28/05/2020

Walter Tobagi: lo uccisero perché era un giornalista libero


"Walter Tobagi fu ucciso barbaramente perché rappresentava ciò che i brigatisti negavano e volevano cancellare. Era un giornalista libero che indagava la realtà oltre gli stereotipi e pregiudizi, e i terroristi non tolleravano narrazioni diverse da quelle del loro schematismo ideologico". Così il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, che ha commemorato l’assassinio del giornalista del Corriere della Sera per mano dei terroristi della cosiddette Brigate rosse, avvenuto il 28 maggio 1980.

Ed ha aggiunto, fra l’altro: "Era un democratico, un riformatore, e questo risultava insopportabile al fanatismo estremista", ha sottolineato Mattarella ricordando che "Tobagi è morto giovanissimo. A trentatré anni aveva già dimostrato straordinarie capacità, era leader sindacale dei giornalisti lombardi, aveva al suo attivo studi, saggi storici, indagini di carattere sociale e culturale". E, ancora ricorda che "è stato ucciso in quei mesi, in cui altri uomini dello Stato, altri eroi civili, cadevano a Milano e in tutta Italia per fedeltà a quei principi di convivenza che la mitologia rivoluzionaria, le trame eversive, le organizzazioni criminali di diversa natura volevano colpire".

A Milano, in via Salaino, presso l’incrocio con via Solari, dove Tobagi cadde, una breve ma toccante cerimonia dinanzi alla lapide che ricorda il suo sacrificio.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha deposto una corona di fiori ai piedi della lapide che lo ricorda e, rivolto alla signora Stella Tobagi e alla figlia Benedetta ha ricordato la dignità umana, civile e professionale che ha sempre contraddistinto Tobagi e lo ha inspirato nel suo lavoro.

I terroristi – ha detto Sala - non potevano sopportare questa dignità, questo cercare di svolgere il proprio ruolo professionale e di essere cittadino di una città libera come Milano, padre di famiglia, marito”.

“Infatti chi l’ha conosciuto l’ha sempre dipinto come un uomo gentile e non stiamo facendo retorica, era così, capace di smussare gli angoli, ma anche determinato e coraggioso – ha detto -. Un mediatore, perché Walter era davvero un mediatore, ma capace di grande decisione quando c’era da difendere la libertà”.

“Questa lezione è importante perché è inutile negare che ancora oggi violenti, odiatori, razzisti, negazionisti cercano di modificare il senso delle cose, di interrompere un percorso virtuoso e democratico”.

“Alla fine tutti noi milanesi dobbiamo sentirci un po’ Walter Tobagi, non abbiamo le sue capacità, era un giornalista meraviglioso ma dobbiamo sentirci nel nostro piccolo capaci di trarre insegnamento da questi modelli, e capaci di spenderci per difendere in nostri valori”. 

Paolo Perucchini, presidente Alg, ha detto che “agli ideologi e agli estremisti che teorizzavano la violenza si poteva rispondere con il libero pensiero, con la volontà di capire, di analizzare i fenomeni, di spiegarli con gli ideali riformisti. Rileggendo il pensiero di Tobagi, ha proseguito Perucchini, si percepisce come le sue idee fossero innovative e controcorrente. Soffermandosi sul ruolo del giornalista, Tobagi spiega come debba svolgere il proprio compito di informatore senza cadere nella tentazione di diventare un formatore o, per dirla come Tobagi stesso, un “pedagogo collettivo”. L’Alg ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video dedicato a Tobagi, visibile a questo link

Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi,  ha ricordato il cordoglio del Cardinal Martini, allora arcivescovo di Milano, che celebrò i funerali di Tobagi e rimase impressionato dalla grande folla che intervenne nella parrocchia di Tobagi, la chiesa di Santa Maria del Rosario che non riuscì a contenere tutti gli intervenuti che si affollarono nella piazza antistante e nell’adiacente prato.

Perché proprio lui? Si chiede Giulietti e trova la risposta nel libro di Benedetta Tobagi “Come mi batte forte il tuo cuore: storia di mio padre” . “Erano terrorizzati dal suo “metodo”, dalla capacità di leggere e rileggere le  carte, di incrociarle, di recarsi nei luoghi più impensati per raccogliere testimonianze, senza escludere nulla e nessuno, senza farsi guidare da un pregiudizio politico o ideologico”.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha aderito alla richiesta di Fnsi e Alg di istituire all’interno del Parco Solari. Poco distante da Via Salaino, una panchina dedicata a Walter Tobagi e un percorso della memoria che illustri la sua vita e il suo pensiero.

Giuseppe Prunai