02/11/2022

L’Ungp verso l’VIII congresso: interventi di Lorusso, Macelloni, Giuliani e Baiguini al Consiglio nazionale dei pensionati


Intervenendo ai lavori del Consiglio nazionale venerdì 28 ottobre, il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso ha formulato gli auguri di buon lavoro all’VIII Congresso nazionale dei giornalisti pensionati che si terrà a Roma dal 25 al 27 gennaio 2023.  Il Congresso, ha detto Lorusso, si tiene in una fase di profonda trasformazione della professione, nella quale la crisi incide pesantemente sul mercato del lavoro con un ridimensionamento dei giornalisti in termini numerici ma non per il ruolo svolto nella società.  Al nuovo governo appena insediato, il sindacato unitario dei giornalisti italiani rinnova la richiesta di varare una legge di sistema che sostituisca la 416 del 1981, rendendo la normativa in grado di garantire la trasformazione digitale dell’informazione e il sostegno al mercato del lavoro senza ricorrere all’assistenzialismo ma supportando adeguatamente un settore industriale che svolge un ruolo essenziale in una società democratica. Lorusso ha poi osservato come nell'informazione sia in atto una trasformazione dei rapporti di lavoro: “Il lavoro dipendente cede il passo sempre più al lavoro precario, con la conseguente riduzione dei livelli retributivi”. Il segretario della Fnsi ha fatto il punto sul passaggio Inpgi-Inps: “Se ci fosse stato un approccio diverso si poteva salvare l'Inpgi nella sua interezza. Sarebbe stato necessario un approccio diverso, però, non solo da parte della politica ma anche della categoria, all'interno della quale si è voluto insistere su una linea a sostegno di presunte garanzie pubbliche”.

“Dal primo luglio – ha ricordato il segretario Fnsi – siamo in un altro mondo. Siamo una goccia in un mare molto più grande. Poco più di 8.000 pensionati mostrano una categoria piccola”. Ed ha aggiunto: “Non ho nulla da rimproverare all'Inps. Quello che è cambiato sono le regole e l'approccio a determinati problemi. L'Inps segue le regole della burocrazia statale. Se qualcuno era abituato a risolvere i problemi con la telefonata all'Inpgi, adesso dovrà comunicare con l'Inps attraverso lo Spid. Un altro mondo, altre regole. Intanto siamo riusciti a portare a casa il rateo dell'ex fissa 2022. E' stato possibile grazie a un approccio pragmatico dell'Inpgi.  Ringrazio la presidente Macelloni e la direttrice Mimma Iorio. Con le risorse disponibili abbiamo garantito il pagamento del rateo, la cifra complessiva è di circa 9 milioni.”.

Per Lorusso la categoria attraversa una fase molto critica che richiede un approccio sistemico. La legge che riguarda questo settore è del 1981, ciò che rende necessaria una legge che accompagni il settore giornalistico attraverso il sostegno al mercato del lavoro. “l nostro – ha insistito il segretario Fnsi – è un settore industriale che è decisivo per la democrazia nel nostro Paese. Abbiamo bisogno di riforme strutturali e di una legge di sistema. Il contratto che abbiamo sottoscritto con la Fieg è ancora in vigore: andrebbe aggiornato, ma oggi la Fieg non è disponibile a rinnovarlo, perché pretende che si elimini la parte normativa”.

Sono poi intervenuti ai lavorii del Consiglio nazionale Ungp la presidente dell’Inpgi Marina Macellloni, il presidente della Casagit Gianfranco Giuliani e il vice presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Angelo Luigi Baiguini.

Marina Macelloni ha detto che “la storia avrebbe potuta essere diversa. In questi giorni come sapete l'Ordine sta discutendo un provvedimento con cui darà la possibilità di iscriversi a   tutti gli operatori del settore dei Social Media Manager. Noi avevamo proposto un provvedimento simile, per l'iscrizione dei comunicatori all'Inpgi. Ma siamo apparsi chiusi, come una categoria che voleva a forza difendere l'esistente. Questo ci ha nuociuto. Nessuna parte politica avrebbe potuto aiutarci più di quanto abbiano fatto. Mi sono sentita dire mille volte: ma guarda che i tuoi colleghi vogliono andare nell'Inps! Nelle condizioni date abbiamo garantito la migliore soluzione possibile.

Adesso non dipende più da noi – secondo Macelloni – il governo deciderà come e quando andremo in pensione.

La presidente dell'Inpgi poi ha osservato: “Il passaggio da una gestione sotto un altro ente è complicato. E' stato fatto in tempi mostruosamente veloci. Inpdap e Enpals sono in una transizione che dura da 10 anni. Il nostro passaggio è avvenuto in 6 mesi. Cercare di far parlare i due sistemi sarebbe stato complicato. Invece abbiamo inaugurato questa ‘bolla’, un cloud con tutti i nostri dati. Dentro questo cloud l'Inps può entrare e lavorare. Ciò ha consentito ai nostri dipendenti, i 95 che dovranno passare all'Inps, di continuare a lavorare dalla loro scrivania accedendo agli stessi dati. Stiamo continuando a fare noi le trattenute Casagit”. 

