11/12/2020
Commemorati dal Consiglio nazionale i giornalisti caduti nelle trincee del Covid
Quando ci risveglieremo dall’incubo virale nulla sarà come prima anche per il giornalismo che opera nelle trincee della pandemia a rischio della propria incolumità, a costo di perdite di valorosi colleghi e di pesanti sacrifici, e purtroppo senza la difesa di una profilassi di categoria. Testimoni del male del secolo, i giornalisti pagano e soffrono sulla propria pelle l’esperienza professionale senza precedenti di un virus che non contagia e non cancella il diritto/dovere di cronaca. Come gli inviati di guerra, i cronisti sfidano i pericolosi fronti più esposti alle bombe del Covid fianco a fianco con i combattenti della sanità e nei luoghi dove la popolazione soffre di più solitudine, angoscia e abbandono a cominciare dagli anziani e dai più fragili. Ed ecco, in ordine alfabetico, la lista ufficiosa dei nostri Caduti, stilata da Giornalisti Italia online, la cui memoria deve essere ricordata e onorata soprattutto dai colleghi. Giovanni Bartoloni, 51 anni Roma Riccardo Bellentani, 69 anni Bergamo Maurizio Centini, 71anni Massa Rino Felappi, 96 anni Milano Ettore Franca, 78 anni, Pesaro Carlo Franco, 82 anni Napoli Franco Galelli, 55 anni Brescia Luigi Ioele, 80 anni Roma Massimo Mainardi, 78 anni Pesaro Gianluca Mannato, 44 anni Pesaro Raffaele Masto, 66 anni Milano Rosario Mazzitelli, 71 anni Napoli Lidia Menapace, 96 anni Bolzano Paolo Micai, 60 anni Genova Gianni Mole’, 61 anni Ragusa Stefano Montomoli, 69 anni Siena Nestore Morosini, 83 anni Milano Luciano Pellicani, 81 anni Roma Sergio Perego, 72 anni Lecco Gaetano Rebecchini, 95 anni Roma Mons.Vincenzo Rini, 75 anni Cremona Francesco Ruotolo, 74 anni Napoli Marcello Sanzo, 85 anni Novara Pino Scaccia, 74 anni Roma Angelo Sferrazza, 84 anni Roma Vincenzo Trapella, 87 anni Codigoro Claudio Traversa, 54 anni Bari Lillo Venezia, 70 anni Catania Roberto Vitali, 74 ani Bergamo Tony Zermo, 89 anni Catania Roberto Consiglio, 82 anni Foggia Non potranno non diventare pagine di storia da tramandare alle future generazioni, le documentate sconvolgenti cronache giornalistiche condotte in presa diretta sulla calamità epocale così come le testimonianze sul calvario sofferto in prima persona dai colleghi che sono tornati al lavoro dopo il più brutto quarto d’ora della loro vita sopravvissuti intubati nelle corsie fantascientifiche degli ospedali e a un passo dalla morte.Con Lidia Menapace, cofondatrice de Il Manifesto e protagonista di spicco della storia e della vita pubblica italiana, con Maurizio Centini, pensionato de Il Tirreno e scrittore di gialli, con Tony Zermo, storico inviato de La Sicilia, il flagello Covid ha raggiunto in questi ultimi giorni quota trentuno vittime tra i giornalisti professionisti e pubblicisti. Non solo anziani ancora in gamba, ma anche giovani in carriera, quarantenni come Gianluca Mainato de Il Mattino e cinquantenni come Giovanni Bartoloni portavoce del governatore del Lazio Zingaretti. I colleghi vittime del Covid sono stati commemorati ieri dal Consiglio nazionale dell’Ungp riunito in videoconferenza.