11/12/2022

Verso il congresso. In pensione senza pensione


La Fnsi, il sindacato unitario di tutti i giornalisti pensionati compresi “Non può fare da supplenza all’Inps” assicura all’Inpgi il vicesegretario Guido Besana. E il segretario Raffaele Lorusso, il 28 ottobre scorso, rincara spiegando al Consiglio nazionale dell’Ungp: “Non ho nulla da rimproverare all’INPS. Quello che è cambiato sono le regole e l’approccio. L’Inps segue le regole della burocrazia statale. Se qualcuno era abituato a risolvere i problemi con la telefonata all’Inpgi, adesso dovrà comunicare con l’INPS attraverso lo Spid”. E ribadisce: “Un altro mondo, altre regole”. Le sue affermazioni sono documentate nel verbale del CN da esaminare nella prossima riunione del 13 dicembre. Insomma, dietro questo “nuovo mondo” ad assistere i giornalisti non c’è più il sindacato, la Fnsi, bensì lo Spid e di rincalzo i Patronati.

Purtroppo, il travagliato passaggio di 15mila giornalisti contrattualizzati e di 8mila pensionati dal privato (Inpgi) al pubblico (Inps) lascia dietro di sé una scia di inadempienze contrattuali, normative e legislative che dovrebbero investire le dirette responsabilità delle parti sociali, proprio la Fnsi in particolare, a cominciare dal dramma di una moltitudine di prepensionati che, licenziati dopo il 1luglio, non vedono ancora un euro di pensione.

Romano Bartoloni, presidente Gruppo romano giornalisti pensionati