26/05/2012

L'Ungp verso il Congresso. Gli interventi in Consiglio nazionale
La relazione del vicepresidente vicario Bossa: "Impegno comune
per il rilancio dell'Ungp nel sindacato unitario dei giornalisti italiani"

Guido Bossa

Il Consiglio nazionale dell’Unione giornalisti pensionati nella sua riunione del 25 maggio ha approvato all’unanimità la proposta del vicepresidente vicario Guido Bossa e del Comitato esecutivo di indire per il giorno 11 giugno prossimo il congresso straordinario del sindacato. In quella occasione verrà eletto il nuovo presidente dopo le dimissioni del presidente Ino Iselli e verranno proposte alcune  modifiche statutarie. Tra esse è presente l’adeguamento della durata di quattro anni dell’intervallo tra i congressi ordinari, così come stabilito anche per la Fnsi. Nella fase di avvio della riunione del Consiglio nazionale si sono susseguiti al microfono i vertici della categoria come il segretario generale della Fnsi Franco Siddi, il presidente dell’ Inpgi Andrea Camporese ed il presidente della Fnsi Roberto Natale


Il segretario generale della Fnsi Franco Siddi nel suo intervento si è soffermato soprattutto su tre aspetti. Il primo ha riguardato il ruolo che all’interno della Federazione svolgono i sindacati di base di cui uno è proprio l’Ungp. “Non sono dei corpi separati”, ha affermato, “ e per questo deve esserci una sintonia istituzionale. Questo non significa che non possano esserci differenze politiche che vanno affrontate con trasparenza e rispetto”.
Il secondo tema è stato quello dei rapporti tra Fnsi e Ungp così come si sono articolati in tempi recenti. Vi sono state delle incomprensioni e dei problemi non risolti, ma non è pensabile, ad esempio, che sia la Federazione a risolvere i problemi legati alle quote contributive all’ Ungp da parte delle associazioni regionali. “In questa fase di grande difficoltà al centro delle preoccupazioni del sindacato non c’è certo questo tema. Mi impegno però”, ha aggiunto, “ a convocare una consulta dei presidenti delle associazioni all’interno della quale cercare le soluzioni. Si potrà creare un gruppo di lavoro, ma è entro l’articolazione del sindacato dei pensionati che va cercata una soluzione di buon senso”
Il terzo tema trattato dal segretario Siddi è stato quello della difficile situazione sindacale della categoria in questo momento di crisi economica. “Si pensa che il sindacato debba salvare tutto i tutti, compito del sindacato è invece salvare il lavoro e le condizioni di esistenza della categoria. Per fare questo non esiste alcuna bacchetta magica che possa rimettere in modo l’occupazione in un momento in cui mediamente si perdono dieci posti di lavoro alla settimana. La crisi è devastante e non basteranno solo i prepensionamenti, ma anche i contratti di solidarietà. La conseguenza sarà l’impoverimento della base contributiva e le difficoltà di tenuta del sistema, al che l’impegno è di “trovare convergenze con gli editori, altrimenti sarà lo Stato a decidere per noi. Il tutto con il massimo di dialogo e comprensione per tenere insieme la categoria puntando ai miglioramenti possibili”.
Il segretario Siddi ha poi comunicato l’avvenuta firma con l’Inpgi per la gestione del Fondo di perequazione delle pensioni e l’esame della questione del “cumulo” nella prospettiva della tenuta delle pensioni Inpgi e della solidarietà.
Nei confronti del presidente dimissionario Ino Iselli, il segretario Siddi ha sottolineato che ci sono state differenze di vedute ed atteggiamenti conflittuali con una dialettica vivace, ma “nei momenti decisivi ha orientato l’Ungp a sostegno di quei pilastri, come il contratto e la riforma previdenziale, che erano a rischio”.
Il presidente dell’Inpgi Andrea Camporese ha confermato con l’istituto previdenziale è sano anche grazie alla auto-riforma concretizzatasi prima della crisi. Il che significa che la corresponsione delle pensioni non è in pericolo nell’ambito di un orizzonte di 50 anni. Gli sgravi contributivi hanno portato a 150 assunzioni, il che è positivo ma non è sufficiente a fronte anche della contraddizione tra il fatto che “il giornalismo decresce in una fase in cui aumenta l’informazione”.
Preoccupazione ha espresso per quanto riguarda i rapporti con il Governo all’interno del quale “si ritiene che prevalga l’interesse verso la coerenza dei conti sulla tenuta del clima sociale”. Proprio per questo ha annunciato che non intende applicare “norme che possano avere effetti devastanti” frutto di “schemi accademici”. Necessaria è invece “un’assunzione reciproca di responsabilità” con l’obiettivo di difendere l’Inpgi.

