01/02/2015

Mozione congressuale del VI Congresso dell'UNGP
"L’impegno dei giornalisti pensionati per la difesa della professione,
la tenuta del nostro sistema previdenziale, la difesa del potere d’acquisto
delle pensioni, la tutela di tutti"

La crisi economica italiana e quella dell'editoria in particolare impongono anche a un sindacato come il nostro  di riflettere sulla tenuta del nostro sistema previdenziale pagato dai giovani con i loro contributi. Si pone con urgenza il tema del conflitto generazionale che rischia di aggravarsi. Il sostegno all'Inpgi derivato dall'ultimo contratto, l'aumento dell'aliquota per gli ammortizzatori e il rifinanziamento del fondo dei prepensionamenti sono da valutare positivamente. Il tempo ci dirà se produrranno effetti e se davvero arriveranno i mille posti di lavoro in più promessi nel triennio. Sul cumulo il nostro istituto è latitante, aspetta e rimanda senza coraggio una ragionevole soluzione. E  il Congresso confermi il divieto per i pensionati di svolgere le mansioni proprie dei dipendenti


Quanto alla Casagit, gli iscritti contrattualizzati sono in calo, i pensionati aumentano, le prestazioni sono sempre più' onerose. Bisogna tenere in equilibrio il sistema salute.
I numeri: 53mila iscritti alla Casagit, 110 mila iscritti all'Ordine (29 mila professionisti, 75 mila pubblicisti). All'Inpgi sono aperte 55 mila posizioni (15 mila iscritti sia alla principale che alla separata). Solo 22 mila colleghi sono iscritti alla Fnsi. Ecco un problema di tutta la categoria.
Alla nostra Unione gli iscritti però aumentano, un centinaio in più. Ci dobbiamo inorgoglire? No, dobbiamo fare di più.
E alla Fnsi che fra poco rinnoverà i suoi dirigenti, l'Unione chiede di poter contare di più, chiede un più stretto collegamento, chiede risposte sui temi cogenti della difesa delle pensioni, della detassazione delle pensioni, della perequazione delle pensioni.
Il Fondo di perequazione che funziona per un numero ristretto di pensioni più basse, è stato una grande conquista, ma tutte le pensioni medie sono in sofferenza, la questione del welfare, del nuovo welfare migliorativo per i pensionati di oggi e di domani, deve essere assunta dalla Federazione in tutta la sua complessità, portata avanti con il governo al pari della questione lavoro per i giovani, al pari del superamento delle situazioni generalizzate di precarietà.
Chiediamo ai nuovi dirigenti della Fnsi di affrontare con noi il problema della perequazione, fondamentale in un sistema equilibrato di welfare, prioritario come gli altri aperti sul tavolo sindacale. Rifiutiamo l'idea che parlare di pensioni mette in crisi la coesione intergenerazionale e la necessaria unità del sindacato al quale abbiamo dato per decenni energie e forza , pensando non solo a noi ma anche al futuro della professione e alle donne e agli uomini che la compongono. I giornalisti pensionati italiani non si tirano indietro, non l'hanno mai fatto. E ricordiamo ai nuovi dirigenti che soltanto insieme si vince.
Noi pensionati non vogliamo contare di più , nel nostro sindacato di giovani e anziani, soltanto per noi. Non vogliamo essere egoisti. Ma nemmeno sentirci esclusi.
Il sindacato, un sindacato moderno e vero, deve tutelare tutti. Questa è  la vera priorità, la ragione stessa di esistenza del sindacato unitario.
In ultimo l'Unione. Siamo qui per rinnovarci, nelle idee e negli uomini, per andare avanti. Crediamo che sia possibile, in spirito unitario. Senza fughe in avanti. Nessuno ha da proporre ricette magiche. Ma crediamo che un cammino comune, in sintonia con una Fnsi rinnovata e più forte, possa produrre  risultati importanti.