27/03/2012
Inpgi, maggioranza in fibrillazione in vista del voto per il nuovo Cda
Ancora aperti i giochi per il vicepresidente: favorito Serventi Longhi
L'esito delle elezioni per il rinnovo degli organismi dirigenti dell'Inpgi ha dato ragione alla coalizione di maggioranza che governa la gran parte degli organismi di categoria dei giornalisti ad eccezione dell'Ordine. Eppure le fibrillazioni aumentano e le tensioni non sono affatto sfumate, anzi c'é un nervosismo crescente tanto che le riunioni che si sono fin qui succedute per dare vita agli assetti che verranno votati nella riunione del 3 e 4 aprile del nuovo Consiglio generale non sono riuscite a fugare le incertezze e un accordo di massima non c'é ancora
E proprio nella componente di maggioranza relativa "Autonomia e Solidarietà" che si registrano i contrasti più vivaci. Ci sono almeno cinque candidati al nuovo Consiglio di amministrazione per soli tre posti e a ciò va aggiunta la variabile Mimmo Marcozzi che la maggioranza aveva sfilato alla lista dell'Ungp di Iselli per contare su quel fattore trascinamento che il pensionato abruzzese ex Rai aveva sempre mostrato con la sua capacità di acchiappare voti e di convincere a votare la "lista" alla quale apparteneva. In cambio la maggioranza, in particolare il presidente Camporese ed il segretario generale della Fnsi Siddi gli avrebbero promesso un posto nel nuovo Cda, assicurazione che ora non sono più in grado di soddisfare per gli appetiti di Milano e, soprattutto, di Roma.
Così, Marcozzi é deciso a presentare una propria lista con adesioni che, come ha sempre fatto, sta cercando con un costante e pressante "porta a porta". Ma le difficoltà derivano da un rigido sistema elettorale che prevede che ogni lista sia presentata da almeno sette consiglieri con diritto di voto e che non siano candidati. Insomma per presentare una lista ed avere buone possibilità di essere eletti occorre mettere assieme otto consiglieri, un'impresa non facile nemmeno per qualche minoranza.
Nel dettaglio, come spiega con la solita puntuale precisione Pierluigi Roesler Franz, riconfermato nel collegio dei sindaci, ad avere diritto di voto per eleggere i 10 componenti del Consiglio di amministrazione sono 63 consiglieri: 50 attivi più 10 pensionati usciti dal voto elettorale, il segretario della Fnsi Franco Siddi e i due rappresentanti degli editori nominati dalla Fieg (Fabrizio Carotti, destinato a diventare vicepresidente al posto di Alberto Donati "bruciato"dalle note vicende giudiziarie, ed Edoardo Zecca). Gli altri componenti del Consiglio generale, cioè Massimo Marciano e Stefania Di Mitrio (Gestione separata), Fiorella Kostoris Padoa Schioppa (Ministero del Lavoro), Andrea Mancinelli (Presidenza del Consiglio dei Ministri), Gianfranco Summo (Casagit) ed Enzo Iacopino (Ordine dei Giornalisti) non possono votare. In totale 63 voti anche se é probabile che i due rappresentanti degli editori, come da tradizione, si asterranno.
I "guai" per Camporese, la cui conferma alla presidenza dell'Istituto appariva fin dall'inizio scontata, sono cominciati proprio in occasione del voto. Prima Donati, condannato dal tribunale di Milano, e con un'altra serie di procedimenti in corso al tribunale di Perugia in cui proprio l'Inpgi é controparte, é stato di fatto escluso dalla Fieg che porterà al suo posto Carotti in Cda, poi l'esito del voto tra i pensionati dove il candidato della maggioranza a diventare vicepresidente, Giovanni Negri, é stato silurato dal suo ex amico Maurizio Andriolo che, pur non potendo ricandidarsi di nuovo alla vicepresidenza per raggiunto numero limite di mandati, non ha affatto accettato di essere messo da parte dalla sua stessa (ex?) componente "Stampa Democratica" con la quale é da tempo in vivace contrapposizione e ha sfidato nell'urna proprio Negri, riuscendo alla fine ad avere ragione per una manciata di voti, grazie anche al supporto di alcune forze di minoranza che fanno capo al calabrese Carlo Maria Parisi.
