21/01/2013

Rossi: "Chi si é candidato ha esercitato un incontestabile diritto
ma l'agenda degli eletti é fitta di impegni, dalle pensioni alla riforma dell'Ordine"

Giovanni RossiChe cosa aspettarsi dai nostri colleghi parlamentari? Che cosa chiedere loro? Sono le due domande fondamentali che il Presidente della nostra Unione, Guido Bossa, si pone di fronte al gran numero di colleghi, più o meno noti, che si candidano al Parlamento nelle elezioni del 24 e del 25 febbraio. Le potremo porre loro in una occasione abbastanza ravvicinata. Venerdì 8 febbraio, nella Sala “Walter Tobagi” della Fnsi, per iniziativa dell’Associazione Articolo 21, ci sarà un incontro con i candidati al Parlamento a cui lo stesso Articolo 21 presenterà un proprio documento. Giovedì 14 febbraio, nello stesso luogo, la Fnsi ha intenzione di organizzare un incontro con i candidati alla Presidenza del Consiglio, ai quali, anche a quelli che non sono giornalisti, porre alcuni problemi, non diversi da quelli che poniamo ai nostri colleghi presenti nelle varie liste


Detto questo, salto a piè pari ogni considerazione di principio sull’opportunità o meno della scelta compiuta da un gruppo piuttosto consistente di giornalisti. Ognuno può avere la sua opinione, ma non c’è dubbio che questi colleghi abbiano esercitato un loro incontestabile diritto.
Concordo con chi ha scritto che tra le priorità di un lavoro parlamentare utile per la categoria c’è l’impegno a riformare la legge 416, a cominciare dall’anzianità prevista per l’età contributiva ed anagrafica utile al fine del prepensionamento, oggettivamente oggi troppo basse rispetto alla normale età pensionabile ed all’entità dei contributi necessari per accedere alla pensione.
Altro tema, la riforma del settore dell’editoria, a cominciare dai finanziamenti pubblici, da ristrutturare, modificare sostanzialmente nei meccanismi per l’accesso, quindi moralizzare, ma da non abolire contrariamente a quanto le teorie più liberiste tendono a sostenere, considerando anche quello dell’informazione un normale settore industriale senza alcuna valutazione particolare per la specialità del “prodotto”.
Né va dimenticato il mercato del lavoro quanto mai selvaggio nel nostro settore. C’è bisogno di una legislazione capace di ridare ordine e dignità al lavoro giornalistico, specie autonomo. Un passo avanti è stato compiuto con l’approvazione della legge sull’equo compenso giornalistico, ma non è certo sufficiente. Ci sono da regolare diversamente le partite Iva giornalistiche, oggi escluse dalle garanzie date ai lavoratori autonomi di altre categoria, c’è da modificare alcuni aspetti della Gestione separata per il lavoro autonomo del nostro Istituto (Inpgi 2), c’è da riformare un Ordine professionale con regole e strutture decisamente superate rispetto all’evoluzione della professione… Insomma, c’è molto da fare.
E, poi, non c’è forse anche da riformare in generale il sistema pensionistico, per una volta in positivo, magari cominciando dalla tassazione che colpisce le pensioni e da una perequazione che non c’è?

Giovanni Rossi
segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa italiana