11/11/2021

Assemblee a Trento e Bolzano sulla transizione Inpgi-Inps: nuovo scenario con aspetti di criticità


Informare tutti gli iscritti Inpgi sulle importantissime novità introdotte con la manovra finanziaria dal governo, in attesa  del varo definitivo della Legge di Bilancio da parte di Camera e Senato entro il 31 dicembre. Questo il senso degli appuntamenti a Bolzano e Trento (entrambi in presenza e online) di martedì 9 novembre promossi da Rocco Cerone, segretario regionale del Sindacato giornalisti, d'intesa con Gianfranco Piccoli, fiduciario Inpgi per il Trentino Alto Adige.

Agli incontri ha partecipato Giuseppe Marzano, membro del Cda, che ha ricostruito le vicende dell'Inpgi negli ultimi anni alle prese con una drammatica crisi del mondo dell'editoria e che ha portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro. Con inoltre un esborso di 500 milioni in 10 anni per gli ammortizzatori sociali, senza mai gravare nemmeno di un centesimo sui conti pubblici. "Con onestà – ha affermato Marzano – dobbiamo ammettere che la soluzione decisa dal governo non è quella per la quale ci siamo battuti, vale a dire l'aumento della platea contributiva con l'ingresso nell'Inpgi di tutte quelle figure professionali che formano la filiera dell'informazione. Si è deciso invece di trasferire pensionati e giornalisti dipendenti nell'Inps dal primo luglio 2022. E, visto che questo era l'unico altro scenario presente nel tavolo tecnico di Palazzo Chigi, il vertice dell'Inpgi si è battuto fino in fondo per tutelare le pensioni in essere e quelle future. E non è stato facile visto che fino all'ultimo, ci sono state pressioni per una retrodatazione anche di dieci anni, per i giornalisti in attività, del calcolo contributivo introdotto dall'Inpgi con la riforma entrata in vigore nel 2017. Adesso il Cda in carica dovrà riscrivere lo statuto adeguandolo alla realtà di un Istituto che si occuperà soltanto del lavoro autonomo e, subito dopo, convocare le nuove elezioni.”

Nel corso del dibattito è intervenuto Giuseppe Sgambellone, presidente regionale dell'Ungp del Trentino Adige sostenendo che "è triste la scomparsa dell'Inpgi per come l'abbiamo conosciuto nel corso di questi decenni, da sempre punto di riferimento e vanto della nostra categoria anche per il welfare che ci siamo potuti permettere, pagandolo esclusivamente con i nostri contributi. Siamo vittime di una crisi che viene da lontano e adesso ne vediamo le conseguenze. Detto questo, bisogna ringraziare la presidente Macelloni e i vertici dell'Inpgi  per aver ottenuto comunque la garanzia totale delle nostre pensioni e il pro quota Inpgi fino al 30 giugno 2022 per i colleghi ancora in attività. Un risultato non scontato, visti anche gli attacchi di questi giorni di economisti e politici che straparlano a proposito di privilegi delle pensioni dei giornalisti”.

Sgambellone ha anche ricordato che esistono delicate questioni pratiche da risolvere nel trasferimento all'Inps. Che fine faranno ad esempio le superinvalidità e i contributi per le case di riposo attualmente pagati dall'Inpgi? Senza dimenticare l'annosa vicenda della ex fissa in cui l'Inpgi svolge esclusivamente la funzione di ufficiale pagatore.

A conclusione degli incontri  il segretario regionale Rocco Cerone ha garantito che, appena si avrà il quadro definitivo della manovra finanziaria, saranno promossi nuovi incontri per illustrare in dettaglio il nostro futuro previdenziale.