15/11/2014

Il Presidente dell'Inpgi Andrea Camporese indagato per truffa ai danni dell'Istituto:
"Sono sorpreso e profondamente amareggiato. Ecco tutti i chiarimenti sul caso Sopaf"

Il Presidente Inpgi Andrea CamporeseMilitari della Gdf hanno notificato un'informazione di garanzia al presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti (Inpgi) Andrea Camporese per una presunta truffa ai danni dell'Istituto. Secondo l'accusa Camporese, in concorso con gli amministratori del Gruppo Sopaf Spa, avrebbe consentito alla stessa Sopaf di realizzare un ingiusto profitto in danno dell'Inpgi, per  7.600.000 euro, attraverso operazioni di trasferimento di quote di Fip (Fondo Immobili Pubblici). Immediata la replica di Camporese: "Ho ricevuto con stupore e profonda amarezza la notifica di un atto con cui mi si informa dell’esistenza di indagini anche nei miei confronti, in qualità di Presidente dell’Inpgi, in relazione a un’operazione avvenuta nel 2009 di acquisto di quote del fondo immobiliare riservato “Fip - Fondo Immobili Pubblici”, promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tale acquisto avvenne con uno sconto significativo sul Nav (Valore Unitario Netto della quota calcolato per legge dalla Società di gestione del risparmio che gestisce il fondo) e ha prodotto dal momento dell’acquisto al 30/10/2014 un rendimento annuo lordo del 9,53% sull’investimento e proventi incassati pari a € 10,7 milioni sui 30 milioni di euro investiti all’epoca"


