27/06/2014

La Formazione permanente e i pensionati: occorre un chiarimento

All’entrata in vigore, nel gennaio scorso, delle norme che regolano la Formazione professione continua (FPC) vi era una certezza. Il comma 3 dell’articolo 11 del Regolamento attuativo (tuttora in vigore) prevedeva e prevede che il pensionato non in attività possa presentare al proprio Ordine una sorta di “autocertificazione” per dichiarare di avere sospeso la professione di giornalista. Questa certezza ora non c’è più: l’ “autocertificazione” si è annebbiata


Se ne era fatto carico anche il Consiglio Nazionale di Ungp approvando all’unanimità (presenti anche tre consiglieri nazionali dell’Ordine) un ordine del giorno in cui si chiedeva il mantenimento pieno dell’ “autocertificazione” dei pensionati. A tale approvazione ha fatto seguito qualche usuale moto di stizza del presidente dell’Ordine.
Un simile documento è stato approvato di recente anche dal Consiglio dell’Ordine del Trentino Alto Adige, mandato poi per conoscenza a tutti gli Ordini. Cosa ha oscurato la certezza iniziale?
E’ successo che il 15 maggio scorso il Consiglio nazionale dell’Ordine ha approvato una sorta di testo unificato del Regolamento della FPC, in ciò facendo opera meritoria. Però, segnalano sia il documento del Consiglio nazionale Ungp, sia quello dell’Ordine del Trentino Alto Adige, nel Regolamento unificato è assente (in sostanza è stata cancellata senza dire nulla a nessuno) la clausola prima esistente che consentiva ai giornalisti pensionati non in attività di dichiarare l’avvenuta sospensione della pratica professionale ottenendo così l’esonero dalla FCP. L’ “autocertificazione” finora è stata ampiamente utilizzata dai pensionati e certo gli Ordini non vi si sono opposti.
La richiesta è che quindi l’ “autocertificazione” venga mantenuta, senza per questo escludere altre forme di identificazione dei giornalisti pensionati professionalmente attivi o inattivi. A tal proposito viene ipotizzato l’uso degli elenchi degli iscritti all’Inpgi 2 per individuare i giornalisti pensionati in attività. Ma anche questa forma di controllo non è priva di contraddizioni.
Insomma c’è incertezza, fermo restando il fatto che fino a quando il testo unificato del Regolamento non verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale valgono le norme attuali.
A ciò si aggiunge una circolare che l’Ungp dell’Emilia Romagna ha recentemente inviato ai propri iscritti. Vi si legge che “Finalmente sembra sia stata messa la parola fine su cosa devono fare i giornalisti pensionati per quello che riguarda la Formazione professionale (…).
“Primo caso: i giornalisti pensionati che non svolgono alcuna attività giornalistica non devono fare assolutamente nulla. Quindi non devono sottoscrivere alcun modulo come era stato prospettato qualche tempo fa.
“Secondo caso: i giornalisti pensionati che svolgono ancora, a vario titolo, un' attività giornalistica sono tenuti a seguire i corsi” di aggiornamento.
In Emilia Romagna quindi, già ora e prima dell’entrata in vigore del Regolamento unificato, l’”autocertificazione” non vale più. Però nessuno sa cosa vale.
Infine, sul sito dell’Ordine nazionale, nella sezione Formazione continua, alla domanda “Chi è tenuto ad osservare tale obbligo”, si risponde “…I giornalisti pensionati possono, con richiesta motivata, chiedere al Consiglio regionale dell’Ordine di competenza l’esonero dall’obbligo formativo”.
Un chiarimento sarebbe necessario.