Mozione approvata all'unanimità dal Consiglio Nazionale Unpg

Il Consiglio Nazionale dell’Unione Giornalisti Pensionati Italiani riunito a Roma il 25 maggio 2012 prende atto delle dimissioni irrevocabili presentate dal presidente Ino Iselli in data 12 aprile 2012. Esprime il rammarico per la decisione assunta dal collega Iselli e lo ringrazia per il grande lavoro svolto nel corso di sette anni di presidenza durante i quali l’Ungp ha ampliato la propria rappresentanza all’interno dei giornalisti pensionati acquisendo ulteriore autorevolezza nell’ambito della categoria.
Il Consiglio Nazionale invita pertanto il collega Iselli a non far mancare nel futuro il suo contributo di idee e di esperienza.

La relazione del vicepresidente vicario Guido Bossa al Consiglio Nazionale dell'Ungp:

Le dimissioni del Presidente Iselli, presentate al Comitato esecutivo del 12 aprile, hanno aperto una fase di emergenza nella vita della nostra Unione, che è interesse di tutti chiudere quanto prima. Richiamandosi allo Statuto, Iselli ha indicato la via del trasferimento delle funzioni, dei poteri e degli obblighi inerenti alla carica al Vice presidente vicario, cioè al sottoscritto: ma a me è parso subito evidente che una testuale interpretazione della norma statutaria non sarebbe stata sufficiente a garantire il superamento della situazione eccezionale che si era creata e a ripristinare condizioni di normalità nella vita della nostra Unione

Un’emergenza da chiudere al Congresso straordinario

Credo che la funzione vicaria, non legittimata dal congresso ma solo delegata dal presidente e ratificata dal Consiglio Nazionale, possa essere esercitata pienamente solo in caso di momentanea assenza o indisponibilità del presidente eletto, oppure per singole competenze delegate; ma non in modo permanente e per un lungo periodo. Conseguentemente, e in accordo con gli organi dirigenti della Federazione, di cui l’Ungp è una struttura di base, ho cercato di individuare la procedura più consona per ricondurre a normalità la vita della nostra Unione. Ho chiesto un parere tecnico al Direttore della Federazione Giancarlo Tartaglia, che lo ha reso sollecitamente e responsabilmente.
Anche sulla base di questo parere, ieri il Comitato esecutivo ha convocato il Congresso straordinario per il prossimo 11 giugno, data per la quale ci ha assicurato la presenza ai nostri lavori il Presidente della Fnsi Roberto Natale, massimo garante del nostro sindacato, che ringrazio per la disponibilità dimostrata verso di noi. Al Congresso, che si svolgerà in questa sala, parteciperanno i delegati del Congresso di Bergamo o, in caso di indisponibilità, i primi dei non eletti alle assemblee regionali. Chiedo al Consiglio nazionale di accogliere e condividere la decisione del Comitato esecutivo.
Ricorderete che il Congresso di Bergamo si è concluso senza l’approvazione delle modifiche statutarie, perché mancò il numero legale, e in particolare senza l’allineamento delle nostre scadenze statutarie a quelle della Fnsi, il cui prossimo congresso si terrà nel 2015. Se non provvediamo, ci troveremo a celebrare un congresso l’anno prossimo, in solitudine, ed un altro nel 2015 insieme alla Fnsi come abbiamo sempre fato e come è opportuno che continuiamo a fare.
Il Congresso straordinario è necessario dunque sia per procedere alle necessarie modifiche statutarie che per la ripristinare il completo vertice dell’Unione. Penso che se riusciremo a dare un ritmo sostenuto ai nostri lavori, una giornata sarà sufficiente.
Vorrei che la circostanza fosse utilizzata anche per recuperare la frattura congressuale, che non fa bene alla nostra Unione. Per questo mi sono consultato con il collega Giovanni Rossi che ha presieduto il congresso di Bergamo, e con Pierluigi Franz, nostro autorevole collega e Presidente del gruppo regionale del Lazio, con il quale avevo collaborato alla stesura dello Statuto regionale.
Le modifiche statutarie che presentiamo al congresso sono il frutto di questa collaborazione. Ieri il Comitato esecutivo ne ha autorizzato la presentazione. Ricordo che per questo punto, come per tutti i suoi lavori, il Congresso è sovrano.

