11/11/2012
Dismissioni, gli Enti previdenziali replicano al ministrro Riccardi: "Piano sconcertante, ridurrebbe del 50 per cento i valori di mercato"
Il piano di dismissione immobiliare reso noto dal ministro Andrea Riccardi ''appare sconcertante, irricevibile e al di fuori dell'impianto legislativo del sistema della previdenza privata italiana''. Lo afferma l'Associazione degli Enti Previdenziali Privati (Adepp) in una nota in cui risponde all'intervista del ministro pubblicata dal 'Corriere della Sera'. ''Innanzi tutto - afferma l'Adepp - va ricordato che gli Enti di previdenza dei professionisti italiani sono soggetti di diritto privato ai quali la legge di privatizzazione ha affidato piena autonomia gestionale e amministrativa. Pur mantenendo finalita' pubbliche, pagare le pensioni, per le quali sono vigilati dai Ministeri dell'Economia e del Lavoro, rispondono della propria gestione, attraverso organi elettivi, ai propri iscritti senza gravare in nessun modo sullo Stato. Innumerevoli sentenze, anche di rango costituzionale, hanno rafforzato questo impianto''.
Sarebbe ''importante'' che il ministro Riccardi si confrontasse con la collega Elsa Fornero sul tema della sostenibilita' degli Enti privatizzati.
''Questa ipotesi di dismissione immobiliare, resa nota a mezzo stampa, senza che nessuna interlocuzione istituzionale sia mai avvenuta - sostiene l'associazione - confligge totalmente con la sostenibilita' dei bilanci attuariali nell'arco di 50 anni voluta dal ministro del Lavoro. Dopo aver messo in campo una spinta riformatrice enorme che ha interessato tutti gli enti del sistema privato proprio per aderire ad una idea di assoluta garanzia verso gli iscritti, oggi ci tocca osservare un'ipotesi di vendita forzata del patrimonio immobiliare che rischia di dimezzare le riserve accantonate in decenni''.
In citta' come Roma e Milano, dove e' appostata una grande parte dei patrimoni, ''pensare di fissare forzatamente un prezzo di vendita pari a 150 volte l'affitto pagato significa ridurre almeno del 50% il valore medio di mercato''.
Il ministro - sostiene l'Adepp - ''potrebbe facilmente verificare che le finalita' sociali da parte nostra sono da sempre assolte, pur in autonomia, aderendo in misura rilevante al sistema delle locazioni calmierate in virtu' dei patti sottoscritti con le associazioni piu' rappresentative degli inquilini''.
In aggiunta ''non possiamo non sottolineare come, ormai da troppo tempo e su troppe materie, si evidenzi una sorta di schizofrenia istituzionale: alcune delle otto fonti di controllo che insistono sul nostro perimetro ci invitano ad elevare i rendimenti considerati insufficienti, altre sostengono la forma di investimento in fondi immobiliari congrua e regolata, infine giunge un ministro che nessuna competenza diretta ha sul nostro mondo che immagina addirittura di entrare nella gestione terza dei fondi immobiliari vigilati da Banca d'Italia per imporre vendite e prezzi. Francamente crediamo sia troppo''.
Le ripetute aperture che i presidenti delle Casse, attraverso l'Adepp, ''hanno formulato in questi mesi in vista di un ragionamento comune sulle necessita' di sviluppo del Paese hanno prodotto solo tentativi di invasione di campo sempre piu' preoccupanti che continueremo a respingere in tutte le sedi fino alla Corte Costituzionale. Non gravare sulla collettivita', aver dimostrato la solidita' delle gestioni, aver fortemente innovato il sistema degli investimenti, l'analisi del rischio e le misure di autoregolmentazione sembra non interessare. Sicuramente interessano agli oltre 2 milioni di professionisti italiani che abbiamo l'obbligo di legge di rappresentare e tutelare: giunti a questo punto serve una parola di chiarezza del presidente del Consiglio Mario Monti''. (ANSA)