18/01/2022

Ci ha lasciati Marcantonio Morelli, decano del giornalismo toscano: una vita per la professione e il sindacato


L’Ungp e il giornalismo toscano sono in lutto per la perdita di Marcantonio Morelli, spentosi ieri a Firenze. Era il decano del giornalismo toscano: se ne è andato in punta di piedi a 91 anni, impegnandosi però fino all’ultimo con grande generosità e competenza nel Sindacato -  in quanto eletto dal Congresso nell’Esecutivo nazionale, faceva parte del Consiglio nazionale UNGP e fino al 2019 ha guidato il Gruppo toscano giornalisti pensionati, rimanendo comunque nel direttivo -  per rendere meno ruvide e deludenti le trasformazioni della carta stampata e della nostra professione. Professione statisticamente conclusa alla “Nazione” nel 1994: all’Ufficio Centrale, dopo essere stato nella redazione Interni e responsabile del Servizio Esteri, senza peraltro rinunciare all’impegno sindacale nel Comitato di redazione. 

Come hanno sottolineato il presidente dell’AST Sandro Bennucci e quello dell’Ordine dei giornalisti della Toscana Giampaolo Marchini, Marco Morelli lo spirito del giornalista combattente lo ha incarnato sapendo di non poter tradire il suo segno zodiacale (Leone, essendo nato il 26 luglio 1931) ma soprattutto la convinzione di quelle generazioni cresciute ritenendo che anche i giornali hanno un'anima. Hanno anche una fisionomia più o meno precisa, un colore, un linguaggio. Ma il tratto saliente è, appunto, l'anima, cioè quell'insieme di segni e caratteristiche che non si vedono e che sono perfino difficili da individuare ma che il lettore, specie se abitudinario, “sente”, percepisce come a lui vicine oppure inesorabilmente distanti. Marco lo ripeteva ai cronisti più giovani, quando raccontava che la Redazione era stata per molti “decani” la prima famiglia, egoisticamente e per incarichi di lavoro spesso anteposta a quella naturale rappresentata da moglie e figli.  Così come narrava con dovizia di particolari la grande avventura dell’alluvione 1966, quando -  direttore Enrico Mattei -  con la tipografia di via Paolieri allagata – il quotidiano fondato da Bettino Ricasoli fu stampato nello stabilimento del confratello “Il Resto del Carlino” allora diretto da Giovanni Spadolini. Proprio in quelle drammatiche giornate aveva preso confidenza con la macchina del giornale. E quell’esperienza certamente gli è servita in seguito, per le tante “ribattute” notturne e per dare il suo contributo pure ad edizioni speciali allorché l’importanza della notizia lo richiedeva. Lui le notizie le sapeva soppesare: posso testimoniarlo per il mio breve “transito” nella redazione Esteri, prima di essere nominato Caporedattore e poi vicedirettore de “La Nazione”. Era abituato ad immergersi nelle continue crisi internazionali fin dai tempi della Guerra Fredda, per cui non si è fatto trovare impreparato di fronte alla caduta del Muro di Berlino ed allo sfaldamento dell’Impero Sovietico e dei Paesi “satelliti “del Patto di Varsavia.   

Marco mi è stato maestro nella professione, ma anche nell’impegno sindacale. Mi ha sicuramente contagiato lo spirito di servizio manifestato come vice-fiduciario INPGI per la Toscana a fianco di Franco Picchiotti, e ancor più per la visione di ampio respiro con cui ha guidato (dopo Mario Talli e prima di passarmi il testimone nel 2019)  il Gruppo Toscano Giornalisti Pensionati.  Con determinazione ha cercato di dare continuità alla formazione professionale insieme allo svolgimento di una stimolante attività culturale con gite per eventi anche fuori dalla nostra regione, purtroppo ora bloccata dall’impietoso effetto-Covid. Proprio durante queste gite a molti di noi ha trasmesso la sua passione per la lirica. Era un raffinato melomane: con la moglie Nicla è stato uno degli animatori dell’Associazione “Il Foyer” a fianco di Antonio Palma, sempre presente ai grandi appuntamenti del Maggio Musicale Fiorentino fin dagli esordi di Riccardo Muti, ma attratto anche da opere e concerti nei principali teatri italiani. 

Forte e costante è stato il suo richiamo alla concretezza, che ha spinto nei mesi scorsi il direttivo del Gruppo Pensionati ad accogliere la proposta del presidente AST, Bennucci, di costituire il Fondo di solidarietà per i colleghi che si sono trovati in difficoltà, sia per mancanza di lavoro che a causa della pandemia.  Per tutto questo, per il suo cuore generoso e per la sua affabilità ed il grande senso di umanità ci mancherà Marco Morelli.  Ne coltiveranno l’esempio l’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati, insieme al Gruppo Toscano ed all’AST, che si stringono in un affettuoso abbraccio alla famiglia Morelli, alla moglie Nicla e ai figli Daniele, Gianni e Valerio.  

Antonio Lovascio
Presidente Gruppo Ungp Toscana