26/11/2012

Affondato il Ddl diffamazione: l’Aula del Senato boccia l’articolo 1. Fnsi: "Appello alla riflessione accolto. Ora riforma serena e equilibrata

L'Aula del Senato ha bocciato 'il cuore' della legge sulla diffamazione, con 123 voti contrari, 29 sì e 9 astenuti. Si tratta dell'articolo 1 del provvedimento, quello che contiene il carcere, fino a un anno, per i giornalisti. L'Aula è stata ora sospesa.
Fnsi: “L’appello alla riflessione fatto dalla seconda carica dello Stato, il Presidente Renato Schifani, raccolta venerdì dal Sindacato dei giornalisti ha avuto uno speculare sviluppo - come da noi auspicato - nella riflessione fatta poco fa dall’aula del Senato  che ha bocciato l’art. 1 della proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa che puniva i cronisti con il carcere e con le multe e i direttori con forti sanzioni pecuniarie


"L'appello alla riflessione fatto dalla seconda carica dello Stato, il Presidente Renato Schifani, raccolta venerdi' dal Sindacato dei giornalisti ha avuto uno speculare sviluppo - come da noi auspicato
- nella riflessione fatta poco fa dall'aula del Senato che ha bocciato l'art. 1 della proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa che puniva i cronisti con il carcere e con le multe e i direttori con forti sanzioni pecuniarie".
E' quanto afferma in una nota la Fnsi, secondo cui "la grande iniziativa comune dei giornalisti e degli editori, nonche' di decine di associazioni impegnate sul terreno dei diritti civili ha consentito oggi un
importante gesto di responsabilita' che trova una risposta istituzionale significativa per quanto non risolutiva di tutti i problemi aperti".
La Fnsi ringrazia "le autorita' istituzionali e le forze politiche che hanno voluto, alla fine, compiere una scelta che evita al Paese un rimedio peggiore del male che si voleva curare: nessuna tutela efficace per il diffamato, punizioni fino al carcere per i cronisti, soprattutto quelli di frontiera impegnati nelle inchieste sul male affare, nell'osservazione critica dell'attivita' pubblica, sanzionati in maniera piu' pesante tanto piu' inquadrati nelle qualifiche basse, o semplicemente precari o freelance.
Piuttosto che compiere questa grave ingiustizia era meglio lasciare le cose come stanno, come accadra', nell'immediato, dopo questo voto". Secondo la Federazione "rimane aperto il nodo delle manette per i
giornalismo, che dev'essere chiamato all'esercizio eticamente responsabili della professione per far circolare le verita' delle notizie di pubblico interesse e tanto piu' di quelle che certi poteri vorrebbero coperte per tenere nascosti problemi che debbono essere conosciuti.
Cancellare il carcere resta un obiettivo come lo e' quello per nuove regole a garanzia dei cittadini, specie di quelli piu' deboli, con l'introduzione nel nostro ordinamento di una rettifica documentata di eventuale verita' alternativa da pubblicare nell'immediatezza della vicenda contestata e del Giuri' per la lealta' dell'informazione che ne sia il garante autorevole e indipendente".
Per queste ragioni, la Fnsi "mantiene alta la propria iniziativa civile permanente contro l'oscuramento delle verita', per il diritto alle notizie e per la dignita' dei cittadini. Per questo rimane il no alla soluzione
del carcere e alle minacce improprie dei giornalisti".