15/02/2012
"L' Inpgi fa investimenti mobiliari opachi": dura polemica
fra un giornalista e il direttore generale Tommaso Costantini
Durissima polemica fra il giornalista Nicola Borzi del "Sole 24 Ore", candidato al Consiglio Generale dell'Inpgi, ed il direttore generale dell'Istituto di previdenza dei giornalisti, Tommaso Costantini. Oggetto della diatriba sono gli investimenti mobiliari dell'Inpgi, in particolare i cosiddetti "private equity". Secondo il giornalista, che cita il parere del professor Daniele Pace, si tratterebbe di un "segmento di mercato necessariamente abbastanza opaco". Opinione nettamente contestata dal direttore Costantini, il quale conclude che il giornalista dovrà "assumersi ogni responsabilità civile e penale" di quanto sostenuto
Scrive il giornalista Borzi che "in una nota datata 21 settembre 2009 e destinata al Comitato investimenti del 29 settembre 2009 dell'Inpgi il consulente Daniele Pace, trattando il tema degli investimenti in private equity, scriveva tra l'altro: "Ricordo a me stesso come il private equity preveda un impegno a lungo termine su un segmento di mercato necessariamente abbastanza opaco: la capacità di avere accesso ai dati e il grip sul team di gestione diventano allora fattori primari nella determinazione della scelta.
Direi di più: io non investirei in private equity (corsivo mio, ndr) ove non fosse possibile sedere negli advisory board o in organismi simili, se non nel caso di fondi con team di gestione reputati eccellenti e che agiscono su mercati ritenuti indispensabili e ove non sia possibile entrare con fondi più piccoli sui quali si ha, di norma, maggior grip".
Allora mi chiedo e chiedo al presidente Camporese, al Comitato investimenti dell'Inpgi e al Consiglio di Amministrazione dell'Istituto: cos'è che ha spinto il Comitato Investimenti dell'Inpgi a decidere di investire 90 milioni di euro in sei fondi private equity, questi quota fondo di fondi 22 milioni di euro Ncp Sicar, 22 milioni di euro Hamilton Lane, 16 milioni di euro Sopaf Global Pe, quota fondo single manager 10 milioni di euro Arcadia Small Cap, 10 milioni di euro Quadrivio II, 10 milioni di euro Sinergia II, nonostante il parere "critico" del consulente Pace?
Bisogna domandarsi la ragione per la quale si investono 90 milioni (pochi o tanti che siano per l'Inpgi) delle nostre pensioni in "un segmento di mercato necessariamente abbastanza opaco".
"Dove sono le risposte alle domande su costi e rendimenti di questi investimenti che ho posto nei giorni scorsi al presidente Camporese?". E' quanto si chiede Nicola Borzi, giornalista di "Plus24 - Il Sole 24 Ore".
Il Direttore generale dell'Inpgi, Tommaso Costantini risponde che "i rendimenti e la struttura di tutti gli investimenti in essere vengono costantemente resi noti agli organi preposti (Cda, Collegio dei Sindaci, Commissione Bilancio, Commissione Bicamerale di Controllo sugli Enti Previdenziali, Ministero dell’Economia, Ministero del Lavoro, Società di revisione di bilancio) nella massima trasparenza in coerenza con il Regolamento di finanza approvato dai Ministeri Vigilanti.
La rilevazione del rischio, in rapporto alla dovuta prudenza di un investitore istituzionale quale Inpgi, viene realizzata e monitorata costantemente da una società esterna secondo tutti gli standard nazionali e internazionali e resa nota agli organi competenti.
La classe private equity appare nel portafoglio Inpgi, come in tutti i portafogli dei migliori fondi pensione del mondo, secondo i pesi stabiliti dall’asset allocation strategica predisposta dagli uffici interni, in coerenza con le risultanze attuariali che fanno da linea guida nel percorso degli investimenti istituzionali, con il supporto dei consulenti esterni, vagliata e approvata periodicamente dal Cda.
Il parere del professor Pace, che figura tra i consulenti dell’Istituto, reso noto dal giornalista Nicola Borzi, fa parte della articolata discussione avvenuta in seno al Comitato Investimenti (organo del tutto consultivo) di cui fa parte, oltre alla Direzione Generale, la Presidenza, l’attuario incaricato, il dirigente del settore amministrazione e finanza e il professor Luigi Spaventa. Lo stesso professor Pace è stato coinvolto nel processo tecnico di selezione della classe private equity. I pareri riportati nel documento in oggetto riguardavano una fase di costruzione dell’asset strategica nella quale si è condivisa l’ipotesi di procedere successivamente all’implementazione della classe stessa.
Nel 2009 l’Inpgi ha conseguito il riconoscimento internazionale (Ipe Awards) di miglior investitore istituzionale tra i fondi pensione italiani.
Il giornalista Borzi non è titolato ad ottenere i dati richiesti né a diffondere documenti interni e l’interessato dovrà assumersi ogni responsabilità civile e penale delle considerazioni rese pubbliche sui processi di investimento dell’Inpgi".
Immediata la controreplica di Borzi: "Mi duole rispondere, sul punto, al direttore generale dell'Istituto di previdenza dei giornalisti italiani per ricordargli che, in quanto iscritto all'Inpgi, oltre che candidato alle elezioni per il rinnovo degli organi di governance, ritengo di avere ogni titolo a chiedere al mio Istituto previdenziale la massima trasparenza nell'interesse mio e degli altri iscritti, in base alla legge sull'accesso agli atti amministrativi, alla natura pubblica dell'Istituto e - come minimo - al buon senso comune.
Mi riservo dunque, nel merito, di avanzare un esposto alla Commissione di Vigilanza sui Fondi pensione - Covip - sulla trasparenza e l'accesso a tutte le informazioni dell'Inpgi, non appena i ministeri competenti avranno indicato le modalità per accedere alla procedura relativa emanando i regolamenti attuativi sulla vigilanza della Commissione sulle Casse previdenziali.
Quanto al fatto che io riceva e diffonda "documenti interni", egregio direttore generale, sono un giornalista e questo è semplicemente il mio lavoro e la mia missione: diffondere e trasmettere informazioni sensibili, riservate e verificate, come quelle contenute nella relazione Pace e nell'Atto 102 del Consiglio di Amministrazione dell'Inpgi. Mi meraviglia che la Cassa previdenziale dei giornalisti non conosca in cosa consista il lavoro quotidiano di chi vi contribuisce".