La crisi che abbiamo di fronte      

L'emergenza direi "statutaria" che ci troviamo ad affrontare e che il congresso straordinario è chiamato a risolvere, non oscura né deve porre in secondo piano, nella nostra attenzione, la pesante situazione economica e sociale del Paese considerata nel suo complesso e tanto più nei riflessi che essa ha nel settore editoriale e dell'informazione; e la riunione di questo Consiglio nazionale è l'occasione più opportuna per una aggiornata riflessione al riguardo. La questione era aperta già a Bergamo. “La crisi editoriale nel biennio trascorso – disse Iselli nella relazione introduttiva – ha causato centinaia di espulsioni definitive per prepensionamento ed altre (in attesa di diventare definitive) per cassa integrazione. Chi è uscito (o sta uscendo) dal mondo del lavoro non è stato sostituito se non in misura trascurabile”.
Questa la situazione di allora, e purtroppo non si può dire che nel corso del 2011 le cose siano migliorate. I parametri della crisi si sono anzi andati aggravando in termini di diffusione, vendite, consumi e, naturalmente, occupazione nel settore.
I dati, di qualunque provenienza, sono convergenti e parlano di una crisi che investe quasi tutti i segmenti del comparto: carta stampata, agenzie di stampa, emittenza pubblica e, soprattutto, emittenza privata locale. Dal 2009 si contano ben  37 aziende in stato di crisi, con quasi 600 giornalisti in prepensionamento, oltre mille in cassa integrazione, altrettanti con contratti di solidarietà. Nell'ultimo anno il saldo occupazionale vede una perdita di 220 unità; la crisi non ha risparmiato le maggiori aziende italiane, anche grazie alla disinvoltura con la quale gli editori sono riusciti a far valere le loro ragioni di fronte al sindacato e allo stesso Inpgi, che continua a non avere sufficiente voce in capitolo per l'accertamento dello stato di crisi. Di questo passo, la coraggiosa riforma varata dall'istituto alla fine del 2011, e che ha dato buoni frutti in termini di nuova occupazione e di aumento della contribuzione, rischia di essere inadeguata rispetto ad una situazione generale che si sta aggravando.
Ultimamente, la riduzione del contributo pubblico ha cominciato a colpire duramente il settore più debole: le cooperative, gli organi di partito (parlo di quelli veri non di quelli fittizi o truffaldini), gli organi di opinione, le testate che sono in diverse forme riconducibili a segmenti importanti della società civile e della vita culturale del Paese. Per l'anno in corso, la nostra Federazione ha calcolato in circa 600 il numero di colleghi che vedranno messo a rischio il posto di lavoro; e di questi numerosi sono coloro che lavorano appunto in questo settore. Con qualche caso di indubbia, grottesca gravità, come quello denunciato dai colleghi del "Manifesto" che si sono visti comunicare via fax con burocratico formalismo la decisione dei liquidatori sulla "cessazione attività aziendale e richiesta concessione trattamento straordinario di integrazione salariale".
A sua volta, l’Inpgi calcola che nei prossimi 2-3 anni la quota di prepensionamenti che l’Istituto potrà sostenere non supererà le 600 unità, il che vuol dire che, se la previsione è corretta e non ci sarà una ripresa produttiva nel settore, la prospettiva della disoccupazione si presenterà per molti colleghi. Insomma, l'anno che si è aperto non sarà dei più facili per la nostra categoria e per la professione giornalistica, e lo stesso si può dire per il 2013. Più oltre non mi spingo, anche per scaramanzia.
Osservo che la riduzione del monte degli investimenti pubblicitari e la concentrazione su alcuni prodotti – prevalentemente la televisione – distorce il mercato e colpisce particolarmente la stampa di qualità, quella cooperativa, culturale o sociale. Quanto all’unico settore in evoluzione positiva, quello multimediale, che vede un costante incremento di prodotti e di utenti, non riesce certo a riequilibrare le perdite dei comparti tradizionali, e presenta problemi di qualità e affidabilità; oltre al fatto che non sempre lo sviluppo dell'editoria elettronica comporta, come dovrebbe e come vorremmo che fosse, professionalizzazione, equo compenso, sindacalizzazione,  contribuzione.
La crisi colpisce al solidarietà fra generazione e all'interno della stessa generazione. Colpisce in modo particolare l'occupazione, e soprattutto l'occupazione giovanile e questo riguarda anche noi perché le nostre pensioni sono finanziate dai colleghi che lavorano. A volte riusciamo ci mettiamo del nostro, riuscendo a coniugare difesa corporativa e accanimento individualistico il che è paradossale, se vogliamo. Un paradosso deleterio.

