16/05/2012

Anselmi (Fieg): "Continueremo a stampare i giornali
Gli editori devono riuscire a fare convivere media diversi"

Giulio AnselmiC'e' un problema ''drammatico'' per l'informazione cartacea in tutto il mondo occidentale. Le copie vendute diminuiscono, i dati lo confermano. Ma, dice il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, ''continuano ad aumentare i lettori''. ''Questo e' un dato importante - sottolinea - e induce a pensare che per qualche tempo ancora stamperemo i giornali''. Non in tutto il mondo l'informazione cartacea e' in grande sofferenza, spiega a Salerno in occasione della tavola rotonda dal tema 'Le nuove sfide della filiera della carta', organizzata per il cinquantunesimo anniversario di Arti Grafiche Boccia

 


In Brasile, piuttosto che non in India, sottolinea Anselmi, ''i giornali vendono molto di piu', sono una industria nella quale potreste con profitto investire''. Ma non c'e' dubbio che in Occidente, ''in America i giornali hanno perduto circa un terzo delle copie mentre i loro siti, quelli dei giornali, hanno aumentato del 25-30% i loro frequentatori'', i dati non sono affatto positivi. Le copie, ricorda il presidente della Fieg e dell'Ansa, ''che per tutto il dopoguerra sono state circa 6 milioni e ci piangevamo addosso per dire come fossimo in coda noi italiani seguiti solo dalla Grecia e dal Portogallo erano 4 milioni e mezzo due-tre anni fa e 4 milioni circa adesso''.
L'informazione cartacea ha degli elementi di forza, l'approfondimento, la credibilita', la qualita'. Ed e' per questo che per il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, le ''vecchie testate continueranno ad avere un futuro''. Ed e' anche per questo che bisogna riflettere su tutto quello che il web ci offre, blog, il cosidetto citizen journalism. Perche' non sempre e' espressione di credibilita' e di qualita'. Anselmi ha chiamato piu' volte in causa la qualita': ''Problema che riguarda tanto gli editori che i giornalisti che non a sufficienza si sono posti il problema della qualita' in questi anni''. La carta ''ha degli elementi di forza e lo sappiamo: sono quelli dell'approfondimento, della credibilita', questo soprattutto'', ha spiegato. ''Quando tanto si parla dei media come un unico indifferenziato, quando tanto si parla del giornalismo come un mestiere declinante e ci si entusiasma per il citizen journalism come un mestiere diffuso che rappresenta una prova direttissima della crescita della democrazia - avverte - io inviterei a fare qualche riflessione''. ''Perche' i giornali tradizionali e anche i siti dei giornali tradizionali, non per nobilta' d'animo ma per poter sopravvivere, poter aver una pubblicita' che affluisce devono essere credibili - ha ribadito - mentre il blog di un singolo qualsiasi, un giornale che non ha una testata tradizionale, che debba rispondere penalmente e civilmente di quello che scrive e che non deve essere credibile perche' non ha troppa importanza che accresca il numero dei lettori e la quantita' degli inserti pubblicitari, puo' non esserlo''. ''Per questo motivo le vecchie testate immagino avranno ancora un futuro'', ha concluso.
''Gli editori devono riuscire sempre piu' a fare convivere i media diversi'': e' questa, per il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, la strada da percorrere.
''Si parla tanto del web come di una realta' che sopravanza la carta stampata - ha detto a Salerno - per molti aspetti, si', in termini numerici, si'. Oggi i lettori, gli acquirenti, piu' esattamente, di quotidiani sono circa 4 milioni anche se i lettori crescono. I siti dei giornali stanno crescendo ma non riescono ad avere in termini economici lo stesso peso''. Secondo quanto sottolineato dal presidente Anselmi, ''la pubblicita' che sui giornali cartacei viene valutata ancora oggi in maniera significativa e' una piccolissima quota sui siti''. ''La crescita sui siti in termini economici finanziari non e' neanche lontanamente paragonabile al decremento delle copie cartacee'', ha aggiunto. Cosa devono fare gli editori? ''Gli editori devono riuscire sempre piu' a fare convivere i media diversi - ha spiegato - Sono genovese e ricorro a paragoni marinari.
L'editoria oggi e' come il mondo dell'armamento negli ultimi decenni dell'800 quando le navi facevano convivere le vele e i fumaioli delle caldaie a carbone. L'editoria deve riuscire a far vivere le vele, la carta, e internet, le vecchie caldaie. Solo in questo modo potra' salvare la propria qualita', solo in questo modo potranno esserci crescenti frequentatori della nostra informazione''. (ANSA)