18/01/2013
Aquaro: "Una 'mini-agenda Ungp' da consegnare a colleghe e colleghi
che si candidano al Parlamento italiano. Al primo posto: riforma della legge 416"
A proposito di giornaliste e giornalisti candidati al Parlamento italiano della prossima legislatura. Dico subito di condividere in pieno il politicamente corretto intervento del presidente Ungp apparso su questo Sito. Mi piace perché Guido Bossa si limita ad augurare un sereno, ancorché dovuto, “in bocca al lupo” a colleghe e colleghi che scendono (o salgono?) in politica. E stop, non va oltre, né si lascia suggestionare da affetti… familiari, evita perfino di sventolare il fazzoletto bianco da treno in partenza che fa tanto “ricordatevi di noi!”
D’accordo, pur svincolandosi dalle inveterate raccomandazioni a targhe lobbistiche, alla fine anche lui cade in tentazione e una memoria con due titoletti la infila in tasca agli ex colleghi e futuri parlamentari: Inpgi e Casagit. Embè? Che c’è di male? Fa il comune elettore che al suo deputato ricorda gli interessi del Collegio. Niente di più: auspica che si tenga un occhio vigile su due istituti che svolgono un “costituzionale” servizio pubblico. Non chiede di salvaguardare la bocciofila della casta giornalistica. E’ qui che gioca tutto il suo “account” nel connettersi tra articolo 21 e articolo 54 della Costituzione italiana.
Io, poi, che qualche scorrettezza politica non ritengo disturbi gli equilibri dei rapporti umani, semmai credo ne allontani il rischio pennichella, sull’Inpgi una cosina in più vorrei aggiungerla. E da pensionato, tanto per non debordare dal mio status che, attenzione, dipende tutto e per intero esclusivamente dalla autonoma sopravvivenza del nostro Istituto di previdenza. In breve: ai futuri parlamentari con originaria casacca giornalistica chiedo l’impegno a far correggere i deleteri orpelli apportati alla “416” che l’hanno trasformata in generosa mammella per famelici editori in crisi alternate. Ovvero, succhiatori di 416 quando si tratta di snellire il corpo redazionale (specie se non compiacente) e imprenditori brillanti allorché distribuiscono utili. Certo, non vivo sulla Luna, conosco bene le difficoltà delle aziende editoriali, e so quanto e come influiranno sull’imminente rinnovo contrattuale; ma non spetta all’Inpgi risolvere la crisi dell’ Informazione. Questo è doveroso compito del Parlamento. Ed ecco, che ritorniamo al ruolo dei parlamentari tutti e in special modo a quello dei “nostri”. Se allo stesso editore si continueranno a riconoscere stati di crisi a mesi alterni o, peggio ancora, si consentirà ad aziende che pur si autodefiniscono “sane” nei bilanci pubblicati sui loro stessi giornali, di scaricare i costi sull’Inpgi, ce ne andiamo tutti alle cozze. E mi fermo qui. Anzi, no, propongo che nella prossima riunione l’Esecutivo Ungp predisponga una memoria organica da consegnare a tutti i colleghi che, nello spirito degli articoli 54 e 21 della Costituzione, si candidano al Parlamento della Repubblica italiana. Diciamo così: una piccola Agenda Ungp, Va pure di moda.
Paolo Aquaro, componente dell’Esecutivo Ungp