30/03/2021
Addio a Sergio Di Battista, giornalista eclettico e completo
Ci ha lasciati un altro giornalista eclettico e completo, come pochi. Sergio Di Battista, morto a 86 anni a Firenze, era non solo un Maestro ma anche un pozzo di conoscenza, in grado di operare un po’ in tutti i settori di un quotidiano (dalla Cultura, al Costume, alla Cronaca e allo Sport), di dare tranquillità e mettere a proprio agio i più giovani colleghi e collaboratori. Dotato di una penna raffinata e di una mano felicissima, che gli ha permesso di primeggiare anche nella grafica, nel disegnare sul menabò l’impaginazione del giornale. Di farlo, smontarlo ed aggiornarlo nel giro di pochi minuti, di fronte ad eventi imprevedibili e scioccanti come i delitti del “mostro di Firenze”, gli agguati di Prima Linea e delle Br, la guerra del Golfo, lo sgretolamento dell’Urss e la caduta del Muro di Berlino. L’ho toccato con mano negli anni in cui abbiamo lavorato insieme - lui caporedattore - all’Ufficio centrale de “La Nazione”: qui è approdato nel 1982 , dopo aver ricoperto lo stesso incarico a “Paese Sera” nella capitale e poi dal 1975 come responsabile della redazione fiorentina, dove insieme a Mario Talli ha lanciato una generazione di brillanti cronisti.
Dell’esperienza romana passata accanto a colleghi del calibro di Arrigo Benedetti, Gianni Rodari, Andrea Barbato, Giuseppe Fiori, Giorgio Forattini, Aldo Biscardi, narrava spesso, quasi con nostalgia ed emozione, quando gli fu affidata l’impresa di preparare nel 1963 l’edizione straordinaria per l’elezione del successore di Giovanni XXIII, Papa Montini. Di momenti ed aneddoti come questo Di Battista ne aveva tanti da narrare. Molti li aveva riassunti in appunti custoditi in un archivio così ricco di ritagli, foto e documentazione varia, da far invidia alla Biblioteca Nazionale. Preziosi comunque per il giornale fondato da Bettino Ricasoli. Altri li ha esternati su riviste e giornali ai quali collaborava da quando (1994) è andato in pensione alla “Nazione”. E naturalmente sono entrati pure nei libri che ha scritto dal 2002: i due volumi sul calcio della memoria pubblicati da Polistampa (“La partita della vita” e “Un secolo di Mondiali”, un omaggio allo sport più bello del mondo, da lui seguito anche come inviato e poi praticato con passione fin che ha potuto nella squadra amatoriale dei giornalisti, capitanata da Sandro Picchi) e l’ultimo “La Firenze dei passi perduti”, edito da Medicea. In questo lo scrittore di origini pesaresi ci ha offerto gustosissime curiosità che danno colore e vita alla Firenze di ieri e del passato. Con ironia e a volte con malinconia per quello che si è perso irrimediabilmente.
Malinconia che si è accentuata con la malattia e soprattutto per il dolore provato dopo la perdita della figlia Silvia, nata con Serena dal matrimonio con Simonetta Batini, sorella di Giorgio, per molto tempo capocronista ed inviato de “La Nazione”. Entrambi, Giorgio e Simonetta, figli di un personaggio fiorentino di primo piano come il colonnello Aldighiero Batini, comandante dei vigili urbani ma soprattutto rifondatore del Calcio storico. Alla famiglia Di Battista le più sentite condoglianze dell’Unione nazionale e del Gruppo Toscano Giornalisti Pensionati, con cui Sergio insieme alla moglie, ha condiviso numerose iniziative culturali e ricreative.
Antonio Lovascio