Previsto dalla legge, c'è un altro aspetto che ha complicato il trasferimento dei dipendenti: “Senza un decreto interministeriale la soluzione per questi dipendenti non è stata attuata. Sappiamo che sono 95 dipendenti che andranno all'Inps. Intanto abbiamo dovuto fare un'operazione finanziaria con l'accordo dell'Inps e dei ministeri, per ottenere le risorse per pagare i dipendenti fino alla fine di ottobre. A novembre queste persone dovranno passare all'Inps. Ci sono poi una serie di partite da definire: infortuni, prepensionamenti: l’Inps deve capire come funziona il nostro sistema e applicarlo al suo. I nostri pensionati hanno ancora la vecchia franchigia per reddito annuo di 23.900 euro. La partita degli infortuni è in attesa di capire se l'Inail la gestirà dal 1° luglio 2022”.

Macelloni ha quindi reso noto: “Durante la trattativa abbiamo capito che Inps e ministero del Lavoro avrebbero voluto tenersi la gestione separata. Ma siamo riusciti a tenercela, per tutelare i 46.000 iscritti, che hanno dei redditi la cui media è di 16.000 euro per le partite Iva e 6.000 per i lavoratori co.co.co. Questa gestione è rimasta a noi. Dovremo fare una riforma statutaria per questa gestione separata che deve diventare ente. Lo Statuto dev'essere aggiustato, per fare le elezioni e poi i nuovi vertici.  Lo Statuto è bloccato. Mancano 5/6 voti. La minoranza sta esercitando il suo diritto di veto. Alla fine di agosto ho fatto una proposta che accoglieva 4 delle 5 proposte dell'opposizione. L'ultimo punto riguarda i rapporti fra l'ente e il sindacato. Ma sono state respinte tutte le mediazioni. Non si possono fare le elezioni, non si può dare il via al nuovo corso. Il Governo non si è fatto carico, se ne farà carico il nuovo”.

Nel suo intervento Gianfranco Giuliani presidente Casagit si è soffermato sul contributo di adesione alla Cassa. “Abbiamo fissato alcuni paletti. Con un obiettivo: non penalizzare nessuno, non solo i colleghi al di sotto di reddito, ma neanche il pensionato che ha contribuito per tutta la vita lavorativa. Tutto questo interessa circa 9.000 persone. A tutti sarà applicato il 3,50%, la percentuale che viene applicata adesso. A tutti verrà applicato un minimale di 186 euro”.

Giuliani ha lamentato: “Oggi l'Inps non ci comunica l'ingresso dei pensionati. Dobbiamo chiedere agli editori. Bisognerà avere almeno 10 anni di contribuzione sul profilo Casagit. Col fondo di perequazione noi sosterremo 993 persone su 9000 totali che hanno una posizione previdenziale debole. Nulla cambia sul livello di prestazioni”.

Giuliani ha contestato: “Stanno circolando sulla Casagit notizie senza fondamento. Risponderemo con i fatti”.

Giuliani ha poi ricordato che la Cassa, al contrario di altre compagnie assicurative, lascia agli associati la libertà di scegliere le strutture sanitarie alle quali rivolgersi. Poi ha spiegato: “La digitalizzazione di una pratica può essere complicata: per questo la prossima settimana formeremo i referenti delle associazioni delle prime 4 regioni, poi seguiranno tutte le altre. Il socio potrà presentare le pratiche alla consulta e lì la consulta provvederà a trasformare le pratiche cartacee in digitale”.

Il vicepresidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Angelo Luigi Baiguini ha illustrato una nuova interpretazione dell'articolo 34 dello Statuto, con riferimento ai Social Media Manager: “Non è il tentativo di aprire a queste nuove categorie per fare cassa, ma è un'apertura a queste nuove figure che oggi operano al di fuori dell'Ordine. Sono fonti di notizie affidabili. Per loro non basterà presentare la documentazione all'Ordine; saranno affiancati da giornalisti che li seguiranno passo passo, quindi sosterranno l'esame per accedere all'Ordine”. Per quanto riguarda l'obbligo di formazione per i giornalisti, Baiguini ha precisato: “Quando un collega compie 67 anni non è più tenuto a sostenere la Formazione. Salvo che sia lui a comunicare la necessità di formazione”. Ancora, sul tema della formazione dei pensionati ha parlato di due possibili soluzioni: la prima prevede che i colleghi debbano segnalare all'Ordine che non svolgono alcuna attività lavorativa; la seconda prefigura che automaticamente, all'età della pensione, si viene esentati dalla formazione. Sui Social Media Manager il vicepresidente Baiguini ha ribadito che quella del tutor è una funzione determinante: “Dobbiamo non disperdere la professionalità degli anziani, basterà comunicare all'Ordine la propria disponibilità a collaborare a titolo gratuito al percorso di un Social Media Manager”.