17/03/2013
La trattativa contrattuale appesa alla data del primo appuntamento
Obiettivo la salvaguardia degli enti di categoria, a cominciare dall'Inpgi
In una situazione di crisi dell'editoria che non ha precedenti e di cui non si vede la fine, il nuovo contratto deve farsi carico dei rischi che incombono sugli enti di categoria, i cui conti sono insidiati dalla riduzione dei contributi dovuta alla crescente disoccupazione, e dall'aumento dei costi per la solidarietà a favore dei colleghi che si trovano in difficoltà. Su questa amara constatazione hanno convenuto buona parte dei colleghi intervenuti alla riunione della Commissione contatto Fieg-Fnsi, convocata in assenza, per il momento, di una data di inizio della trattativa con la controparte
Nella sua relazione introduttiva, non priva di accenti preoccupati e di toni polemici contro la miopia degli editori e gli investimenti azzardati effettuati nella convinzione che la crisi economica globale fosse transitoria, il segretario Franco Siddi ha rilevato che a fronte di una "disponibilità" ad aprire un tavolo di confronto manifestata dai vertici della Fieg, non c'è ancora l'indicazione di una data precisa per un primo incontro delle delegazioni. La crisi politica tuttora aperta e l'avvicinarsi della Pasqua fanno realisticamente ritenere che la richiesta del nostro sindacato di partire entro il mese di marzo non potrà essere esaudita. In ogni caso, la commissione contratto seguirà passo passo l'evolversi della situazione, naturalmente in collegamento costante con gli organi federali.
Intanto, il quadro che è emerso dalla relazione di Siddi e dagli interventi nel dibattito vede aggravarsi sempre di più una situazione già pesante. Agli oltre 1.500 colleghi espulsi dal mercato dell'occupazione (dato già rilevato in precedenti incontri) si potrebbero aggiungere entro pochi mesi altri 500 "esuberi", cioè altri disoccupati che quindi sarebbero costretti ad interrompere le contribuzioni all'Inpgi, con conseguente difficoltà a sostenere la previdenza e la solidarietà in un anno in cui per la prima volta il bilancio dell'Istituto si chiuderà in rosso.
In questo quadro non esaltante, la commissione contratto ha provato a indicare alcune priorità. Della salvaguardia degli enti di categoria, che a noi pensionati interessa molto, abbiamo già detto. Ma come garantirla? Il contratto può rimettere in moto la categoria e l'intero settore editoriale contribuendo a ridefinire spazi e ruolo professionale dei giornalisti ormai impegnati su diverse piattaforme nel quadro di una multimedialità che deve essere accettata ma anche regolamentata. Ampie fasce di lavoro autonomo, che spesso sconfinano nel precariato e nello sfruttamento, e che comunque rispondono ad una domanda di informazione crescente, possono e debbono essere ricondotte in un ambito professionale corretto e quindi portate a contribuzione; la curva delle retribuzioni può essere rivista per adeguarla alla realtà del lavoro redazionale; la solidarietà fra le generazioni, obiettivo non raggiunto dal contratto vigente, deve essere perseguita rinunciando a privilegi non più sostenibili in periodi di crisi nera.
C'è poi il capitolo scottante della 416, legge da rivedere in profondità insieme alla revisione degli ammortizzatori sociali e agli interventi di sostegno all'occupazione. Sono solo alcuni esempi di possibili interventi: ma è chiaro che tutto resta appeso per aria se la trattativa non parte. Un appuntamento è quanto mai necessario e urgente: questo è, per il momento, il primo obiettivo.