Il posto dell’UNGP nella Federazione della Stampa

Il Congresso straordinario sarà chiamato a confermare il nostro ruolo nella Federazione nazionale della stampa italiana, che è il nostro sindacato unitario. Come giornalisti pensionati contribuiamo alla vita della FNSI, siamo presenti negli organi statutari e nelle associazioni regionali; non siamo certo degli estranei, dei figliastri o dei sopportati. Dobbiamo rafforzare il nostro vincolo associativo come Unione e imparare a parlare a noi stessi e a tutti i nostri colleghi, attivi e pensionati, associati e non.

Il nostro sito web

Il sito web Ungp.it che abbiamo aperto da qualche mese ma che non è ancora uscito dalla fare sperimentale, ci può aiutare, ma occorre che tutti noi lo sentiamo come uno strumento a disposizione di tutti, per comunicare notizie dell'attività svolta dai nostri gruppi regionali, per dire la nostra sui problemi che ci riguardano, per interloquire con le istituzioni della categoria. Il sito ha una sua struttura redazionale, ridotta ma efficiente, ed è stato pensato per diventare rapidamente il nostro principale strumento di comunicazione.

Occorre l’impegno di tutti

Se vogliamo che l'unione Nazionale Giornalisti Pensionati diventi davvero la casa comune di tutti i colleghi che hanno lasciato la professione attiva ma che non per questo hanno smesso di lavorare e di essere giornalisti, occorre che ci impegniamo tutti. Ci serve unità per contare di più, e dell'unità fra di noi  fa parte anche dare all’Unione i mezzi necessari: contributi economici ma anche idee per il sito e notizie sulla vita delle nostre realtà locali. Il nostro obiettivo che direi naturale è il rafforzamento della collocazione dell’Unione, quale organizzazione sindacale di base costituita nell’ambito della Federazione nazionale della stampa italiana e quindi in stretto collegamento con gli istituti della categoria, specialmente in una fase, come l’attuale, nella quale la crisi economica e le stesse politiche governative rischiano di compromettere l’autonomia e l’indipendenza dei professionisti dell’informazione nel nostro Paese.
Il Congresso straordinario di Roma sarà l'occasione per rilanciare la nostra organizzazione e la nostra unità.

