17/09/2021

L’assemblea del sindacato a Bolzano con Lorusso e Giulietti. Macelloni: le proposte dell’Inpgi sul tavolo del governo


I temi della crisi dell'editoria, della crescente precarietà, delle querele bavaglio, dell'equo compenso, degli attacchi all'informazione sono stati al centro del dibattito a Bolzano in occasione dell'assemblea annuale degli iscritti al Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige. Ovviamente largo spazio al difficile momento dell'Inpgi e, a tal proposito, la presidente Marina Macelloni - collegata in videoconferenza - ha fatto il punto della situazione.

"E' bene essere chiari. Nel tavolo tecnico con il governo - ha spiegato – sul tappeto ci sono soltanto due ipotesi: Istituto autonomo con l'allargamento della platea contributiva oppure assorbimento nell'Inps. Non esistono terze vie tipo garanzie pubbliche o assegni che lo Stato stacca a fine anno per coprire il nostro disavanzo. Stiamo lavorando per portare dentro l'Inpgi tutte quelle figure professionali (grafici, poligrafici, amministrativi) che compongono la filiera dell'informazione. Il modo di fare informazione è cambiato e noi dobbiamo intercettare questo percorso. La nostra proposta viene analizzata seriamente, adesso bisogna approfondire le compatibilità economiche perché si tratta di spostare lavoratori da Inps a Inpgi. E' una battaglia difficile ma abbiamo percepito l'apprezzamento da parte della Presidenza del Consiglio, che ha una visione complessiva della crisi dell'editoria, mentre i ministeri vigilanti hanno un atteggiamento più ragionieristico. A tutti ricordo che l'Inpgi ha tenuto in piedi il sistema dell'editoria in Italia con un esborso di 500 milioni negli ultimi 10 anni. E - ha concluso Marina Macelloni - una eventuale confluenza dell'Inpgi dentro l'Inps significherebbe, per tutti i nostri iscritti, entrare in terra incognita".

Il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso ha rilevato "siamo un settore in crisi strutturale da anni, siamo un settore di rilevanza costituzionale ma tutto ciò non pare interessi al governo. Non siamo diversi da altri lavoratori, quindi ci aspetteremmo la stessa attenzione rivolta al altri settori ritenuti strategici per il Paese. Non si capisce che indebolire la nostra categoria equivale a indebolire la democrazia in Italia".

Per il presidente della Fnsi, Beppe Giulietti, "la situazione politica non è felice perché le parole del presidente Mattarella sul pericolo delle minacce ai cronisti e per la difesa della libertà di stampa non hanno avuto conseguenze in Parlamento. Non è stato approvato l'equo compenso, non sono partiti i tavoli di confronto con le parti sociali e molte proposte per la categoria giacciono nei cassetti del Senato".

Al dibattito assembleare hanno partecipato anche Gianfranco Summo, vicepresidente vicario della Casagit, Carlo Bartoli presidente dell'Ordine della Toscana e candidato di Controcorrente alla presidenza nazionale, i segretari regionali di Campania (Claudio Silvestri), Emilia Romagna (Matteo Naccari) e Veneto (Monica Andolfatto).

In apertura dei lavori Rocco Cerone, segretario regionale del Trentino Alto Adige, ha ricordato la vicenda dello storico  quotidiano Trentino chiuso da un giorno all'altro (con 19 professionisti messi in cassa integrazione) da un editore che è monopolista in regione.

Il giorno precedente, mercoledì 15 settembre, si è tenuto un corso di aggiornamento con crediti formativi dedicato ai nuovi contratti appena siglati per gli uffici stampa nelle Province autonome di Trento e Bolzano e allo smart working e che ha visto come relatori il direttore della Fnsi Tommaso Daquanno, la vicesegretaria nazionale della Fnsi  con delega agli uffici stampa Alessandra Costante,  l'avvocato Bruno Del Vecchio.