15/02/2012

La stangata sulle pensioni più pesante del previsto. Un terzo dei tagli della spesa pubblica viene da lì

L’ ennesimo intervento operato dal governo Monti sul sistema pensionistico è stato causato soprattutto  dalla necessità di far cassa  e rappresenta una parte molto importante della manovra di finanza pubblica: quasi un quarto nel 2013 e addirittura un terzo nel 2014. A sostenerlo sul sito “Eguaglianza e libertà”, diretto da Pierre Carniti, è l’esperto Maurizio Benetti.  Complessivamente, afferma la nota di aggiornamento  al DEF (Documento di economia e finanza) 2011, gli “interventi adottati hanno comportato una significativa riduzione dell’ incidenza della spesa pensionistica in rapporto al Pil che raggiunge in media 1,4 punti percentuali nell’intero periodo 2015- 2040”


Considerando anche le manovre precedenti – conclude Benetti – la riduzione di spesa pensionistica ammonta a 13 miliardi nel 2012 e salirà a 25 miliardi nel 2015 e a 40 miliardi nel 2020. Il saldo dell’intervento sulle pensioni, considerando l’aumento delle entrate contributive e la diminuzione di entrate fiscali per la minore spesa, è di 2,7 miliardi nel 2012,  di 10,5 miliardi nel 2015 e di 21,5 miliardi nel 2020. Nei tre anni di manovra l’ intervento sulle pensioni rappresenta rispettivamente il 13,4%, il 23,7% e il 35,4 % del saldo complessivo. Nel 2014,  quindi, l’intervento sulle pensioni copre più di un terzo della manovra.
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