Gli interventi in Consiglio Nazionale

Ermanno CORSI: "Non siamo emarginati ma garanti e coscienza critica della professione"

Le dimissioni di Iselli (identificazione fra lista e sindacato, pericolosa inefficienza del sindacato, follia senza metodo dell’Ordine) debbono aprire  un’ampia riflessione che ci porti a rifondare la nostra Unione. L’11 giugno, (Congresso straordinario) deve segnare l’avvio. Si potrebbe anche togliere dalla sigla la parola “pensionato” affinché i nostri iscritti vengano percepiti di più non come professionalmente “emarginati”, ma come controllori, garanti e coscienza critica della professione. Il rischio che si corre, data l’ampiezza del precariato, è lo scontro generazionale. Se l’Unione, sindacato di base della Fnsi e non corpo separato, si dà una seria prospettiva d’azione, potrà efficacemente contribuire alla difesa e al rinnovamento di tutto il sistema dell’informazione.

Neri PAOLONI: "Il nostro giornale sarà utile anche in formato elettronico"

Il numero 2 , anno XV, del "Il Giornalista Pensionato", è l’ultimo ad essere stato inviato in forma cartacea. Il suo costo – come ha accertato il collegio dei revisori dei conti – è divenuto troppo alto. Non solo la carta, la tipografia, ma soprattutto le spese postali, hanno reso ingestibile, con le poche risorse dell’ Ungp, l’ulteriore pubblicazione del periodico. Che tuttavia continuerà a vivere e ad essere diffuso per via telematica. A questo proposito concordo con la proposta del collega Bianchi di invitare le singole Associazioni regionali a scaricare dal formato pdf e stampare un certo numero di copie da mettere a disposizione dei colleghi pensionati meno avvezzi all’uso del computer, che possano così trovare, recandosi presso le rispettive associazioni, il "loro" giornaletto" bello e stampato . Mi auguro facciano altrettanto la Federazione della Stampa e la Casagit. Ciò perchè ritengo "Il Giornalista Pensionato" un organo utilissimo di comunicazione ma anche un mezzo per fare sì che coloro in quali sono usciti, ieri, oggi e domani, dalla professione attiva, si sentano in qualche modo ancora in contatto con quella comunità di giornalisti che, volenti o nolenti, hanno lasciato.
Io stesso ho sperimentato quanto il "giornalino" sia stato utile per mantenere o ritrovare contatti. Fu Ino Iselli a chiedermi cinque anni fa di scrivere "qualcosa" per il "giornalino", come lui lo chiamava. Insieme abbiamo così inventato la rubrica "Cinema che passione", da allora comparsa in ogni numero della rivista. Con la premessa che non critica cinematografica dovesse essere, ma semplice cronaca dal punto di vista di un "minimo comun spettatore", quale io mi reputavo.
In una pubblicazione nella quale venivano trattati – a volte anche con vis polemica, perchè no? – i problemi della categoria, una rubrica dedicata al cinema può essere apparsa del tutto inutile. Salvo a scoprire, come mi è accaduto, che molti colleghi – forse avendo più tempo per andare al cinema – seguivano le mie note con buona attenzione, condividendo o anche criticando quanto da me scritto. Vada pertanto a Ino Iselli il riconoscimento per l’intuizione, che ritengo positiva, di allargare gli interessi e quindi i temi trattati sul "giornalino" al di là dei campi sindacale, politico, professionale e previdenziale. Tutti comunque utili ed essenziali a mantenere quel contatto con i colleghi pensionati che è il compito necessario del periodico. Mi auguro che la sua pubblicazione in pdf e la sua diffusione anche attraverso il sito dell’Ungp non faccia disperdere il patrimonio fin qui cumulato dal "cartaceo". A Ino Iselli, delle cui dimissioni come presidente dell’Unione mi rammarico di cuore, auguro di potere essere ancora accanto a noi e di continuare a dare all’Unione il suo contributo.

