01/12/2014
Verso il Congresso, dal gruppo lombardo idee e proposte
per un "nuovo Welfare" dei giornalisti pensionati italiani
Il Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati, con l'elezione dei nuovi membri del Consiglio direttivo regionale e la nomina dei delegati al Congresso nazionale dell'Unione Nazionale Giornalisti Pensionati - sindacato di base della Federazione Nazionale della Stampa Italiana - si presenta più unito e più forte di fronte alle sfide che l'attuale situazione economica e professionale ci impone di affrontare. Siamo ben coscienti che non si possano risolvere i problemi solo con belle parole e autorevoli proclami: occorre dare un contributo fattivo di idee e proposte per unire tutte quelle forze che intendano battersi per cercare di raddrizzare la barra del timone della nostra categoria, affinchè la FNSI, dopo il suo congresso di gennaio 2015, possa tornare ad essere un sindacato forte e autorevole per tutti i colleghi in attività e in pensione
Da Bergamo ad oggi sono passati 4 anni difficili per la categoria, tutti carichi di segni negativi (meno occupazione, più disoccupazione, stipendi al minimo, prepensionamenti e pensionamenti a livelli mai raggiunti, e da ultimo il contratto). Segnali inquietanti che hanno portato molti colleghi a criticare il sindacato, reo di essersi arreso agli editori, toccando punte di disaffezione mai conosciute prima: astensioni record sul referendum, inviti a non votare per il congresso, sfiducia verso i vertici di associazioni regionali e dirigenti federali. Brutti avvertimenti che vanno analizzati e interpretati, se non si vorrà che incidano ancora più negativamente sui contributi che la Federazione ha cercato e sta cercando di dare, tra le pieghe delle varie componenti di maggioranza non sempre in affinità tra loro, per poter far affrontare con forza e coesione quattro anni difficilissimi alla nuova giunta della Fnsi che nascerà da Chianciano. Anni che saranno tutti in salita sul piano dei rapporti sindacali interni e istituzionali, sia nel confronto con gli editori e il governo.
Troppo spesso si è assistito nelle redazioni a veri e propri “diktat” degli editori che hanno creato voragini occupazionali, con prepensionamenti indiscriminati e pensionamenti forzati, senza che a fronte di ogni uscita ci fosse stata una adeguata assunzione. Su 1200 colleghi posti in trattamento di quiescenza negli ultimi due anni, solo poche centinaia di giovani giornalisti sono stati assunti a tempo indeterminato, nonostante gli sgravi fiscali e gli incentivi agli editori varati dal governo. Se poi sul piatto della bilancia mettiamo anche il contratto, firmato più per necessità di chiudere un lungo contenzioso con gli editori che per aver raggiunto traguardi economici ed occupazionali vantaggiosi, non possiamo che constatare un forte stato di disagio nelle testate a partire da quelle storiche e di maggior peso nella chiusura delle vertenze contrattuali: un tempo punto di riferimento dell'intero arco redazionale italiano. Tuttavia non tutto è da criticare: se non altro questo contratto ha costretto gli editori a versare più contributi all'Inpgi e ciò va nella direzione di controbilanciare le contribuzioni perse con le uscite forzate dal mondo del lavoro.
Siamo convinti che la Fnsi abbia fatto uno “sforzo massimo” nel firmare tale accordo con gli editori: purtroppo, dati i tempi di vacche magre, questo sforzo - forse - non è stato capito da tutti e allora occorre che la nuova dirigenza del nostro “sindacato-madre” ne prenda atto e cerchi di riavviare una politica di fiducia e di avvicinamento soprattutto tra i giovani colleghi in attività e verso tutti gli altri che soffrono questi momenti duri e bui della nostra categoria.
Per noi pensionati il contratto ha riconfermato l'art. 21 che istituisce il Fondo perequativo delle pensioni e a dicembre un altro migliaio di colleghi in difficoltà riceverà una sorta di “quattordicesima bis”, grazie al contributo di 5 euro mensili da parte dei giornalisti in attività che alimentano questo Fondo. Un altro passaggio, non meno doloroso, ma definitivo, è quello che riguarda la “ex fissa”, per cui moltissimi colleghi da anni in lista di attesa, con l'intervento dell'Inpgi vedranno ridotti i tempi di erogazione, che prima erano stimati – per chi era già o andava in pensione – nell'arco di oltre un decennio: essi avranno un congruo anticipo (10000 euro) nei primi mesi del prossimo anno e poi il resto in rate, comunque non inferiori a 3000 euro annui.
