17/12/2012
De Vito: "Fine anno, solito girotondo, tutti giù per terra"
Non sono Brunetta e non ho dovuto accendere un mutuo per pagare l'Imu. Ho dovuto pagare, come tutti quelli che le tasse le pagano sempre (sempre i soliti) ed ho versato il mio obolo fucilandomi la tredicesima ancor prima di prenderla. Evviva la crisi. In questa fine di anno, nell'incertezza più cupa della politica e della cosa pubblica, con tutti gli imbonitori già saliti sul palco per contarcela a modo loro, l'Imu e' la ciliegina sul disastro nazionale, a pochi giorni dalla fine del mondo annunciata dai Maya (si salverà solo qualche collega pugliese raggiungendo anche a piedi il ridotto salvifico di Cisternino, in quel di Brindisi, tanti auguri). Se vogliamo fare una fotografia dell'oggi e dell'immediato futuro per noi pensionati, giornalisti seniores, come ama dire qualche collega, le istantanee si possono limitare a due: una e' la tassa patrimoniale sugli immobili di qualsiasi genere, con il catasto vecchio di secoli, quindi senza il criterio della giusta imposizione (prima casa a parte, quello è un controsenso!), il secondo scatto spetta alla mancata perequazione che ci colpirà anche nel molto prossimo gennaio
Se l'esborso Imu e' una stangata, altrettanto e' il mancato adeguamento al costo vita, per il secondo anno di fila per noi mediamente tutti ricchi (per pochi l'obolo annuale corre ancora, avendo pensioni da fame). È per il 2014 repetita iuvant, peggiorativamente, se è possibile, chiunque governi fra due anni, non ci sono limiti al peggio, con il nostro debito pubblico, e la parità di bilancio, e l'Europa, e Frau Merkel, e il povero Stato che piange miseria, anche per colpa sua. Noi, comunque, siamo il limone da spremere.
Nell'ultimo Consiglio Nazionale dell'Ungp, l'11 dicembre ,abbiamo parlato di tutto, ovviamente, la relazione del presidente Bossa ha disegnato lo stato dell'arte, con qualche esercitazione di pessimismo sindacale, com'è giusto e responsabile fare. Ma la parola che ha risuonato di più' in quella sala e' stata una sola: perequazione. Anzi, che ne facciamo del Fondo di perequazione? Davvero il Comitato deciderà, secondo voluntas della casa madre FNSI, di elargire qualche aiutino a tutti?, a pochi?, fino a che fascia di reddito pensionistico?, pochi maledetti e subito o aspettare che la cassa sia più' consistente? È gli over 80 prenderanno mai qualcosa? Quando? Abbiamo votato il documento che potete leggere su questo sito. Aspettiamo le decisioni che verranno prese.
Non è, comunque, a mio giudizio, il problema più' grave da risolvere. Il sindacato dovrà' vedersela con il contratto, con i precari, con le crisi aziendali, con la tenuta dell'Inpgi finito di nuovo nel mirino della politica, tecnica o professionale che sia, inconcludente e inadeguata ai tempi, chi vivrà vedrà', a breve. In questo quadro, interessa veramente il tema dell'impoverimento delle pensioni, delle nostre pensioni piccole e medie? In un Paese senza equità, tutto votato al rigore a senso unico, e comunque con la necessità di salvarsi, anche in questa fine di anno, e fine di partita politica, non ci deve stupire che siano i pensionati a pagare. Non ci fa piacere, non siamo contenti, ma dobbiamo ribadire che siamo anche noi in campo per difenderci, l'Ungp l'abbiamo creata e tirata su a pane e acqua , per avere più presenza e voce in capitolo nelle nostre strutture sindacali, dove prima non contavamo nulla. Ci siamo anche fatti molti nemici, sembra che ce l'abbiamo con i giovani, ma è una favola. Il sindacato e' uno solo, guai a dividerci.
E' ripartito il girotondo della politica, parole, parole, parole. In cielo volano gli avvoltoi e i parolai tornano a bluffare. Bisogna, mentre siamo tutti giù per terra, avviliti e disgustati, non fidarsi delle sirene suadenti. Noi dell'Unione, e ringrazio qui i colleghi del C.N. per avere espresso all'unanimità il loro si' alla mia promozione da semplice (!) vicepresidente a vicepresidente vicario (state tranquilli e sereni, non cambia nulla!), tutta l'Unione farà' la sua parte, nel tempo difficile che stiamo attraversando. Cercando al contempo di rafforzarci, al centro e in periferia, perché soltanto un sindacato dei giornalisti, giovani e vecchi, più forte , può continuare a lottare. E magari a vincere. Buon Natale a tutti e speriamo in un Anno nuovo migliore.
Antonio De Vito, Vice presidente vicario