, ha ricordato Marino, "non dimenticherà la sua lezione di vita".
L'Anpi (Associazione nazionale partigiani) di Roma, è "addolorata" per la scomparsa di Rendina perché "viene a mancare non solo un protagonista e testimone della Resistenza italiana, ma un lucido intellettuale, una guida sempre attenta ai cambiamenti della società, un esempio per le nuove generazioni a lui molto care". Rendina è stato presidente per oltre 12 anni del Comitato Provinciale di Roma e del Lazio.
Nato a Venezia il 4 gennaio 1920, Rendina militò prima nella 19esima brigata Giambone Garibaldi, come capo di Stato Maggiore, e poi nella 103esima brigata Nannetti della prima divisione Garibaldi, della quale fu prima comandante e poi capo di Stato Maggiore. Riconosciuto Partigiano combattente dal 1 novembre del '43 alla fine della liberazione dell'Italia dal nazifascismo.
Rendina è stato docente di storia della comunicazione e membro del Comitato scientifico dell'Istituto Luigi Sturzo per le ricerche storiche sulla Resistenza. E' stato, inoltre, l'ideatore della Casa della Memoria e nella Storia, inaugurata dalla giunta Veltroni nel 2006 e fondatore dell'associazione di telespettatori cattolici Aiart. Per il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti "ci lascia un uomo straordinario, simbolo della lotta per la libertà contro il nazifascismo e per la difesa dei valori di democrazia e di amore per la patria'". Tristezza per la sua morte è stato espressa anche dal presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna per il quale "ha incarnato i più alti valori della democrazia italiana". Tanti gli attestati di stima e cordoglio dal mondo politico. Perché del resto, come scrive su Facebook il deputato Marco Miccoli: "Un partigiano non muore mai".  (di Emanuela de Crescenzo) (ROMA, 8 FEBBRAIO - ANSA)

IL CORDOGLIO DELLA FNSI PER LA SCOMPARSA DEL COLLEGA E PARTIGIANO MASSIMO RENDINA
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ricorda Massimo Rendina come un grande amico del sindacato dei giornalisti. Fu sempre impegnato nella battaglia per la libertà di stampa e per la libertà di tutti e strenuo difensore dell’autonomia della professione giornalistica contribuendo con intelligenza e forza a molte iniziative della Fnsi di cui il Sindacato dei giornalisti va fiero. Un giorno triste per la professione e per la democrazia nel nostro Paese. La Fnsi esprime il proprio cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia per la scomparsa di un grande uomo e collega a nome di tutti i giornalisti italiani. Roma, 9 febbraio 2015

MASSIMO RENDINA
Nato a Venezia il 4 gennaio 1920, giornalista, Presidente dell'ANPI di Roma.
Abitava a Bologna e si era appena avviato alla professione di giornalista quando era stato chiamato alle armi. Tenente di Fanteria, al momento dell'armistizio era subito passato con la Resistenza al comando, in Piemonte, di una formazione autonoma alla cui guida, col nome di battaglia di "Max il giornalista", aveva combattuto sino al luglio del 1944. Diventato capo di stato maggiore della I Divisione Garibaldi, aveva preso parte alla liberazione di Torino e nel capoluogo piemontese aveva ripreso la professione a l'Unità. Dal quotidiano del PCI, Massimo Rendina è poi passato alla RAI, come direttore del primo telegiornale. Docente di Storia della comunicazione, Rendina, che risiede a Roma, dove presiede la locale Associazione degli ex partigiani, è membro del Comitato scientifico dell'Istituto Luigi Sturzo per le ricerche storiche sulla Resistenza. Nel 1995 ha pubblicato per gli Editori Riuniti, con prefazione di Arrigo Boldrini, un agile e prezioso Dizionario della Resistenza italiana.