05/03/2012

Al voto sono andati un terzo dei pensionati aventi diritto
Nettamente battuti i giornalisti attivi rimasti fermi al 20%

E bravi! C’era chi alla vigilia del voto per il rinnovo del consiglio di amministrazione dell’Inpgi dubitava che i pensionati fossero in grado di servirsi adeguatamente del voto elettronico. I risultati smentiscono ogni ipotesi negativa. In percentuale, secondo i dati diffusi dall’Ufficio elettorale centrale, i  “seniores” hanno espresso il voto on line in una percentuale vicina al 20%, esattamente il 19,65%, superiore a quello dei membri attivi che  si sono fermati al 15,17%. Se poi aggiungiamo anche il risultato del voto “cartaceo” esercitato nei venti seggi regionali, ci accorgiamo che il divario di partecipazione fra pensionati ed attivi aumenta ancora di più: i primi superano la quota di un terzo degli aventi diritto, i secondi si fermano  appena sopra il 20 per cento


Certo, non sono cifre entusiasmanti, ma ormai è normale che alle elezioni degli organismi rappresentativi della stampa italiana partecipi una percentuale abbastanza limitata di giornalisti. Forse è solo disinteresse, forse è una scarsa fiducia nella funzione di tali organismi, il cui difetto maggiore è nella pletora dei loro rappresentanti eletti.
Questa non è  colpa degli elettori, quanto dalla esistenza di statuti nati per esigenze di una ripartizione delle stesse rappresentanze tra  correnti, componenti, localismi, associazionismo parcellizzato e chi più ne ha più ne metta.  Si farà sempre in tempo, basta che lo si voglia, a superare questo problema. Non si parla del resto di ridurre il numero degli eletti nel parlamento nazionale? Non è questo l’interesse di questo momento. La partecipazione dei pensionati al voto on-line dimostra due cose: primo che non è affatto vero che gli anziani non sanno utilizzare gli strumenti elettronici oggi ormai sempre più indispensabili. Certo non saranno velocissimi a maneggiare il web come i loro nipoti, qualche volta dovranno chiedere aiuto, ma alla fine ce la fanno. Il sistema di votazione elettronica per l’INPGI non era dei più semplici, ma prova e riprova chi l’ha sperimentato alla fine ha trovato la strada per arrivare al traguardo.
In secondo luogo il superamento del voto elettronico degli attivi, in attesa di conoscere le percentuali dei voti ai seggi, dimostra che i pensionati – o almeno una notevole parte di essi – al di là delle dispute tra le diverse componenti, sono ben consapevoli delle funzioni del nostro organo di previdenza e sulla necessità di tutelarne l’esistenza. Del resto i giornalisti pensionati sono di fatto “dipendenti” dell’Inpgi. Alla fine del mese il loro stipendio, ossia la loro pensione,  arriva dall’Inpgi. Di qui la necessità di sostenerne la solidità. Finora ci si è riusciti, anche se –come in passato – il patrimonio dell’Istituto fa gola a chi ritiene un’anomalia l’esistenza di una previdenza diversa da quella erogata dall’Inps.
Ma il voto per il rinnovo del consiglio di amministrazione dell’Inpgi porta ad un’altra considerazione: il progressivo aumento del numero dei pensionati dovuto a due fattori principali. Il primo dipende dalla situazione della stampa italiana e dai conseguenti avvenuti prepensionamenti. Il secondo – e non è colpa nostra – dipende dall’allungamento progressivo delle attese di vita. Perchè non so se ve ne siete accorti il mondo, almeno nel progredito Occidente, è sempre più degli anziani. Chiamateli come volete, ma i capelli grigi, i senior citizens, sono sempre più presenti e non hanno nessuna voglia di essere emarginati in ragione della loro età.
Guardiamo gli esempi più eclatanti. In Gran Bretagna quest’anno si celebra il giubileo di diamante della regina Elisabetta, ossia i suoi sessanta anni di regno. Lei che essendo nata nel 1926, il 21  aprile, fra poco più di un mese compirà 86 anni. E che dire del marito, il Principe Filippo, che il 10 giugno prossimo compirà 91 anni e che, dopo avere avuto un mezzo coccolone alla vigilia di Natale, è stato visto e filmato recentemente alla guida di un calesse trainato da focosi cavalli in un percorso campestre. Passiamo ad un altro campo: il cinema. Alla recentissima cerimonia degli Oscar il premio per il migliore attore non protagonista è andato al canadese Christopher Plummer,  classe 1929, mentre quello per la migliore attrice protagonista è andato meritatamente alla “giovane” Meryl Streep, classe 1949. Gli esempi potrebbero trovarsi in tutti gli altri campi. No, gli anziani non  hanno nessuna intenzione di arrendersi. E perchè dovrebbero farlo?

Neri Paoloni