19/07/2021
Leopoldo Pietragnoli: Un fine testimone del tempo. Lutto per il giornalismo veneziano e per l’Ungp
“Caro Angelo, purtroppo è arrivata la brutta notizia. La Tac mostra che le cure non sono più efficaci…. Nessuno fa previsioni di tempo, la mia tempra è buona e l’età dovrebbe rallentare la malattia, ma non si sa e si parla vagamente di mesi… Comunque ogni malato è un caso a sé e vediamo, affidandomi al Signore. Un abbraccio”. Gli ho risposto: “Che il buon Dio, in cui confidi, ti sia accanto”.
Mi ha confermato il tutto in una brevissima telefonata di inizio giugno. Sempre forte di spirito, sempre fiducioso. Mi sono congedato con un “Leo, avanti tutta, avanti tutta, sei una bandiera!”.
Oggi lo salutiamo, cristianamente credendo che sia accanto al Signore nel quale tanto confidava.
Leopoldo Pietragnoli è stato una bandiera per il giornalismo veneziano e veneto. Presente, coerente, responsabile, fiducioso, impegnato, disponibile, pronto a condividere con i colleghi la sua umanità e professionalità.
È stato una bandiera, in particolare, nel promuovere, seguire, condividere e sostenere l’attività dell’Unione dei giornalisti pensionati del Veneto. Abbiamo fatto tante cose belle e di contenuto, proprio in virtù della sua esperienza. Grazie Leo, collega generoso.
I tuoi amici pensionati ti sono grati. Ci mancheranno la tua saggezza, esperienza e impegno.
Egli è stato un’antenna sensibilissima ai cambiamenti che ha registrato in scritti e in incontri: i cambiamenti che coglieva nella professione e nella sua carissima Venezia, città che ha profondamente amato e raccontato con intelligenza critica.
Ha fatto il giornalista con passione e con orgoglio, e con distaccata rassegnazione registrava i crescenti segni di cedimento che intravvedeva nella professione in termini di identità, di credibilità, di responsabilità, di capacità di rispecchiare la società reale.
Un cambiamento della professione che lo immalinconiva un po’, pensando ai “nostri bei tempi”, ma era anche convinto che i giovani “ce la faranno”. “Bisogna avere fiducia”, ripeteva, “perché il domani appartiene a chi si affaccia alla professione, non a noi pensionati”.
Era un po’ meno sicuro sulla capacità di Venezia, città che egli, con scritti puntuali, ha aiutato a scoprire nei suoi aspetti più belli e socialmente più significativi, di reggere ai cambiamenti che ne starebbero compromettendo umanità e identità culturale, sociale, artistica.
Leopoldo Pietragnoli così termina il saggio “Un secolo di cambiamenti”: “Purtroppo il chiudersi del Novecento ha i colori del tramonto, che rendono ancora più acuta la nostalgia di fronte ai portoni chiusi di tante scuole e alle risa mancate di tanti scolari”.
Pesa culturalmente la sua attività di cronista e storico di Venezia. I suoi saggi sono tracce acute per capire l’ultimo secolo della Serenissima città di San Marco. Per comprendere in particolare il mondo cattolico con i suoi fermenti politici, sociali, culturali. Un fine testimone del tempo.
Angelo Squizzato