09/02/2012

L’Inpgi sarà ancora “nostro”, ma fino a quando? Martedì 14 febbraio
a Milano un convegno organizzato dall’Unione pensionati

Il presidente Inpgi Andrea Camporese“Inpgi, ancora nostro fino a quando?” è il titolo del convegno organizzato dal Gruppo Lombardo Giornalisti Pensionati che si terrà martedì 14 febbraio alle ore 11 presso il Circolo della Stampa di Milano. A pochi giorni dalle votazioni per il rinnovo dei vertici del nostro Istituto di previdenza, parteciperanno all’incontro il presidente Andrea Camporese, il vicepresidente Maurizio Andriolo e il presidente dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati Ino Iselli. Ad intervenire sono stati invitati tutti i colleghi pensionati, alcuni dei quali candidati sia al Consiglio Generale che al Collegio Sindacale


Il tema della salvaguardia dell’Inpgi , attorno al quale ruoteranno gli interventi e il dibattito, ci porterà a riflettere sul futuro del nostro Ente di previdenza che deve continuare a godere della sua autonomia oggi minacciata da due fattori: uno interno alla nostra categoria (egemonia delle componenti) e l’altro esterno (controlli sempre più rigidi sulla sua solidità patrimoniale). Difendere l’Inpgi da queste insidie è la battaglia più impegnativa che noi - soprattutto pensionati - abbiamo davanti nei prossimi mesi ed è per questo che dobbiamo scegliere nella prossima tornata elettorale uomini competenti e fortemente motivati cui affidare le sorti del nostro Istituto.
Nel “decalogo” che il Gruppo Lombardo ha elaborato per un Nuovo Welfare dei giornalisti pensionati, sono indicati chiaramente i punti su cui richiamare l’attenzione dei nuovi amministratori per i prossimi quattro anni partendo dal varo del regolamento del Fondo Perequazione Pensioni fermo da oltre due anni poiché non si trova ancora una intesa fra Inpgi e Fnsi sulla sua “governance”, per arrivare all’abolizione del cumulo dei redditi da lavoro e pensione, anche alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione favorevole al ricorso del collega Ezio Chiodini, all’acquisto di immobili o appartamenti per ospitare colleghi anziani autosufficienti soli o in coppia: fino ad una serie di richieste che tengano conto del mutato “concetto di anziano” basate su una politica di promozione e valorizzazione della persona pensionata.
In questi giorni di campagna elettorale, il dibattito sta assumendo toni vivaci con spunti anche interessanti per via dei temi trattati, ma - a nostro giudizio - il tutto viene rapportato in un’ottica legata a schemi e a logiche in cui prevalgono i linguaggi delle “componenti” o correnti più che le idee dei singoli candidati. Questa vecchia maniera di fare “politica” all’interno della nostra categoria è la peggiore minaccia all’autonomia del nostro Istituto, fortemente a rischio dato il contagio che ha già colpito altri organismi di riferimento. Liste, non candidature, già preconfezionate e calate dall’alto per essere votate a scatola chiusa portano a soffocare la dialettica interna e a instaurare un sistema che lascia poco spazio alla democrazia e se a questa minaccia si aggiunge quella che viene dall’esterno con i lacci e i lacciuoli per sondare la consistenza del patrimonio, come richiedere una solidità finanziaria spalmata nell’arco di 50 anni, l’avvenire dell’Inpgi si preannuncia a tinte fosche. Tutte considerazioni, queste, che saranno certamente al centro del dibattito nell’incontro di martedì al Circolo della Stampa di Milano.

Gian Fulvio Bruschetti