Nell'inchiesta, diretta dalla procura di Roma e svolta da militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, oltre a Camporese, sono indagate altre cinque persone: Giorgio Magnoni, Alberto Ciaperoni, Stefano Siglienti, Andrea Toschi, della Sopaf (Società Partecipazioni Finanziarie), già coinvolta in altre vicende giudiziarie.
La presunta truffa sarebbe avvenuta nel contesto di una complessa operazione finanziaria: secondo gli inquirenti, Sopaf Spa ha acquistato quote Fip, poi rivendute all'Inpgi e all'Enpam (Ente di previdenza dei medici) dalla società austriaca Immowest. Non avendo la disponibilità finanziaria per concludere la transazione con Immowest - sempre secondo la ricostruzione dei pm e della Guardia di Finanza - Sopaf è riuscita a definire l'operazione solo grazie ad un finanziamento occulto ottenuto dagli stessi. Per poter celare il finanziamento – sostiene l'accusa - sono stati stipulati, tra Sopaf e gli enti Enpam e Inpgi, due Escrow Agreement (deposito in garanzia presso terzo rispetto ai contraenti), collegati ai contratti di compravendita; tali atti sono stati strutturati in modo tale da permettere a Sopaf di poter disporre del prezzo di vendita prima che i certificati delle quote Fip fossero trasferiti agli enti.
Per quel che concerne specificamente l'Inpgi gli inquirenti hanno accertato che i dirigenti dell'ente non sono intervenuti in alcuna fase della redazione dei Escrow Agreement, accettando passivamente quanto stabilito da Sopaf. Tale particolare è confermato - secondo l'accusa - dall'analisi della documentazione acquisita e dalle dichiarazioni dei dipendenti di Intesa Sanpaolo (Escrow Agent dell'operazione) coinvolti nelle operazioni. Sempre secondo l'accusa, il contratto di Escrow con l'Inpgi è stato strutturato esclusivamente per permettere a Sopaf di costituire la provvista necessaria per l'acquisto delle quote Fip da Immowest. Tale contratto - sempre secondo gli inquirenti - è stato occultato al Consiglio di Amministrazione dell'ente in sede di ratifica della delibera presidenziale n. 42 del 19 febbraio 2009 (con cui è stato disposto l'acquisto delle quote Fip da Sopaf) a firma di Camporese, ratificata dal Consiglio di amministrazione con atto n. 40 del successivo 7 aprile. L'effetto della complessa operazione, secondo i pm - sarebbe stato quello di un ingiusto profitto realizzato dalla Sopaf ai danni dell'Inpgi per oltre sette milioni e mezzo di euro.
L'inchiesta sulla holding Sopaf avrebbe documentato "una consuetudine di rapporti molto stretta" tra il presidente del'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti (Inpgi), Andrea Camporese, e "i vertici" della stessa società. E' quanto si legge negli atti delle indagini coordinate dal pm di Milano Gaetano Ruta (e non dalla Procura di Roma, come scritto in precedenza) che ha inviato una informazione di garanzia a Camporese con l'ipotesi di truffa ai danni dell'Istituto, notificata stamani dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf.
Nell'ambito della prima tranche dell'inchiesta, lo scorso maggio, erano stati arrestati i tre fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni, e il figlio di quest'ultimo, Luca, accusati del crac della holding Sopaf, assieme ad Andrea Toschi, che è stato presidente di Arner Bank, Alberto Ciamperoni, ad della società di gestione risparmio Adenium, e Gianluca Selvi, dominus della società Hps. Tre giorni fa, invece, è finito in carcere Paolo Saltarelli, l'ex Presidente della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Ragionieri, accusato di corruzione (oggi è stato interrogato dal gip) per aver intascato una mazzetta da un milione di euro dando in cambio la gestione di circa 630 milioni di euro di contributi previdenziali dei ragionieri ad Adenium Sgr, società controllata da Sopaf.
Nell'ambito della tranche dell'inchiesta che vede indagato Camporese, al presidente dell'Inpgi viene contestato, in concorso con gli amministratori del Gruppo Sopaf Spa, di aver consentito alla stessa Sopaf di realizzare un ingiusto profitto in danno dell'Inpgi per 7.600.000 euro, attraverso operazioni di trasferimento di quote di Fip (Fondo Immobili Pubblici). Agli atti dell'inchiesta ci sono una serie di e-mail. Sopaf, il 23 febbraio 2009, come si legge negli atti, "ha sottoscritto un contratto di compravendita di ulteriori 224 quote del Fip con l'INPGI (...) il prezzo 'immodificabile' di acquisto concordato è stato pari ad euro 30.0000.000". Nel contratto in argomento, si legge ancora, "sottoscritto dal Presidente dell'Inpgi, Camporese Andrea, era indicato soltanto il prezzo complessivo della compravendita, senza alcuna indicazione del valore della quota (...), né dei criteri di determinazione del prezzo".
"Ho ricevuto con stupore e profonda amarezza la notifica di un atto con cui mi si informa dell’esistenza di indagini anche nei miei confronti, in qualità di Presidente dell’Inpgi, in relazione a un’operazione avvenuta nel 2009 di acquisto di quote del fondo immobiliare riservato “Fip - Fondo Immobili Pubblici”, promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze". E' quanto ha dichiarato il presidente dell'Inpgi Andrea Camporese.
"Tale acquisto avvenne - prosegue la nota di Camporese - con uno sconto significativo sul Nav (Valore Unitario Netto della quota calcolato per legge dalla Società di gestione del risparmio che gestisce il fondo) e ha prodotto dal momento dell’acquisto al 30/10/2014 un rendimento annuo lordo del 9,53% sull’investimento e proventi incassati pari a € 10,7 milioni sui 30 milioni di euro investiti all’epoca.
Nonostante ciò, le verifiche degli inquirenti sarebbero incentrate su un presunto accordo esistente tra me e il venditore delle quote, che avrebbe portato al pagamento di un prezzo eccessivo delle quote stesse.
In buona sostanza, mentre le quote sono state da noi pagate € 133.333,33 ciascuna, sarebbero state, invece, acquistate dal nostro venditore a un prezzo più basso.
Confido che venga immediatamente appurato che mai alcun accordo occulto o sotterfugio è stato utilizzato in questa vicenda, come in  tutte le altre seguite dall’Ente.
L’operazione in questione, istruita dagli uffici dell’Inpgi secondo le procedure interne, è stata realizzata utilizzando schemi negoziali usuali e tipici dei mercati finanziari nell’ambito di un procedimento pienamente trasparente e tracciabile in ogni passaggio e, pertanto, senza possibilità di occultare alcunché.
Gli inquirenti, al riguardo, non hanno mai neppure ipotizzato che io abbia potuto trarre un vantaggio personale dall’operazione.
Auspico che al più presto si accerti l’assoluta correttezza dell’operato mio e di tutte le persone che in seno all’Inpgi hanno lavorato per realizzare questo investimento.
Me lo auguro, in particolare, per garantire la serenità di tutti coloro che svolgono compiti delicati nell’interesse dell’Istituto e che sono istituzionalmente impegnati a trattare operazioni come queste con centinaia di controparti.
Desidero ringraziare le tantissime persone che mi hanno inviato messaggi di stima, le quali, conoscendomi, non mettono in dubbio la mia onestà".