 Enzo FERRINI: "Gli anziani a fianco dei giovani, in Umbria già si fa"

 Il vero problema nel rapporto giovani "precari"- anziani "garantiti" non è quello del "cumulo". Problema che non esisterebbe se per tutti i collaboratori esterni (precari e pensionati) fosse rispettato il contratto di lavoro per quanto riguarda la presenza e l' uso degli strumenti della redazione. Ai pensionati infatti in genere vengono proposte collaborazioni per competenze professionali specifiche o per il prestigio della firma, senza quindi nulla togliere alle opportunità di lavoro per i giovani.
I pensionati e l'Ungp devono essere a fianco dei giovani e lo possono fare concretamente mettendo a loro disposizione esperienza di lavoro e professionalità. Non solo quindi con i corsi di formazione per pubblicisti che in Umbria si svolgono ormai da alcuni anni con la partecipazione in qualità di docenti di giornalisti pensionati e non su temi specifici della professione, di magistrati e professori universitari. Una continua formazione professionale è infatti più che mai necessaria per tutti ai "tempi di internet", quando sono sempre di più i giornalisti, anche professionisti, che non frequentano più le redazioni.
L' Ungp può pertanto farsi promotrice di queste iniziative di aggiornamento aperte a tutti, attingendo alle esperienze dell' Ordine nazionale, in sinergia con le varie esperienze locali, per fornire sperimentati moduli di formazione e validi supporti didattici.
Per quanto riguarda infine la discussione sul "giornalino" Ungp bene la scelta dell' on-line ma suggerisco più informazioni di servizio: pensioni, Casagit, scadenze ed adempimenti vari.

Giovanni ROSSI (segretario generale aggiunto Fnsi): "Meno arroganza e più rispetto per il ruolo degli organismi democraticamente eletti"

L’Unione nazionale giornalisti pensionati deve uscire da una fase, quella aperta dalle dimissioni del Presidente, Ino Iselli (correttamente presentate all’indomani di un’inequivocabile sconfitta politica determinata dal voto dei pensionati per l’Inpgi), per darsi un nuovo vertice che si caratterizzi per l’assenza di arroganza, rispetto per il ruolo degli organismi dirigenti democraticamente eletti e capacità di rapporto con i Gruppi regionali dei pensionati che agiscono sul territorio. L’Ungp non può vivere solo in funzione dell’Inpgi e delle sue scadenze elettorali. Un vertice che sia unitario e recuperi tutte le forze disponibili ad operare – in un rapporto positivo, anche dialettico, ma non di contrapposizione – assieme agli organismi della categoria, a cominciare dalla Fnsi di cui l’Ungp è parte.

Rino LABATE: "Necessario un rinnovo totale della dirigenza e una  gestione meno arrogante"

In questi anni la base degii iscritti è stata dimenticata. Prova evidente sono, tra l’altro, il sito internet e il giornale. Un distacco totale per responsabilità di una dirigenza a dir poco disattenta e arrogante.
Sito internet: creato sulla falsariga di quello della Fnsi è pochissimo consultato dagli iscritti (ma sono stati informati sufficientemente della sua esistenza?). E’ ben realizzato e coordinato, e questo è un fatto positivo, da un collega dalle idee chiare sull’Unione e sulla necessità che questa ha di comunicare. Non ci si può però non rammaricare per il fatto che il collega non sia un pensionato e che sia stato incaricato senza darne comunicazione ai colleghi pensionati. Una svista o un metodo non condivisibile?
Sul metodo verticistico di gestire l’Unione poi, purtroppo, devo chiamarmi fuori dal coro. Non l’ho condiviso sin dall’inizio.  Un esempio vale per tutti: il "suo giornalino”.
Inaccettabile, per me, la gestione personalistica e le troppe polemiche quando invece è necessaria l’unità della categoria. Assolutamente da respingere infine quanto è stato scritto dall’ex presidente nell’ultimo numero del “giornalino”. Insulti per tutti, probabilmente anche per me (a questo punto direi graditi), piccolo rappresentante della Calabria che ha “osato” alzare, correttamente, la voce contro chi di sindacato e di vivere civile riteneva e ritiene di sapere tutto .
Detto questo, credo che sia anche necessario fare una riflessione sul gruppo dirigente dell’Unione. L’ex presidente ha rassegnato doverose dimissioni dopo la solenne e prevedibile “batosta elettorale” inflittagli dalla base. Non dovrebbero fare lo stesso gesto i componenti della sua lista  che fanno parte del vertice?
Decisione doverosa oltre che per la sonora sconfitta anche per un metodo di gestione troppo acquiescente che ha portato un'Unione rissosa sull’orlo del baratro, anche economico.