Con questi spunti e con questi temi sul tappeto, anche noi del Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati ci accingiamo a dare il nostro contributo, sia sul piano locale che, in occasione del prossimo congresso dell'Ungp di Chianciano su quello nazionale, poiché riteniamo di avere le carte in regola per intervenire nel dibattito e partecipare allo sforzo comune per contribuire a superare le difficoltà in cui versa il Paese, offrendo un contributo di idee e di proposte che vanno nel senso di far sì che anche l'Italia si adegui ai Paesi europei con minori indebitamenti pubblici e con sistemi di assistenza e previdenza degni di una Nazione civile che annovera bassi tassi di indigenza e povertà.
Siamo convinti che la categoria dei giornalisti pensionati, così come tutti i lavoratori in quiescenza, abbia bisogno di un “Nuovo Welfare” che sia frutto di “riforme vere”, basate su concetti di “sussidiarietà” e “solidarietà” che valorizzino la persona e che tengano conto delle fragilità e delle condizioni economiche e sociali dei soggetti interessati, prendendo atto – come per tutte le categorie sociali e professionali – che è mutato il “concetto di anziano”, aprendo una nuova fase di “attenzione verso i bisogni reali”, assumendo il carattere di esigenza condivisa.
In questo quadro, il Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati assieme all'Unione Nazionale, fa appello alle Organizzazioni Sindacali, alla FNSI, all'Istituto Nazionale di Previdenza Giornalisti, alla Casagit, all'Ordine Nazionale dei Giornalisti, alle Associazioni regionali della Stampa, e a tutti gli organismi professionali, perchè tutelino i lavoratori pensionati che vivono esclusivamente di pensione, dalla pressione massiccia del Governo, che con imposte e tasse incide pesantemente sul reddito di ogni famiglia, affinchè non si penalizzino più i redditi certi da pensione per risolvere i problemi economici del Paesi, considerando i prelievi forzosi sulle pensioni come fossero “prelievi da bancomat”, da disporre in ogni momento, per affrontare esigenze di cassa temporanee o durature, che avrebbero bisogno di politiche fiscali più eque e di ben altra natura.
Per quanto riguarda la nostra categoria, secondo noi la FNSI deve, assieme alle altre organizzazioni sindacali e ai rappresentanti dei settori professionali, fare coalizione, perchè si faccia sentire all'unisono nelle sedi competenti. A questo proposito auspichiamo un confronto sempre più continuo e incisivo con il Ministero del Lavoro da parte dell'Inpgi per elaborare proposte concrete e reali di concerto con le loro rappresentanze sindacali, a tutela della categoria dei pensionati soprattutto in materia fiscale, da porre come alternativa alle condizioni, a volte costrittive e inaccettabili del Governo.
Fa specie, ad esempio, l'imposizione che impone alle Casse private di essere congrue da qui a 50 anni, come se il futuro mezzo secolo fosse dietro l'angolo, senza tenere conto che i conti si fanno anno per anno, e per i pensionati giorno per giorno! Difendere il patrimonio dell'Inpgi (anche se le ultime vicende dovranno far luce su operazioni finanziarie sotto inchiesta da parte della magistratura) è un impegno di noi tutti giornalisti italiani e a maggior ragione dei pensionati, per cui avere i conti a posto anche di fronte alle difficoltà crescenti e quindi a bilanci non positivi da qui a qualche anno, non solo ci deve far riflette ma pensare che qualche sforzo occorre farlo sin da subito. Quindi non è detto che tutte le Casse di previdenza di altri Enti privati abbiano solide garanzie per il futuro, per cui, occorre fare squadra, proprio per condividere le legittime aspettative di pensione dei propri iscritti. Per rimanere nel settore dell'editoria, a causa della crisi economica e dei conseguenti provvedimenti di “espulsione” dal mondo del lavoro di soggetti pensionati o prepensionati, un ulteriore elemento che ci deve far riflettere è che questi colleghi non sempre vengono sostituiti nelle redazioni, come del resto accade anche negli uffici di molti studi professionali o aziende considerate eccellenze nel settore dell'alta tecnologia. Ciò mette a rischio il finanziamento degli Istituti di previdenza, sia pubblici che privati, deputati ad erogare pensioni ai lavoratori in quiescenza, proprio a causa della diminuzione dei propri iscritti.
