30/11/2011

Camporese al convegno Adepp: si aggira lo spettro della povertà per tutti i pensionati ma l’autonomia delle casse private può allontanarlo

Andrea CamporeseConvocato da tempo, il convegno dell’Adepp – l’Associazione degli enti previdenziali privati, presieduta da Andrea Camporese – si è svolto in un momento che definire topico è eufemistico: a meno di due settimane dal giuramento del nuovo governo, nel giorno dell’insediamento della squadra dei sottosegretari, nelle ore in cui fra Bruxelles e Roma si sta mettendo a punto la manovra – fatta di sacrifici ed equità, assicura Mario Monti – che se riesce  salverà l’Italia, se fallisce la porterà a fondo con tutto l’euro


Magari non sarà così, anzi crediamo fermamente che le previsioni più pessimistiche siano destinate a non realizzarsi, ma certamente la crisi finanziaria internazionale è grave, l’Italia è nell’occhio del ciclone e il nostro sistema previdenziale zoppica. Tanto per dire, mentre il convegno si apriva nell’auditorium romano di Santa Cecilia, “Repubblica” citava stralci del rapporto riservato della Commissione europea sull’Italia in cui si chiederebbe, tra l’altro, di sospendere l’aggancio automatico delle pensioni all’indice dei prezzi, tranne che per gli assegni più bassi, in caso di crescita negativa. Che è poi il caso dell’Italia, prossima alla recessione.
In questo scenario non proprio esaltante, Camporese, che da presidente dell’Inpgi ha avuto il merito, riconosciuto da tutti, di accendere un faro di visibilità sull’Adepp e sulle venti Casse di previdenza privata che l’associazione riunisce, ha scelto di partire all’attacco, proclamando che l’autonomia delle Casse, la solidità e la sostenibilità dei bilanci, la vigilanza dei ministeri e della Covip garantiscono a questo settore non secondario del sistema previdenziale italiano di poter continuare con le proprie forze a contribuire ad un welfare adeguato per i suoi due milioni di iscritti, anche nei tempi calamitosi che viviamo, e per i prossimi decenni. “Siamo solidi, solvibili, controllati nelle proiezioni a 50 anni – ha detto –  Se emettessimo dei Bop, buoni ordinari della previdenza, non ci sarebbero problemi di collocamento”.
Insomma, le Casse e i professionisti che vi si riconoscono sono tutto meno che una casta di privilegiati, anzi costituiscono una “risorsa” per il Paese, sono “parte attiva di un’idea di futuro che deve crescere”. L’autonomia che rivendicano “non è di ostacolo a nulla”. Cancellare l’autonomia magari nella speranza di sovvenzionare altri settori in crisi, vorrebbe dire “avviarsi verso un mondo di poveri pensionati sia pubblici che privati”. Con quel che ne seguirebbe in termini di sviluppo economico, perché anche i pensionati consumano e in quanto consumatori sostengono lo sviluppo.
Il convegno è stata l’occasione per la presentazione del primo rapporto sulla Previdenza privata italiana, dal quale risulta, ha detto Camporese, che tra il 2008 e il 2010 i professionisti associati nell’Adepp “hanno subito una perdita di circa il 6% in termini di reddito medio reale, con punte che superano il 10% in singole professioni”. Per i giornalisti la perdita stimata nel periodo è del 5%. Ma, nonostante la crisi, le Casse stanno in salute: “Gli oltre 42 miliardi di euro che rappresentano il perimetro dei nostri patrimoni al 2010 sono un bene da proteggere in una visione moderna delle strategie di investimento”.
La congiuntura politica non ha consentito un confronto diretto con l’interlocutore pubblico, ma il messaggio è partito, forte e chiaro. Inviando le sue scuse per la forzata assenza, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera si è impegnato per altre occasioni di incontro “perché il mondo che rappresentate può costituire un motore di crescita e di investimento di enorme importanza nel rispetto delle finalità istituzionali che tanto validamente perseguite”. E’ quel che si vuole.

Guido Bossa