08/10/2013

Giornalista di 79 anni in carcere per diffamazione

Francesco GangemiIl giornalista Francesco Gangemi, di 79 anni, è stato arrestato a Reggio Calabria dalla polizia in esecuzione di un provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica di Catania. Gangemi, direttore responsabile del mensile ''Dibattito News'' di Reggio Calabria, secondo quanto riporta la stampa locale, deve scontare due anni di carcere per una serie di condanne per falsa testimonianza e diffamazione diventate definitive. Gangemi è stato portato nel carcere di Reggio Calabria


Rai Giornale Radio delle ore7,30 del 7 - 10 – 2013 (intervento di Franco Siddi da 00:15:07)
http://www.grr.rai.it/dl/grr/edizioni/ContentItem-c920d6a7-cdef-4d1f-8ef9-9d66d814ac28.html

"Superata la crisi istituzionale del caso Sallusti la politica si è acquietata e  cincischia sulla depenalizzazione del reato di diffamazione a mezzo stampa - afferma il presidente dell'Unione Nazionale Cronisti Italiani Guido Columba - intanto i giornalisti in carcere ci vanno davvero. Accade ora a Maurizio Cangemi, 79 anni,  ieri mattina  su disposizione della  Procura Generale della Repubblica di Catania ed a firma del sostituto procuratore generale Elvira Tafuri, è stato d apprima portato in Questura  a Reggio Calabria e, poi, nella Casa Circondariale “San Pietro” dove deve scontare due anni di pena residua.
Il reato che lo ha fatto rinchiudere in carcere, ad una età che è vietata dalla legge, è la diffamazione a mezzo stampa durante la direzione del periodico “Il Dibattito”.  e il rifiuto di rivelare la fonte delle proprie notizie.
Comportamenti tutti ritenuti perfettamente legittimi dalla Corte dei diritti di Strasburgo che ha ripetutamente affermato che nessuno Stato può ostacolare la funzione di “cane da guardia della democrazia” dei giornalisti.
L’Unione cronisti sottoscrive pienamente l’appello del Segretario della Fnsi Franco Siddi al Parlamento perché superando tatticismi e veti incrociati si decida a varare una normativa in linea con i principi di civiltà giuridica europea".

ARTICOLO21 GIULIETTI: CONDIVIDIAMO L’INDIGNAZIONE DELLA FNSI

Condividiamo la protesta e l'indignazione della Fnsi e del sindacato calabrese dei giornalisti per l'arresto del giornalista Francesco Gangemi arrestato per una condanna per diffamazione e per non aver voluto rivelare le sue fonti.
Gangemi ha 79 anni e il suo arresto arriva dopo il monito europeo rivolto alla Italia ad eliminare il carcere per i cronisti e a rivedere le norme in materia di diffamazione.
La nuova legge é ancora ferma alle Camere in attesa di approvazione.
Ci auguriamo che anche per Lui si possa registrare quella indignazione e quella reazione che ha accompagnato analoghi provvedimenti, sino a sollecitare, come nel caso di Sallusti, l'intervento del Quirinale.
Non ci vuole, infine, molta immaginazione per prevedere  che un simile episodio non contribuirá certo a migliorare la giá precaria posizione dell'Italia in materia di libertà di informazione.
Beppe Giulietti, articolo 21.



GIORNALISTI: SEL, SUBITO RIFORMA DIFFAMAZIONE E GANGEMI LIBERO

"L'arresto di un giornalista è un atto aberrante oltre che inquietante, tanto più quando avviene in una nazione civile come la nostra che dovrebbe garantire, Costituzione alla mano, la libertà di pensiero e non dovrebbe perseguire i reati di opinione". Lo dice Peppe De Cristofaro vicecapogruppo di Sel al Senato commentando l'arresto del giornalista calabrese Francesco Gangemi. "La carcerazione di Francesco Gangemi, giornalista di 79 anni condannato per diffamazione e per falsa testimonianza per non avere rivelato le fonti fiduciarie di notizie - prosegue De Cristofaro - è un fatto gravissimo e sconcertante al quale si deve porre subito rimedio. Intanto, restituendo la libertà a Gangemi e subito dopo modificando la legge sulla diffamazione che giace da mesi in Parlamento". (ROMA, 7 OTTOBRE - AGI)




GIORNALISTI: SANTELLI(PDL), CASO GANGEMI E' VERGOGNA ASSOLUTA


"Una vergogna assoluta che un giornalista di 79 anni finisca in carcere a causa di una condanna per diffamazione". Lo afferma la deputata del Pdl, Jole Santelli.
"Non conosco le motivazioni giuridiche che hanno portato a questa scelta, ma non ce ne possono essere di ordine logico e morale. Un totale controsenso", aggiunge. (ROMA, 7 OTTOBRE - AGI)




GIORNALISTI: BALDELLI, NECESSARIO MODIFICARE LEGGE DIFFAMAZIONE


"Quest'ultimo episodio che ha portato all'arresto del giornalista Francesco Gangemi, conferma quanto sia necessario e ormai indifferibile un intervento del Parlamento per modificare la legge che disciplina la diffamazione a mezzo stampa. Su richiesta del Pdl questo argomento è stato inserito già da qualche tempo all'interno del calendario dei lavori dell'assemblea di Montecitorio, e il seguito dell'esame, in Aula, del testo di legge su questo tema è previsto per la prossima settimana", annuncia Simone Baldelli, vicepresidente Pdl della Camera.
"È necessario e auspicabile - rileva - che tutte le forze politiche si impegnino per varare al più presto questa nuova disciplina, e per superare questa situazione ormai intollerabile". (ROMA, 7 OTTOBRE - AGI)




IL DIRETTIVO DELLA ASR SOLIDALE COL COLLEGA GANGEMI
“GIU’ LE MANI DALLA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE”


Il Direttivo della Associazione Stampa Romana protesta vibratamente per il trattamento riservato al collega Francesco Gangemi, 79 anni, arrestato ieri mattina su disposizione della Procura Generale della Repubblica di Catania e portato nella Casa Circondariale “San Pietro” dove deve scontare due anni di pena residua.
Il collega, secondo l’ordinanza della Procura Generale della Repubblica di Catania, a firma del sostituto procuratore generale Elvira Tafuri, sarebbe colpevole di diffamazione a mezzo stampa durante la direzione del periodico “Il Dibattito” e il rifiuto di rivelare la fonte delle proprie notizie.
Ancora una volta, sottolinea il Direttivo Asr, si colpisce la libertà di informazione applicando una norma che punisce comportamenti ritenuti perfettamente legittimi dalla Corte dei diritti di Strasburgo che ha ripetutamente affermato che nessuno Stato può ostacolare la funzione di “cane da guardia della democrazia” dei giornalisti.
Il Direttivo esprime solidarietà al collega Gangemi e chiede a tutti gli organismi di Categoria di mobilitarsi a difesa dell’autonomia dei giornalisti e del diritto dei cittadini a essere correttamente e liberamente informati.