05/06/2013

Dal Gruppo Subalpino un appello per il voto Casagit

Il Direttivo del Gruppo  giornalisti pensionati del Piemonte, riunito il 3 giugno, ha dedicato il  suo consueto appuntamento del primo lunedì del mese, aperto a tutti gli iscritti, alla situazione sindacale, al prossimo appuntamento elettorale per eleggere l'Assemblea dei delegati Casagit, i nuovi vertici della Cassa, le Consulte regionali. Alla riunione é intervenuto il Presidente Casagit Daniele Cerrato, che ha illustrato le strategie dell'importante organismo che presiede alla salute dei giornalisti italiani, le novità degli ultimi anni, le prospettive future anche in rapporto al prossimo rinnovo contrattuale con la Fieg


Il presidente del Gruppo, Antonio De Vito, vicepresidente vicario dell'Ungp, ha rivolto un appello a tutti i giornalisti pensionati perché partecipino alla consultazione elettorale, utilizzando il comodo sistema elettronico: "La Casagit - ha detto - e' un bene comune di tutta la categoria, teniamocela stretta in questi tempi di crisi, rinnoviamo la dirigenza affinché risponda ancora meglio alle necessità dei giornalisti giovani e meno giovani e delle loro famiglie. Sarebbe sommamente negativa una manifestazione di disinteresse, disertando le urne. Non abbiamo bisogno di assenteismo, ma di maggiore partecipazione, c'è tanto da fare per migliorare il welfare e segnatamente la cura della salute. Dobbiamo impegnarci tutti".
Diversi interventi hanno manifestato preoccupazione per la situazione di grave crisi del settore, per il continuo ricorso degli editori ai prepensionamenti, per la tenuta futura dell'Inpgi, per l'aumento della precarietà per larga parte della categoria. In vista della trattativa contrattuale, il direttivo chiede alla Fnsi e all'Ungp di confermare la normativa dell'articolo 21 inserita nell'ultimo contratto, circa l'istituzione del Fondo di perequazione delle pensioni.  Riguardo alla gestione del Fondo, auspica che il comitato tecnico possa al più presto deliberare, d'intesa con la Federazione e l'Unione, una prima distribuzione delle risorse finora accumulate, privilegiando i trattamenti più bassi.