Ecco, quindi, che secondo il Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati, si pone l'esigenza di elaborare un “Manifesto nuovo” per un “Nuovo Welfare” dei lavoratori pensionati , basato su una solidarietà che passa attraverso investimenti di maggiori risorse da destinare a fini sociali, soprattutto da parte del Governo, che deve allentare la pressione fiscale, adeguando le pensioni più basse per soddisfare i bisogni delle famiglie, lenendo le difficoltà economiche e togliendo tutte le iniquità esistenti. Attualmente non c'è proporzione tra la elevata tassazione delle pensioni e i benefici che i pensionati godono dallo Stato sottoforma di beni e servizi, soprattutto per quanto riguarda gli ultra 65enni. Il servirsi del sistema sanitario nazionale, dopo una vita lavorativa, è un beneficio sacrosanto che ci spetta dopo aver pagato durante l'arco degli anni di lavoro i contributi relativi, da non confondersi con quelli previdenziali, pur continuando ancora a pagare, da pensionati, il Welfare generale, di cui si gode solo in parte.
In altri Paesi europei, quali Francia, Germania, Olanda, la pressione fiscale sui redditi pensionistici goduti da pensionati che abbiano raggiunto una certa età (65 – 70 anni) comporta una esenzione di base (franchigia) che va dal 25 al 40 per cento su cui non c'è tassazione e le imposte (progressive) si pagano solo sulla parte restante, anche perché le pensioni, di fatto, non si rivalutano e perdono progressivamente di valore.
Questo sistema di tassazione, più equo e solidale del nostro, fa sì che in questi Paesi il debito pubblico sia più basso che in Italia e i cittadini godano di un ottimo Welfare, essendoci anche un minore tasso di indigenza e povertà tra la popolazione. Ecco perché anche noi, in Italia, avremmo molto bisogno di un “Nuovo Welfare” che ci garantisca una vita dignitosa e che contemporaneamente consenta al Paese di crescere. La direzione del governo attuale va nel senso di uno Stato riformato dalle istituzioni alle varie organizzazioni del lavoro, del fisco, della scuola, ecc. Bene, pensi allora anche ai pensionati! Per quanto riguarda noi giornalisti pensionati,un esempio di autonomia e autogestione lo abbiamo dato con l'istituzione di un Fondo adeguamento delle pensioni, per cui apprezziamo come positivo il raggiungimento dell'accordo siglato tra FNSI e Inpgi sul regolamento di questo nostro Fondo contenuto nel contratto di lavoro, per ridistribuire, per il secondo anno una quota del Fondo che consente di aiutare i colleghi più bisognosi in pensione, come appunto già fatto lo scorso anno per un migliaio di loro. Questo regolamento prevede una gestione paritetica tra FNSI e Inpgi che amministra il Fondo, con presidenza Inpgi, ma con presenza tra i rappresentanti della Fnsi di un esponente designato dall'Ungp.
Con questi intendimenti, quindi, noi giornalisti pensionati del Gruppo Lombardo italiani parteciperemo al Congresso nazionale dell'Ungp con spirito propositivo proprio per fare sentire la nostra voce, lanciare le nostre proposte e per stendere un Manifesto condiviso per un “Nuovo Welfare” dei giornalisti pensionati italiani per gli anni futuri, che deve passare attraverso una grande unità (giovani e meno giovani) che coinvolga tutte le categorie professionali e sindacali, per dare un segnale di svolta e di cambiamento all'intero sistema previdenziale e assistenziale italiano.
Gian Fulvio Bruschetti
Presidente del Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati