01/02/2015

Gli interventi alla tribuna del Congresso
Giovanni Rossi (Fnsi): "Il sindacato apre spazi ai pensionati, sta a noi occuparli"

Giovanni RossiIl ruolo dei giornalisti pensionati e il futuro dell’Inpgi sono stati gli argomenti su cui si è intrattenuto Giovanni Rossi, presidente uscente della Fnsi, parlando al microfono del sesto congresso dell’Unione nazionale dei giornalisti pensionati. Per quanto concerne i pensionati li ha invitati ad occupare il molto spazio che ancora hanno a disposizione per crescere in rappresentanza della categoria. Per l’Inpgi ha confermato la necessità di mutamenti, però “se il sistema editoriale non esce dalla crisi tutto può essere vanificato”.


Ai nuovi vertici dell’Unpg Rossi ha chiesto di costruire un’ “organizzazione forte in grado di dare risposte ai rottamatori, non riformatori, che vorrebbero i pensionati ai margini della società”. La forza verrà “dalla valorizzazione della storia, delle esperienze dei valori di tutte le generazioni”. In più va aumentato il proselitismo attraverso una crescita di iniziativa da parte dei gruppi regionali.
Ha poi invitato a non sottovalutare le difficoltà che si affacciano sul futuro dell’Inpgi e degli organismi economici della categoria “sottoposti a sforzi che li fanno scricchiolare”. L’Inpgi è in difficoltà, ha aggiunto, a sua volta la Casagit “per non essere travolta dalla crisi della categoria” guarda al di fuori di se stessa offrendo le proprie capacità. Il Fondo complementare infine “è diventato un ammortizzatore sociale”.
Approfondendo il tema dell’Inpgi il presidente Rossi ha ricordato come l’ultimo difficile contratto di lavoro abbia sollevato l’ente dall’onere degli ammortizzatori sociali. Ciò però non evita che si vada ad un’autoriforma dell’ente mettendo in discussione le prestazioni, ma con ciò evitando che “la riforma ci venga imposta”. In questo quadro di “categoria debole e nella bufera” l’Ungp deve essere in grado di dare un contributo per la riforma al fine di “salvaguardare le fasce più deboli”. La riforma dell’Inpgi deve essere comunque “sociale, solidaristica, partecipata e non solo tecnica”.