10/02/2012
Ignobile discriminazione a Milano: Giovanni Negri
cancella la lista dei pensionati che non gli piacciono
Aveva scritto, in una sensata lettera di metà gennaio, il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese: “Mi rivolgo alla vostra sensibilità ed allo spirito di collaborazione che ci avete sempre dimostrato, per chiedervi di dare ai colleghi candidati della vostra regione la possibilità di essere ospitati nel periodico della vostra Associazione (o su qualsiasi altro vostro “strumento” informativo) con la notizia della candidatura e con la pubblicazione di un programma. Vi sarò davvero grato se accoglierete questa richiesta, affinché i candidati che sono iscritti nella circoscrizione di vostra competenza possano fruire di questa possibilità, nell’ambito della piena collaborazione che ha sempre caratterizzato i rapporti tra l’Inpgi e le Associazioni regionali di stampa”
Camporese si rivolgeva ai presidenti della Associazioni regionali del sindacato che si chiama Fnsi. Naturalmente, l’imperatore della democrazia sindacale, cioè il presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti, Giovanni Negri, nonché presidente del Circolo della stampa e direttore responsabile del periodico “Il giornalismo”, ben comprendendo il senso letterale e politico della richiesta, si è subito adeguato. Così ha dato alle stampe un numero speciale del “Giornalismo” dedicato alle vicinissime elezioni per l’Inpgi.
Sorpresa: ora che è in circolazione ed in spedizione agli iscritti al sindacato, ci si può accorgere dell’ignobile discriminazione che Negri ha compiuto: non ha pubblicato neppure i nomi dei candidati pensionati che non gli piacciono, cioè quelli della lista “Uniti per l’Inpgi”. Essendo lui stesso candidato fra i pensionati, ha semplicemente annullato alcuni fra i più agguerriti concorrenti, quelli che quattro anni fa hanno fatto il pieno elettorale ed oggi sono tali da rappresentare un pericolo elettorale personale rilevante.
Ha utilizzato lo strumento di comunicazione sindacale per uso proprio, violando qualunque norma di carattere deontologico e giuridico. Si è auto benedetto, incensandosi in prima pagina con una gigantesca foto: lui che stringe la mano a Camporese (prossimo futuro presidente): lui che (lo sanno anche i bambini) vuol fare il vice presidente.
Poco prima che la pubblicazione fosse data alle stampe, era stato avvertito e richiamato alla gravità di quanto stava compiendo: gli era stato chiesto un atto di ravvedimento, pubblicando anche le altre liste e gli altri nomi di candidati. A chi chiedeva, lui ha risposto con una presa per il culo.
Cosicché, in sintesi, solo 18 su 32 candidati pensionati hanno avuto spazio per nomi e programmi. Essendo il collegio elettorale per costoro unico e nazionale, ed essendo l’ Associazione lombarda forse la più ricca di iscritti (attivi e pensionati) è del tutto evidente la vastità del danno personale causato dall’inaccettabile decisione di Negri.
Ma il presidente non è solo: più responsabile di altri, ma non il solo, del “vulnus” alla democrazia sindacale. In buona sostanza, anche se le candidature all’Inpgi sono personali, Negri ha agito per presentare esclusivamente gli accorpamenti operati dalla “correnti” sindacali, escludendo chi a queste “correnti” (istituti inesistenti nello statuto della Fnsi) non appartiene, ma ha tutti i diritti dell’iscritto al sindacato, attivo o pensionato che sia.
La scelta “editoriale” di Negri raggiunge addirittura livelli paradossalmente ridicoli. Nomi e biografie di alcuni colleghi appaiono due volte, perché inseriti in due liste differenti per un solo nome. Un noto pensionato, è presente addirittura quattro volte: un po’ Franz Pierluigi, un po’ Pierluigi Franz. Per la sua nota capacità camaleontica è candidato a sindaco per l’Inpgi 1 e l’Inpgi 2 in due liste: appunto, due più due fa quattro. Insomma, più che un giornale, lo specchio di un pollaio, con tante galline, ma forse senza nessun gallo.
Infine, la ciliegina sulla torta: che ha fatto ancora Negri, questa volta d’ intesa con alcuni capibastone come Guido Besana, Giovanni Rossi, Edmondo Rho, Marina Cosi ed altri? Ha dato un nome alla lista generata dal “pensiero unico dominante”, cioè il raggruppamento delle correnti di maggioranza cosiddetta “allargata” (Stampa democratica, Quarto potere, Nuova informazione, Impegno sindacale, Autonomia&solidarietà, Giornalisti uniti, Coordinamento delle associazioni per un sindacato di servizio, altrimenti detto Capss). E come l’ha chiamata? “Uniti per l’Inpgi”, esattamente come la lista dei “senza corrente” che si era presentata quattro anni fa con grande successo e che si ripresenta oggi: quella, insomma, inesistente per il periodico di Giovanni Negri.
Ce n’è abbastanza per andare dal giudice ed invalidare queste elezioni? Secondo alcuni avvocati ce n’è anche di più. L’unico modo per evitarlo è che gli elettori non diano il loro consenso a Negri & c. votando la “vera” lista - UNITI PER L’INPGI – quella che non ha né boss né padroni e non ha bisogno di pateracchi con gente infida e solo ingorda di posti e prebende.
Candidati al Consiglio generale
Aquaro Paolo, Taranto
De Vito Antonio, Torino
Iselli Giuseppe (Ino), Milano
Mazzanti Roberto, Bologna
Paoloni Neri, Roma
Picchiotti Franco, Firenze
Seghetti Roberto, Roma
Candidati sindaci
Bossa Guido, Roma
Petrina Mario, Catania
Vedremo come andrà a finire. Intanto aspettiamo di conoscere in proposito il pensiero del presidente Camporese: di solito così loquace, è, sull’argomento, assolutamente reticente.
Giuseppe Iselli