10/11/2013

La perequazione delle pensioni torna in discussione alla Consulta e in Parlamento

Il Tribunale di Palermo, con ordinanza del 6 novembre 2013 della Sezione Lavoro, ha dichiarato non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del blocco della perequazione automatica delle pensioni superiori a tre volte il minimo Inps per il biennio 2012/2013, previsto dal comma 25, dell’art. 24, D.L. 201/2011, convertito in Legge n. 214/2011, e ha ordinato la immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale


A presentare il ricorso poi  accolto dal tribunale di Palermo era stata la Federmanager, il cui presidente Giorgio Ambrogioni ha dato notizia della decisione giurisdizionale: “Il Tribunale di Palermo ha condiviso i gravi sospetti di incostituzionalità che, in relazione agli 3, 36 e 38 della Costituzione, avevamo individuato e posto a base del ricorso, depositato lo scorso 27 giugno 2013, per garantire l’adeguamento dei trattamenti pensionistici alle variazioni del costo della vita, sospendendo il giudizio in corso e rinviando alla Corte Costituzionale la valutazione in merito alla incostituzionalità del provvedimento in esame”. La decisione della Consulta, che preventivamente dovrà giudicare l’ammissibilità del ricorso, è attesa entro il mese di giugno 2014. La Federmanager ha presentato analoghi ricorsi presso altri tribunali, che li esamineranno all’inizio del prossimo anno.Intanto, la questione della perequazione delle pensioni per il 2014 è anche all’esame del Parlamento. Sono scaduti sabato 9 novembre i termini per la presentazione degli emendamenti alla legge di stabilità e sia il Pd che il Pdl ne hanno presentati alcuni che rimettono in discussione il regime di blocco attualmente in vigore. Comune è la richiesta di ripristinare il meccanismo di recupero del potere di acquisto degli assegni pensionistici fino a 3000 euro lordi mensili, e resta in piedi l’ipotesi, allo studio per quanto riguarda costi e coperture, di ripristinare la perequazione fino al tetto predeterminato anche per la quota di pensione in esso compresa, qualora l’importo complessivo fosse superiore. Un impegno in questo senso era stato assunto a suo tempo dall’ex ministro Cesare Damiano del Pdl.