18/05/2012

Analisi e proposte del Gruppo Lombardo per rilanciare l'Ungp
"Occorre unità nella categoria, troppi corticircuiti con la Fnsi"

Il Direttivo del Gruppo Lombardo dell'Unione Nazionale Giornalisti Pensionati, allargato ai membri delegati al Congresso straordinario di Roma in programma l'11giugno prossimo, si è riunito presso la sede dell'Associazione Lombarda Giornalisti, a Milano, per analizzare la situazione venutasi a creare ai vertici dell'Ungp a seguito delle dimissioni del collega Ino Iselli da Presidente nazionale dell'Unione


Dopo aver ascoltato le ragioni che hanno indotto il Presidente a dimettersi, il Direttivo ha espresso tutto il suo rincrescimento per questa decisione ritenuta irrevocabile, ed ha espresso al collega Ino Iselli il ringraziamento dell'intero Gruppo Lombardo per il lavoro da lui svolto negli anni della sua presidenza a sostegno dei colleghi pensionati e a capo del sindacato di base della Fnsi, potenziando e rilanciando il ruolo dell'Unione a livello locale e nazionale a tutela degli interessi della categoria, nonostante i difficili momenti che attraversa il settore dell'editoria e le difficoltà che incontrano, allo stato,  Fnsi e Inpgi, a causa delle forti ricadute occupazionali negative, che hanno portano ad una diminuzione degli iscritti sia al sindacato che all'Istituto di previdenza, contro un aumento delle uscite dalle redazioni per prepensionamenti e pensionamenti dovuti agli stati di crisi chiesti dagli editori, non ultimo dal gruppo Monti.
Si è verificato, in pratica, quanto già paventato al congresso di Bergamo del gennaio 2011, quando il segretario della Fnsi, Franco Siddi, ci disse che “stiamo pagando lo scotto di un disastro economico e sociale dovuto alla corso sfrenata verso l'industrializzazione” per cui è diventato una chimera il sogno di vedere “per ogni giornalista che esce due che entrano in redazione al suo posto”. Di questo passo il rischio – per il Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati – è che non solo la Fnsi perda iscritti ma che addirittura l'Inpgi non sia più in grado di assicurare il pagamento delle pensioni, da qui a 50 anni,  come richiesto dal ministro Elsa Fornero.
Allora che fare? Un “gap” che difficilmente si può rimontare, stante l'attuale pesante situazione di crisi, a meno che l'Italia e l'Europa non escano in tempi brevi dalle secche di una recessione pesantissima e allora con la ripresa anche del settore dell'editoria le cose potrebbero cambiare segno.
Intanto il Gruppo Lombardo richiama “alla grande unità della categoria, giovani e meno giovani insieme, come auspicato anche da Siddi, per non finire fagocitati dal sistema”. A questo appello deve  rispondere “in primis” l'Unione Nazionale Giornalisti Pensionati. L'occasione del congresso di giugno per il rinnovo del suo vertice e per votare le modifiche statutarie rimaste in sospeso a Bergamo, appare propizia per dare un segnale di svolta e cambiamento che coinvolga tutto il sindacato. Uno scossone che risvegli idee e strategie e proponga nuove strade di ripresa da parte della Fnsi e dell'Inpgi che rappresentano  i nostri fondamentali  punti di riferimento.
Occorre uscire da una situazione di emergenza, con forza e volontà, e mettere mano a quelle “riforme” tanto sbandierate ma non ancora attuate che passano da un nuovo welfare del giornalista, in particolare di quello pensionato, basato più sulla solidarietà e sulla valorizzazione della persona, che tenga conto delle fragilità e delle condizioni economico-sociali, prendendo atto che è cambiato il “concetto di anziano”, a un modo nuovo di fare e di essere sindacato, guardando avanti, perchè l'occupazione non è più garantita, il contratto nazionale è sempre più difficile farlo e approvarlo e  la disaffezione al sindacato, soprattutto giovanile, è preoccupante. E allora, se l'Ungp non è un corpo separato della Fnsi, poiché sono molti gli elementi che ci uniscono, perchè in questi anni si sono creati cortocircuiti anziché favorire condizioni per dare luogo a intese su alcune questioni, poche ma importanti, come la “governance” del Fondo perequazione pensioni che ancora non c'è e l'attuazione del  suo regolamento, oppure la disparità di pagamento delle quote associative tuttora esistente in alcune regioni come la Lombardia,  o la mancata  applicazione della sentenza della Corte di Cassazione sul cumulo dopo la sentenza Chiodini?
Il Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati auspica, quindi,  che su questi e altri punti si possano trovare soluzioni condivise nel segno dell'unità della categoria, così come in un contesto unitario i delegati al congresso straordinario di Roma trovino le  convergenze sul nome del successore del collega Ino Iselli, proseguendo nel segno del rinnovamento e del rilancio politico-programmatico il ruolo dell'Ungp in seno alla categoria e al sindacato nazionale dei giornalisti italiani.