19/01/2013
Giornalisti in Parlamento, De Vito: "Cari colleghi, avreste fatto meglio
a rimanere nelle vostre trincee in redazione al servizio del pubblico"
I partiti, a corto di idee, nel panorama disastrato della politica di questi tempi, si aggrappano a tutto, per risalire la china e combattere quello che loro chiamano anti politica ed è a ben vedere la legittima reazione dei cittadini per le riforme non fatte, per le ruberie, per il malaffare dilagante. Ed ecco la discesa in campo della cosiddetta società civile, l'sos lanciato a destra e a manca a personalità le più' diverse, economisti, professori, manager (mai che gli serva un operaio, un faticatore di opificio, la vecchia fabbrica, insomma, con esperienza e buon senso, oppure gente che viene dalla terra faticata a caro prezzo, che in Parlamento saprebbero dare una dritta e fare la loro porca figura, costruttivamente parlando. No. Soltanto - spesso - dei nomi, etichette - lustrini per il popolo bue che poi tanto bue non e')
Tralascio i candidati per burla, autopromossi, riempilista, tipi e tipetti di ogni tipo, maggiorenti di ogni dialetto, i baldi sconosciuti, che peraltro non hanno fatto neppure le primarie e sono subito promossi alle secondarie . Nei listini, nei listoni, fra gli amici degli amici, tanti nomi buoni per attirare voti, al seguito del pifferaio di turno. Oltre quelli - la maggior parte - "che l'importante e' partecipare", ecco i candidati sicuri, scelti dai segretari, progressisti o conservatori che si dicano e siano in realtà'. Ma in questo carnevale rituale, il Prato elettorale intasato da brave persone e loschi figuri, che cosa c'azzeccano i giornalisti, frammisti a imprenditori, imbonitori, professionisti della politica politicante responsabili del disastro degli ultimi venti anni, campionesse dello sport, con contorno di nani e ballerine? Lo dico senza offesa per alcuno, la discesa in campo dei professionisti della penna e dell'audio, di sindacalisti e facce note non mi piace, in una competizione senza preferenze e controllo ad personam degli elettori. Portare l'acqua al mulino di chiunque, di questi tempi, mi sembra operazione azzardata. Cari colleghi discesi in campo, credo che avreste fatto meglio a rimanere nelle vostre trincee, al servizio del pubblico , servendo l'informazione pulita, aiutandoci a capire le cose del mondo, facendo il mestiere che avete dimostrato di saper fare, non quello dei politici pigia tasti e senza nessun potere reale. Vi avranno promesso di tenervi in gran conto, di farvi collaborare a scrivere buone leggi, di essere incisivi. In passato forse e' accaduto. Sarà difficile , credo, nella situazione attuale. A meno che diventiate, voi teste d'uovo prescelte nel mazzo, tutti ministri con sicuro potere di incidere. Altrimenti avreste fatto meglio a occuparvi di economia sulle colonne del vostro giornale, o facendo buona informazione nella quotidianità di mamma tv. O continuando a battersi per la legalita' e i diritti di tutti alla testa di un forte sindacato dei giornalisti. La categoria dei giornalisti, con questi chiari di luna , ha certamente bisogno della buona politica che produca buone riforme. Ma non è strettamente necessario andare personalmente a pigiare quei bottoni. Oltretutto imparerete presto che quello del politico e' un mestiere spaventosamente diverso dal vostro. Non vi piacera' molto, anche se spero che non vi sentirete come corpi estranei, inutilizzati e inutili la' dentro. Con la indipendenza e influenza delle vostre parole , senza soggezione verso nessuno, sareste forse rimasti più' liberi e autorevoli. Perciò non parlerei di "esaltante avventura politica" per chi è entrato nell'agone elettorale. Non credo nella confusione dei ruoli. Comunque in bocca al lupo. Non fatevi mangiare.
Antonio De Vito