17/10/2012
I seminari dell'Inpgi: welfare e ammortizzatori sociali per i giornalisti
"Il bilancio dell'Inpgi per il 2012 sarà ancora un bilancio di crisi. Una crisi che durerà almeno per 3-4 anni. Gli indicatori sono tutti negativi. Di fronte a 200 colleghi assunti, si sono persi 300 posti di lavoro. Sfondiamo le 1500 unità in uscita in tre anni, il 10 per cento della forza lavoro. E' un'ecatombe". Questa l'amara considerazione fatta dal presidente dell'Inpgi, Andrea Camporese, con cui ha aperto al Circolo della Stampa Milano uno dei sei seminari che l'Istituto terrà nelle varie regioni per illustrare ai colleghi i temi relativi al sistema del welfare e degli ammortizzatori sociali. A Milano, oltre ai lombardi, sono arrivati colleghi dal Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna. Ad approfondire i contenuti di riforma dell'Inpgi, e il nuovo regolamento della gestione separata che nonostante i conti in ordine proiettano l'istituto verso un futuro ancora denso di ombre e di incognite, c'erano il vicedirettore generale e dirigente del servizio contributi e vigilanza Mimma Iorio e il dirigente del servizio prestazioni Francesca Merante
Il presidente Camporese nel suo intervento di apertura non ha fatto sconti a nessuno e ha polemizzato duramente contro chi cerca di mettere sullo stesso piano previdenza privata e pubblica.
"Si vorrebbe applicare, come intende fare il governo attraverso la legge di revisione della spesa, tagli dell'ordine del 10 per cento che aumenteranno al 15 per cento l'anno succesivo, inficiando così la sfera degli enti previdenziali privatizzati, andando contro ogni forma di autonomia finanziaria e noi ci difenderemo andando fino in fondo, sino alla Corte Costituzionale se necesssario, perchè il Ministero dell'economia vorrebbe obbligarci a fare scelte che non ci competono: addirittura - ha detto - si vorrebbe che noi si investisse in Bot e titoli del debito pubblico".
Agganciandosi alle recenti sentenze del TAR del Lazio e della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionali norme di taglio delle spese in Enti pubblici, perchè lo Stato non può intervenire in ambiti in cui non è parte, Camporese si è mostrato critico anche con il Ministero del Lavoro pur dicendo che con il ministro Fornero c'è stato un chiarimento. "Ma – ha continuato - dopo aver presentato un bilancio positivo da qui a 50 anni, ancora si attende "un timbro" ufficiale. Abbiamo fatto le riforme che ci sono state chieste, stiamo nella norma, ma i problemi sembra non finiscano mai, come le questione del contributi pro-rata".
Su patrimonio dell'ìstituto, garanzia assoluta per le pensioni future, il presidente oltre a sottolineare che in questi ultimi anni è aumentato, ha anche confermato che il rendimento del 2012 va oltre il 6 per cento, grazie anche ad investimenti immobiliari redditizi, come a Milano, anche se – ha detto - occorre diversificare il portafoglio e guardare a nuove proposte per comprimere eventuali rischi. A questo proposito ha citato l'ingresso ufficiale nel Fondo Senior Fimit, uno dei fondi immobiliari di "social housing" dedicato agli over 65, il cui comitato etico è presieduto dal prof. De Rita, volendo così dare una conferma dell'interesse, anche da parte dell'Inpgi, per le case a giornalisti pensionati a prezzi contenuti, come richiesto a suo tempo dal Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati con il "progetto Milano".
Infine Camporese si è soffermato sulla ex fissa, rimarcando le difficoltà esistenti per la sua erogazione in tempi brevi, non per colpa dell'Inpgi che anzi aveva proposto addirittura un prestito agli editori, ma che il Ministero dell'economia ha bocciato. Attualmente – ha confermato - i tempi previsti per le liquidazioni vanno da 5 a 8 anni sia a causa della poca capacità di erogazione da parte degli editori (circa 80 milioni) che a causa anche dei continui prepensionamenti, per cui i flussi mensili sono insufficienti.
Su questo punto, assai sentito per molti colleghi, è intervenuto anche il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Franco Siddi, il quale confermando quanto detto da Camporese ha evidenziato che esiste un "buco" di 72 milioni nelle casse degli editori a fronte di un incasso di un milione e poco più al mese. Siddi ha poi ipotizzato che in fase di rinnovo contrattuale occorrerà immaginare con gli editori un nuovo tipo di fissa, unica nella vita a fronte delle due o tre possibili, oppure occorrerà fissare un tetto oltre il quale non andare, per evitare che colleghi con gli stipendi altissimi da direttori prosciughino, con le loro uscite, i fondi disponibili. Infine Siddi, dopo aver analizzato il quadro occupazionale e affrontato la questione del rapporto con gli editori anche per salvare oltre ai posti di lavoro anche le testate attraverso un negoziato che porti a processi che consentano una ripresa del settore dell'editoria, si è soffermato sulla riforma della legge sulla stampa, che al di là del caso Sallusti, è sempre stata un problema urgente - per i giornalisti e la FNSI-, da più di dieci anni. Tuttavia, ha affermato con amarezza, la classe politica continua a proporre soluzione che per noi non vanno bene, in quanto cerca di scaricarci addosso lacci e lacciuoli, come fatto in occasione dell'ultima audizione in parlamento, per cui, ha detto, a fronte di queste proposte è meglio che la legge stia così come è. Ultima notizia fornita dal segretario Siddi è che anche la Rai sarebbe pronta a varare un piano di esodi incentivati per giornalisti che vanno dai 60 ai 65 anni, interessando circa 150 colleghi.