09/12/2011
Manovra Monti, un comunicato Inpgi chiarisce: per i giornalisti
non cambiano età e calcolo delle pensioni
Confermata la perequazione solo per i trattamenti inferiori a 12 mila euro
In una sua nota l’ Inpgi conferma che la manovra Monti nulla cambia per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia e anzianità dei giornalisti: si continuerà ad andare in pensione, con lo stesso meccanismo di calcolo, alla maturazione dei requisiti in essere che sono stati oggetto di una recente nuova normativa dell’istituto, approvata dai Ministeri vigilanti, che prevede, fra l’altro, l’innalzamento graduale dell’ età delle donne a 65 anni. Il blocco della perequazione, invece, riguarda anche i giornalisti perché l’Inpgi ha la stessa normativa del sistema generale: rivalutazione intera fino a 12.152 euro. Nulla per le pensioni superiori
Ecco il testo del comunicato Inpgi:
"La manovra Monti, in attesa di conversione parlamentare, allo stato attuale contiene una norma di impatto rilevante (per le Casse private e privatizzate) in quanto, ai fini del mantenimento della loro autonomia, obbliga l’aumento delle garanzie per gli equilibri gestionali che viene elevato dai precedenti 30 ai 50 anni.
Non trovano applicazione all’Istituto le norme relative all’innalzamento dei requisiti di età per la pensione di vecchiaia. L’lNPGI ha, infatti, recentemente varato una propria normativa che equipara il requisito dell’età delle donne a quello degli uomini in un arco temporale di 10 anni. Per gli uomini resta fermo il requisito di 65 anni.
Per quanto attiene ai trattamenti di anzianità nulla cambia in quanto l’Istituto, anche per tale tipologia di pensione, ha una propria normativa autonoma. In tale materia, l’abolizione delle finestre mobili (12–18 mesi dalla maturazione dei requisiti), in virtù dell’esplicito riferimento della nostra normativa a quella generale, risultano soppresse.
Il blocco della perequazione riguarda anche i pensionati INPGI perché, in questo caso, il nostro Regolamento richiama la perequazione stabilita dal sistema generale obbligatorio. Pertanto tutti i trattamenti pensionistici superiori a 2 volte il minimo INPS non avranno alcun adeguamento nel biennio 2012–2013. Saranno interamente salvaguardate le pensioni fino a due volte il minimo INPS nella misura del 100% (12.152,92 euro).
È opportuno, inoltre, sottolineare per le pensioni in totalizzazione l’abolizione della limitazione delle 3 annualità minime richieste in ogni gestione. Ciò comporta che ogni spezzone contributivo, anche minimo, potrà essere utilizzato ai fini del raggiungimento dei requisiti contributivi per l’accesso alla pensione in totalizzazione. Non appena avverrà la conversione in legge l’Istituto emetterà un nuovo comunicato".