14/05/2014

Serventi Longhi illustra alla Commissione parlamentare i criteri della gestione patrimoniale Inpgi: "Dall’investimento Sopaf una plusvalenza di 10,2 milioni". Su Radio Radicale la registrazione dell'audizione alla Camera

Paolo Serventi LonghiNell’ambito di un’indagine conoscitiva sulla previdenza, la Commissione bicamerale di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza ed assistenza sociale ha ascoltato questa mattina i rappresentanti dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani e della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Ragionieri e Periti Commerciali, anche con riferimento alle recenti notizie giornalistiche sull’inchiesta della magistratura concernente la Sofap S.p.a., che riguarderebbe anche investimenti finanziari di alcune Casse previdenziali. Obiettivo della Commissione è di incentivare il settore della previdenza complementare per destinare parte delle risorse finanziarie gestite per gli investimenti, in iniziative di supporto all'economia reale del Paese

Su Radio Radicale si può riascoltare l'audizione alla Camera del Vice Presidente Vicario INPGI Paolo Serventi Longhi e del Dirigente del Servizio Immobiliare Avv. Pietro Manetta sulla vendita nel marzo 2009 di 225 quote FIP all'INPGI 2 da parte della società SOPAF facente capo ai fratelli Magnoni
http://www.radioradicale.it/scheda/411215/commissione-parlamentare-di-controllo-sullattivita-degli-enti-gestori-di-forme-obbligatorie-di-previdenza-


Nella relazione svolta davanti alla Commissione, il vicepresidente dell’Inpgi Paolo Serventi Longhi ha ricordato che l’Istituto "ha un patrimonio a garanzia delle pensioni erogate ai nostri iscritti di oltre 2 miliardi. Questo patrimonio viene gestito con una strategia che viene aggiornata ogni anno e che viene approvata dal Consiglio di Amministrazione. Abbiamo, per quanto riguarda il patrimonio, investito in obbligazioni il 18.4%, in azioni il 12.14% e nel resto, il 69.46%, c'è anche il patrimonio immobiliare, molto consistente, circa il 58%". "Sono criteri di investimento che sono mutati negli anni perché  abbiamo dovuto – ha spiegato - aggiornare la nostra politica rispetto alla crisi finanziaria che ha colpito il Paese e il mondo del giornalismo, con negli ultimi due anni la perdita di oltre 2mila posti di lavoro e quindi di 2mila iscritti contribuenti al nostro Istituto. Una cosa che ci ha indotto a trovare altre forme di investimento, un po' più coraggiose e redditizie".
In ogni caso, "Il comportamento dell’Inpgi è stato assolutamente corretto e trasparente, gli atti assolutamente tracciabili e massima è la collaborazione che stiamo fornendo alle autorità competenti. Per quanto riguarda i rapporti con la Sopaf Spa, l'Istituto ha acquistato da essa 225 quote, con la volontà di investire nel Fondo immobili pubblici, "per un valore di 30 milioni di euro", ha spiegato Serventi Longhi. Tali quote "all'epoca davano un rendimento rotativo molto buono, come media annua del rapporto canone di quotazione-valore di mercato. Alla luce di quanto speso e di quanto incassato, al 30 aprile 2014 ci ritroviamo con una plusvalenza di 10.2 milioni di euro, pari al 34% di rendimento". Lo scopo del Fip, come si legge in una risposta del Mef a un'interrogazione sul tema della scorsa legislatura, è "la gestione e la vendita del patrimonio del Fondo il cui portafoglio era inizialmente costituito da beni immobili di esclusiva provenienza pubblica, ad uso diverso da quello residenziale, di proprietà dello Stato e degli enti pubblici non territoriali". La costituzione del Fip è stata promossa dal ministero dell'Economia con decreto del 9 giugno 2004, convertito dalla legge 23 novembre 2001 n. 410, "quale fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso riservato ad investitori qualificati”.
In una nota diramata al termine delle audizioni, la Commissione parlamentare indica l’obiettivo di realizzare una tipologia di investimento delle risorse che "superi il modello degli investimenti finanziari 'puri', a favore di una finanza che possa operare a sostegno dell'economia reale per lo sviluppo del Paese. "Pur non entrando nel merito della vicenda la cui definizione riguarda la magistratura, il punto è rappresentato dalla definizione del modello di investimento delle risorse delle Casse - si legge nella nota. Scelte che deleghino integralmente a gestori finanziari la titolarità delle operazioni di investimento, in cambio esclusivamente di un'attesa di rendimento, senza alcuna opzione da parte delle Casse sulla tipologia e sulla qualità degli investimenti finanziari, sono figlie di una concezione puramente finanziaria, volta esclusivamente al profitto, che ha mostrato tutti i suoi limiti con la crisi finanziaria mondiale. Ferma restando l'autonomia delle Casse, occorre invece la definizione di un modello di investimento, condiviso con le istituzioni di vigilanza e con gli organi di vigilanza parlamentare, che abbia tre finalità: assicurare redditività degli investimenti; garantire la sicurezza del risparmio previdenziale; superare il modello degli investimenti finanziari puri, a favore di una finanza che possa operare a sostegno dell'economia reale per lo sviluppo del Paese".