Romano BARTOLONI: "Ecco la vera cronistoria del Fondi di perequazione"

All’ultimo Consiglio nazionale, il segretario aggiunto della Fnsi, illustrando la situazione del Fondo di perequazione approdato per ora al regolamento, ha parlato dei tanti che ne rivendicano la paternità, probabilmente non ricordando il lungo travaglio dell’iniziativa.
Ecco la cronistoria sulla base della ricostruzione delle diverse tappe. L’idea di mettere le pensioni dentro il contratto è stata concepita dalla Consulta delle organizzazioni sindacali dei pensionati nel corso di una riunione tenuta il 23 aprile 2004 sull’onda della sentenza della Corte costituzionale che giudicava ingiusta e illegittima la disparità di trattamento economico tra lavoratori in attività e lavoratori in quiescenza. A quella riunione, come a quelle successive, ho partecipato come delegato dell’Ungp.
Superata la prima fase di scetticismo, la rivendicazione della Consulta divenne la nostra rivendicazione che cominciò a camminare i primi passi con un documento da me proposto al Consiglio nazionale dell’Unione del 10 giugno 2004 che lo approvò con voto unanime. La svolta decisiva avvenne in novembre a S. Vincent. Il III Congresso dell’Unione, che portò Ino Iselli alla presidenza, chiese a gran voce un posto al sole per i pensionati dentro l’articolo 21 del contratto. All’indomani, il XXIV Congresso della Fnsi sposò all’unanimità la causa dei colleghi pensionati e la piattaforma programmatica complessiva con la nostra rivendicazione nero su bianco fu consegnata agli editori il 28 febbraio 2005.
Se il Fondo ha avuto un padrino nella mia intuizione, il vero padre è stato Gabriele Cescutti, in quegli anni presidente dell’Inpgi. A metà del 2005,  con lungimiranza propose, azzeccandola,  la formula che ha fatto breccia nella trattativa con gli editori, suggerendo di realizzare un fondo speciale sull’esempio del Fondo federale di solidarietà per i colleghi in difficoltà. E a lui andrebbe dedicato, quando sarà messo in piedi.

Pensionati del Trentino Alto Adige: “Ripartire cercando l’unità”

Un caldo ringraziamento per quanto compiuto dall’ex presidente Ino Iselli, il pieno sostegno al presidente vicario Guido Bossa per quanto sta realizzando in questa fase, l’auspicio di una conclusione unitaria dell’ormai imminente congresso straordinario dell’Ungp: questo in sintesi quanto espresso dal direttivo regionale del Sindacato nazionale dei giornalisti pensionati del Trentino Alto Adige riunitosi nella sede di Bolzano.
Convocato dal presidente Gerd Staffler il direttivo ha ascoltato una relazione del segretario generale Mauro Lando sulla situazione venutasi a creare all’Ungp nazionale ed un commento del vicepresidente Rinaldo Cao sull’esito dell’ultimo Consiglio nazionale. Nel dibattito è emersa la necessità di chiudere rapidamente l’attuale fase di incertezza cercando il superamento di precedenti contrapposizioni facendo salvi i principi emersi al congresso nazionale di Bergamo del gennaio 2011.
Il direttivo del sindacato dei giornalisti pensionati del Trentino Alto Adige ha anche preso atto con soddisfazione dell’accordo intervenuto da Fnsi e Inpgi per la creazione del comitato di gestione del Fondo di perequazione delle pensioni. Ha pure invitato Fnsi e Inpgi a rapidamente dar vita concreta al comitato salvaguardando, nelle forme dovute, la presenza in esso di un componente proposto dal sindacato dei pensionati.