02/03/2014

L’intervento del Presidente della Fnsi Giovanni Rossi sui nodi del contratto

Il Presidente Fnsi Giovanni RossiUn invito a non illudersi sui tempi e sull’ ampiezza dei contenuti di quello che sarà il rinnovato contratto di lavoro giornalistico è stato espresso dal presidente della Fnsi Giovanni Rossi davanti al Consiglio nazionale dell’Ungp tenutosi a Roma il 27 febbraio scorso. Non illusioni, ma neppure rinunce, certo molto realismo per un contratto che non sarà di svolta. Vista la situazione economica e la crisi che colpisce ancora duramente il settore dell’editoria, ha aggiunto il presidente Rossi, la Fnsi punta ad acquisire risultati su alcuni temi concreti


Uno di questi è, dopo decenni di tentativi, di far rientrare nel contratto anche il lavoro autonomo con un legame stretto con l’attuazione della legge dell’Equo compenso. Le trattative in corso mirano ora al tracciare il “perimetro” del lavoro autonomo all’interno del quale verranno compresi soprattutto i colleghi con contratto Cococo, o simili, con una retribuzione che può variare tra 3000 e 5000 euro annui, limite questo dell’occasionalità del rapporto di lavoro. Si è in una fase di trattativa per fissare i criteri delle tariffe professionali, rallentata però dalla crisi di Governo.
Altra discussione in tema di lavoro autonomo è quella del passaggio dei Cococo all’ “Inpgi 1” così che possano non solo consolidare la corresponsione dei contributi pensionistici, ma anche avvalersi degli ammortizzatori sociali.
Approfondendo la difficile situazione in cui versano i giornalisti free lance o simili, il presidente Rossi ha paventato l’allargamento del solco che esiste, anche all’interno del sindacato, tra lavoratori autonomi ed i lavoratori a tempo indeterminato e pensionati. La necessità, ha aggiunto, è di evitare che scoppi una sorta di “lotta di classe” tra iscritti alla Fnsi.
Tornando al contratto Rossi ha segnalato che un altro argomento di trattativa è la “ex fissa” che riguarda molto da vicino i pensionati. Nel “fondo” apposito istituito presso l’Inpgi vi è un “buco” di più di cento milioni di Euro con tempi di attesa per la liquidazione che arriveranno ai dieci anni. Il sistema di corresponsione è in sostanza saltato, ma vanno garantiti i diritti dei colleghi. In prospettiva, ha aggiunto Rossi, si punta a porre un tetto così da contenere le punte troppo elevate dell’ “ex fissa”.
Riguardo all’Inpgi la contrattazione con la Fieg punta anche all’individuazione di un’aliquota straordinaria e temporanea della contribuzione a carico degli editori. Si tratta di un intervento necessario, ha aggiunto Rossi, vista la straordinarietà della crisi e del conseguente peso che grava sull’Inpgi per pagare gli ammortizzatori sociali.
Infine, “non si fa un contratto senza i soldi”: in sostanza l’impegno della Fnsi è di arrivare ad un incremento economico in busta paga.
Su tutto questo pesa molto il fondo per l’editoria stanziato dal Governo: la sua presenza e la sua entità è stato l’elemento che ha sempre determinato i termini della chiusura delle trattative del contratto di lavoro.
In conclusione del suo intervento, il presidente Rossi ha accennato alla novità della Formazione professionale continua diventata obbligatoria dal gennaio scorso per tutti i giornalisti in attività. Ha espresso il timore che possa nascere un business della formazione, ma ha anche sottolineato la sua utilità per limitare il tasso di superficialità ed incompetenza presente nel mondo giornalistico.