07/01/2013

La “corte” dei Paesi esteri ai pensionati. Pensieri in libertà di un over 65

Gian Fulvio BruschettiIl continuo assottigliarsi del nostro reddito a causa dell'elevata pressione fiscale, ha indotto molti italiani e anche tanti colleghi giornalisti a porsi delle domande, più che legittime, sulla condizione del pensionato, oggi, in Italia. Una delle più classiche è quella del tipo: vale ancora la pena rimanere in Italia a godersi la sacrosanta pensione, oppure è meglio emigrare in qualche altro Paese, vicino o lontano non importa, dove la leva del fisco sulle pensioni è più leggera?


Prima che qualcuno possa tacciarmi di disfattismo o di antitalianità, la mia "provocazione", tuttavia, non è campata in aria. Basta leggere sul “Corriere della Sera” di giovedì 3 gennaio, a pagina 33, il lungo e dettagliato servizio della collega Francesca Basso tal titolo: "Fisco leggero e offerte su misura, i Paesi alla conquista degli over 65", dove si citano la Grecia, la Spagna, il Portogallo, addirittura la Svizzera, per non parlare di Panama, Paesi nei quali le pensioni sono esenti da tasse, per capire che c'è chi "fa la corte ai redditi sicuri" pur di attirare persone pronte a "svernare" o a trasferirsi stabilmente, contando sul fatto che il fisco non li deprederà, il redditometro non li controllerà, il conto in banca non subirà tassazioni, il clima li coccolerà.
D'altra parte chi ha lavorato una vita, magari in condizioni dure come ai tempi del boom economico, costruendosi una pensione dignitosa, vedere dimezzare il proprio reddito, ora, lungo il rettilineo finale della propria esistenza, quando potrebbe godere in santa pace affetti, attenzioni, tempo libero, fare viaggi sognati una vita e coltivare hobby personali senza problemi, giustamente, è portato ad incavolarsi.
Ecco allora l'alternativa: cercarsi fuori Italia, "terre nuove e cieli nuovi" per godersi beatamente la pensione, tutta intera, come la si è guadagnata, senza vedersela decurtata da tasse su tasse che si moltiplicano ad ogni cambio di governo. Conosco personalmente alcuni colleghi che hanno già fatto "scelte estreme" di questo tipo e se ne sono già andati da tempo: chi in Tailandia, chi in Kenya, chi a Cuba, chi ai Caraibi, chi in altri Paesi esotici, unendo il fattore climatico a quello economico. Certo i "Paradisi fiscali" sono altra cosa, ma se ci si accontenta di rimanere in Europa dove vige o entrerà in vigore per i pensionati una "tassazione leggera" (magari solo sul reddito percepito nel nuovo Paese e non su quello di provenienza) come intende fare la Grecia, oppure come esiste in Inghilterra se si porta metà pensione, o in Svizzera dove viene tassata in maniera forfettaria la spesa partendo dall'affitto della casa, dalle auto di lusso, ecc., cioè dal dispendio, senza toccare il reddito prodotto, vale la pena prendere in considerazione ogni opportunità offerta.
Spagna e Portogallo offrono addirittura la cittadinanza allo straniero che possiede un alloggio in quei Paesi.
Certo tutto dipende dalla situazione personale, famigliare, sociale, ecc., ma se ci sono le condizioni, c'è chi non ha esitato un attimo ad andarsene, visto ormai che anche per le nostre pensioni la perequazione è svanita, la detassazione è impensabile, se si superano i 90 mila euro si paga una quota di solidarietà, se si hanno quattro soldi in banca ci tassano pure il conto corrente. Allora ben vengano, per chi potrà andare, Paesi come Panama, Costa Rica, Uruguay, Singapore dove il pensionato è riverito, corteggiato e non tassato.

Gian Fulvio Bruschetti