20/06/2022

“Giornalisti fra passato e futuro” venerdì 24 giugno alla Fnsi. La recensione di “Professione reporter”


“Giornalisti fra passato e futuro” verrà presentato venerdì 24 giugno 2022 dalle ore 11,00 alle 13,00 nella sala Walter Tobagi della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, nel corso di una sessione straordinaria del Consiglio nazionale dell’Ungp aperta ai dirigenti degli Enti della categoria – Ordine, Fnsi, Inpgi, Casagit, Fondo complementare – e a quanto hanno manifestato interesse per l’iniziativa. “Giornalisti fra passato e futuro” è il frutto di un sondaggio organizzato dall’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati, organismo di base della Federazione nazionale della Stampa, rivolto a tutte le colleghe e i colleghi in quiescenza, per far conoscere l’attività dell’Unione, raccogliere suggerimenti, sollecitare sinergie e stimolare l’adesione al sindacato. In un momento in cui i diritti dei lavoratori sono erosi, il sindacato è sotto attacco, il precariato dilaga e l’emorragia dei posti di lavoro non si ferma, la ricerca fornisce elementi utili per l’elaborazione di nuovi progetti in un’ottica di collaborazione fra le generazioni. 

Nella riunione di venerdì 24 giugno, i risultati del sondaggio saranno analizzati dalla Prof.ssa Laura Rizzi, dell’Università di Udine. Il volume è pubblicato in collaborazione con la Fondazione Murialdi per le edizioni All Around.

Una recensione del volume è stata pubblicata dal sito on line “Professione reporter”, che scrive fra l’altro: “La fotografia che emerge è quella di professionisti ben presenti nella vita culturale e sindacale, che in molti casi lavorano e collaborano in forme autonome, che non hanno abbandonato il mestiere, pur essendone stati espulsi spesso in modo coercitivo e doloroso. Si noti che il 34,6 per cento (26,4 fra le donne) dei pensionati continua a svolgere un’attività di comunicazione.

“La patologia che ha afflitto il mondo del giornalismo italiano è chiara: solo il 23 per cento dei pensionati aveva infatti raggiunto i requisiti ordinari di vecchiaia, mentre il 43 era stato pensionato con il requisito dell’anzianità, mentre addirittura il 30 per cento era stato “prepensionato” (con le conseguenze ben note che hanno portato al declino dell’Istituto di previdenza).

“Il 92 per cento dei pensionati continua a tenersi aggiornato e prende parte alle attività e alle manifestazioni di categoria. Il 68 per cento continua a restare iscritto al sindacato unitario”.