16/11/2011

Fornero, la signora del rigore
l'altra Elsa nella squadra di Monti

Elsa ForneroDa Torino approda al governo al ministero del Welfare la vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo. Dal diploma di ragioneria a una breve stagione politica fino ai vertici della finanza italiana. L'economista, moglie di Mario Deaglio, tempo fa aveva detto: "Questo paese non può permettersi di sprecare le idee delle donne"


Ha intimidito generazioni di allievi che non avevano studiato abbastanza, fulminato compagni di partito e avversari che menavano il can per l'aia nella (breve) stagione del suo impegno politico e fatto arrossire un giovane e rampante esponente della finanza che si era permesso di non rispondere a una sua domanda diretta durante un cda: "Se le chiedo una cosa, me la dica. Non mi parli di altro".
Anche adesso che è una delle donne più influenti d'Italia, Elsa Fornero, classe 1948, due figli e tre nipoti, sposata all'economista Mario Deaglio, fino a oggi vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo,  la sua filosofia di vita è rimasta la stessa di quando era giovane: alzarsi di buon'ora, per prendere in mano la giornata. Studiare, camminare per pensare meglio, e gettare nel cestino qualsiasi invito che preveda soltanto oratori maschi: "Non si tratta di femminismo, ma di risorse: questo paese non può più permettersi di sprecare le idee delle donne", aveva spiegato tempo fa.
Tutto è iniziato con un diploma di ragioneria : "Se fossi nata negli Stati Uniti, non avrei mai potuto permettermi gli studi che ho fatto. Invece, sapendo che avrei dovuto lavorare il prima possibile, ho scelto ragioneria, ed è stata la mia fortuna.
Da ragioniera, potevo iscrivermi solo a Economia, e intanto fare qualche lavoretto: supplenze, traduzioni..." raccontò in una recente intervista. Del '68 ha odiato il falso egualitarismo, il 30 'politico' per tutti. Ma ha conservato l'idea che essere liberali non significa considerare solo l'individuo: al centro ci sono la libertà e la responsabilità di ciascuno, intorno i problemi sociali.
Non è molto interessata al potere: "All'Università, preferivo essere 'autorevole' che potente. La politica (Fornero ha partecipato come consigliere comunale all'avventura di 'Alleanza per Torino', che sostenne Valentino Castellani nel suo primo mandato da sindaco, ndr) è un luogo di rotondità, di sfumature, e io sono troppo lineare per restarci a lungo. Quanto alla banca, sono stata felice della nomina, un riconoscimento all'indipendenza che ho sempre cercato di praticare. Ma il mio massimo obiettivo è stato ragionare su ogni euro speso, perché si tratta di denaro che appartiene alla comunità e non a noi".
Tra i politici che ammira Enrico Letta, perché chiaro e lineare. "Ma ormai mi sono rassegnata all'idea che la politica italiana potrà tornare a discutere sui fatti e sui risultati soltanto dopo, quando si sarà compiuto un ricambio generazionale completo". (da Repubblica.it)