Così la corsa per la vicepresidenza dei giornalisti, carica che deve essere necessariamente ricoperta da un pensionato quando il presidente é un attivo, vede ora in lizza tre candidati: il segretario generale aggiunto della Fnsi Giovanni Rossi, Marina Cosi, che tra qualche mese lascerà la presidenza del Fondo di pensione complementare, e l'ex segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi. Tutti e tre fanno riferimento ad “Autonomia e Solidarietà".
L'elezione di Rossi porterebbe ad uno stravolgimento degli equilibri nella Fnsi ed appare la meno probabile, Quella di Marina Cosi é una candidatura che potrebbe persino essere appoggiata da qualcuno della minoranza per la novità di avere una donna, per altro con competenze accertate, al vertice dell'Istituto, ma quella di Serventi Longhi é al momento la candidatura più probabile per il peso che Roma in ogni momento reclama e perché lo stesso Camporese potrebbe gradire maggiormente di avere al proprio fianco una persona con la quale lo scontro é assai difficile se non impossibile.
Va detto che proprio la scelta dell'ex segretario Fnsi per il ruolo di vicepresidente potrebbe però non facilitare gli assetti complessivi. Dopo una lunga discussione nell'ambito della maggioranza, il coordinatore di “Autonomia e Solidarietà" Guido Besana é riuscito a convincere le altre componenti a presentare una lista di otto candidati al Cda (mentre erano in molti a volerne presentare una di soli sette candidati per evitare sorprese nelle preferenze qualora la maggioranza non riuscisse a conquistare l'ottavo consigliere). Così "Quarto Potere" ricandiderà Edmondo Rho, il Capss (Coordinamento delle piccole e medie Associazioni di stampa) ha scelto ovviamente Andrea Camporese e Giosé Marzano, attuale segretario del Sindacato del Trentino Alto Adige, ai quali si aggiunge la conferma di Roberto Carella, appoggiato dal segretario della Fnsi Siddi. "Stampa Democratica" deve ancora sciogliere i propri dubbi e con ogni probabilità candiderà uno tra Claudio Scarinzi ed Enrico Castelli.
Restano così tre posti per "Autonomia e Solidarietà" che ha però almeno cinque candidati: Giovanni Rossi, Marina Cosi (ma se non avesse possibilità di diventare vicepresidente "Nuova Informazione" la "sezione" lombarda di Autonomia potrebbe candidare Marina Macelloni o Giuseppe Ceccato), Paolo Serventi Longhi e Silvia Garambois per Roma e Carlo Bartoli, attuale presidente dell'Ordine dei giornalisti della Toscana, che ha legato i due voti toscani e, probabilmente anche i due dell'Emilia-Romagna, alla sua presenza nella lista della maggioranza.
E' evidente che così come per Cosi, a maggiore ragione per Rossi la mancata candidatura alla vicepresidenza dell'Inpgi farebbe venire meno anche la sua presenza in lista, restano gli "appetiti" di Roma che a questo punto con l'elezione di Massimo Marciano in Consiglio generale e soprattutto in Cda come rappresentante della Gestione separata agli occhi di molti non può chiedere altri due posti in Cda di cui uno come vicepresidente. Ma la delegazione romana ed il segretario dell'Assostampa Paolo Butturini non sembrano intenzionati a fare alcun passo indietro, il che complica l'intera vicenda. Se la maggioranza dovesse perdere qualche voto, con ogni probabilità dovrebbe dire addio all'ottavo consigliere a tutto vantaggio delle minoranze che, secondo qualcuno, potrebbero fare facilmente tre consiglieri di amministrazione.
Per quanto riguarda le minoranze, é chiaro a tutti la volontà di Silvana Mazzocchi di confermarsi in Cda. L’ex giornalista di Repubblica e leader di "Puntoeacapo" può contare su quattro consiglieri generali attivi a Roma e si dice che in tutto aggregherebbe una decina di consiglieri, ma non tutti, anche tra i romani, sono favorevoli alla sua elezione. Da più parti si chiede un rinnovamento che permetta una composizione di un Cda formato in larghissima maggioranza da attivi e non da pensionati.
C'é poi un gruppo di consiglieri che fanno riferimento a Carlo Parisi che, come ha sempre sostenuto anche in Fnsi, non avrebbe alcun problema ad entrare ufficialmente in maggioranza, ma con garanzie e soprattutto con certezza di posti. Così come in Fnsi, é difficile che ciò accada e allora Parisi cercherà di trovare i numeri sufficienti per presentare una lista. Candidato? Ovviamente lo stesso Parisi.